Capitolo 5

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Spalanco gli occhi di scatto.

Urlo.

Mi dimeno sul piccolo materasso che mi fa da letto, insieme ad un cuscino e ad una coperta sottile, troppo leggera, per questo posto terribilmente freddo.

Urlo talmente forte che per un attimo temo di perdere l'uso delle corde vocali.

Sento delle imprecazioni, dei passi frettolosi, altre urla.

La porta si spalanca e all'interno si precipitano tre uomini, uno dei quali è Maxon.

Mi afferrano, cercano di bloccarmi, mi trascinano sul pavimento e mi inchiodano a terra; Maxon urla qualcosa, gli altri due sono impegnati a tenermi ferma.

"Chiamate Daniel!"-grida "servono i rinforzi!"

Sento altri passi.

"Dannazione, Daniel. Questa mi sta spaccando un timpano! Quanto ci hai messo a prendere quello che ti ho chiesto?"-Maxon sta urlando per sovrastare le mie grida.

"Mi scusi..."-sento.

"Dà qua!"-lo interrompe.

Pochi secondi dopo sento un dolore leggero alla gamba, le mie urla si affievoliscono, i miei occhi inziano a chiudersi.

Mi hanno sedata, di nuovo.

Mi considerano seriamente una bestia feroce.

Prima di abbandonarmi al sonno, sento Maxon sussurrare:

"Sogni d'oro, tesoro."

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora