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Passò una settimana. Una settimana in cui non uscì di casa, non andò a scuola e la cosa brutta di ciò e che a nessuno importava.

Per una volta desiderava avere seriamente un amico. Qualcuno con cui piangere, sfogarsi, sorridere, ridere, lamentarsi, divertirsi e sentirsi importante.
Gli mancava il suo hyung, voleva correre al parco,abbracciarlo e dirgli che lo aveva perdonato, ma era stanco.
Non mangiava da giorni e i suoi genitori sempre a lavoro, credevano che le cose col figlio stessero andando bene, quando in realtà tutto stava crollando.

Jimin era sicuro di aver fatto la cosa giusta.
Mandò la registrazione che fece, dei bulli che picchiavano il minore al preside, via e-mail.
Ora però era preoccupato per Jungkook. Non sapeva dove trovarlo. Rimase giorno e notte nel parco inattesa che si facesse vivo, ma di lui non c'era traccia. Lo aveva spaventato e capiva se ora non volesse più avere a che con lui. Si sentiva orribile, un mostro.

Gli esseri umani non agiscono mai senza motivo.

Quel giorno si alzò dal letto e invece di dirigersi a scuola, si diresse al parco.
I suoi genitori seppero tutto. Il preside gli chiamò informandoli delle violenze che il figlio subiva, promettendogli anche che avrebbe preso seri provvedimenti.

Si sentiva felice. Felice perché finalmente a scuola sarà lasciato in pace. Però dentro di sé aveva una strana sensazione nel petto.
Aveva bisogno di parlare e risolvere col suo hyung al più presto. Non voleva perderlo, anche perché era stanco di ranere solo.

"ahh" urlò Jimin buttando la tela che stava pitturando. In quei giorni non riusciva a fare nulla. Né ballare, né pitturare, né cantare.
Iniziò a raccogliere tutto il suo materiale dandosi dello stupido. Non poteva rimanere lì ad aspettare ancora ed ancora. Si vedeva chiaramente che il minore non volesse più vederlo.

Si rese anche conto che da quando conobbe Jungkook iniziò ad ignorare le uscite con i suoi migliori amici.
Desiderava stare seduto insieme a lui con l'erba che sfiorava delicatamente la sua ple, piuttosto che andare in luoghi come le discoteche ad ubriacarsi e fare chissà cosa.

Stava per chiamare Taehyung, quando improvvisamente si sentì chiamare.
Alzò lo sguardo e per poco non rischiò di far cadere il telefono.

Jungkook sorrise vedendo il suo hyung, mentre lo osservava come se avesse visto un fantasma.

"J-Jungkook?" chiese dolcemente Jimin ancora incredulo.
"Si hyung, sono io."
"Credevo non mi volessi più vedere."
"N-no ecco.... mi dispiace hyung".

Jimin prese il minore dalle spalle e lo avvolse in un caloroso abbraccio.
A entrambi era mancata quella sensazione di calore.

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Mi dispiace se ci sono degli errori, cercherò di correggerli 🙏❤️

The park (Jikook) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora