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Due cuori entrambi felici.
Due menti sull'orlo di impazzire.
Vari sentimenti senza spiegazioni.
Vari emozioni nuovi per entrambi.

Era da ormai tre giorni che i due giovani continuavano a incontrarsi.
Parlavano di tutto mentre l'aria fresca del luogo gli scompigliava i capelli.
Jungkook si affascinò della delicatezza del rosa e della felicità che trasmetteva a chiunque.
Jimin invece rimase affascinato da quanto fosse bello il sorriso e il suono della risata di quel ragazzo.

Fino a quel momento Jimin pensò che non c'era bisogno di scambiarsi i numeri perché loro si vedevano ogni giorno, sulla solita panchina al parco. Ma in quel giorno Jungkook non si presentò e Jimin era così preoccupato che si maledí di non avergli chiesto il numero.

Rimase ad aspettarlo fino a quando non si fece buio, poi cercò di convincere la sua mente che stesse bene e che lo avrebbe rivisto l'indomani.

Jungkook, non stava per niente bene.
Si mordeva il labbro-così forte da farlo sanguinare-mentre cercava di trattenere le urla.
Il suo petto era pieno di lividi e lo stesso con la faccia. Continuava a mettersi le creme sperando di sgonfiarli, per non far preoccupare la madre.
Aveva già molti problemi da risolvere, non voleva che le se aggiungessero altri.

Nonostante l'ora decise di chiudere la mente per un paio d'ore e si addormentò.
Cercò di sostituire gli incubi, i pugni, i maltrattamenti, con la voce dolce del ragazzo che aveva conosciuto giorni fa.

Jimin stava urlando dalla felicità e per la prima volta si senti fortunato che nessuno vivesse accanto a lui.
Quel giorno il suo migliore amico sarebbe venuto e si sarebbe rivisto con tutti gli altri quattro suoi amici.
Non si incontravano da tanto tempo perché per loro "si devono incontrare solo quando sono al completo".

Si vestí velocemente e andò al parco. L'appuntamento era lì, alla sua panchina preferita.
Appena si videro corsero ad abbracciarsi fortissimo saltando a destra e a sinistra.
Jimin era l'ultimo arrivato, vide che tutti i suoi amici-che non vedeva da tempo-erano lì col sorriso sul volto.

Andare a scuola un tempo per lui era piacevole, ma adesso stava diventando un incubo.
Voleva sapere perché.
Lui che non aveva mai toccato o maltrattato un essere umano, si chiedeva cosa gli portasse a fare gesti del genere.
Quel giorno decise di non andare a scuola ma di dirigersi al parco sperando di incontrare il ragazzo.

"Jimin, ognuno ha un'amore vitale e tu invece?" chiese Seokjin curioso della vita amorosa dell'amico.
"Oh no. La mia vita è completa così."
Alzarono tutti gli occhi al cielo.
"Chim, non puoi continuare così. Devi trovarti qualcuno." disse Yoongi che poi gemette per la gomitata ricevuta sul piede da sotto il tavolo.

Jimin notò che improvvisamente i sguardi dei suoi amici erano tutti rivolti verso un punto dietro di lui.
Si girò anch'esso e vide Jungkook.

Jungkook mai si sarebbe aspettato di trovarlo circondato da molti ragazzi.
Anche questa volta aveva pensato a farsela a gambe levate, ma ormai, lui era al centro dell'attenzione.
"Kookie" esclamò allegro Jimin, alzandosi e avvicinandosi.

Jungkook voleva seriamente salutare Jimin, ma sentiva il cuore in gola. Tutti quei occhi puntati verso di lui, gli fecero ricordare i maltrattamenti ricevuti negli anni scolastici e che riceve tutt'ora.
Sentiva gli occhi riempirsi di lacrime.
Alzò lo sguardo verso un Jimin preoccupato, si girò e se ne andò correndo, ignorando i richiami del rosato.

Jimin era rimasto fermo con lo sguardo perso ad osservare il punto dove il minore sparí.
Ritornò di nuovo al suo posto e si sedette senza dire nulla.
Era perso nei suoi pensieri. Aveva notato i lividi sulla faccia di Jungkook, avrebbe voluto aiutarlo ma non fece il tempo.

I suoi amici lo osservavano preoccupati.
"Jimin va tutto bene?" chiese Namjoon.

Jimin non era presente con i pensieri.
Non sapeva il perché, ma, si sentiva in dovere di aiutare quel ragazzo.
Jeon Jungkook.

The park (Jikook) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora