Capitolo 47

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#Spazio scrittrice:
Prima di iniziare volevo fare la pubblicità ad una storia, è stata pubblicata da poco, perciò passate e dategli una letta ;)
● The prision is in me- Francesco Pierozzi (Ragazzacondeisegreti)
Grazie e buona lettura!♡

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Sono un pezzo di ghiaccio.

Come può un padre arrivare fino a questo punto con il proprio figlio?

Provo una fitta al cuore ed io blocco le immagini prima che possano invadermi la mente.

Ora capisco la rabbia di Andrew.

Ora capisco il velo di una vita sofferta che gli oscurava gli occhi limpidi.

"Andrew..."-non so cosa dire.

"Ti prego non dirmi che ti dispiace o cazzate simili"-mi interrompe.

Annuisco piano, facendo silenzio all'istante.

Improvvisamente sentiamo un rumore di passi proveniente dalle scale.

Qualcuno sta salendo di corsa.

Andrew si sistema la maglietta, tirandosela giù.

Poco dopo compare un' Alexa affaticata.

"Signorino!"-chiama.

"Cosa?"-lui si alza di scatto, e così  anch'io.

"Nel giardino..."-ansima "c'è una macchina parcheggiata ed un..."

"Che macchina è?"-la interrompe Andrew.

"Un'Audi nera, signorino."

"Merda!"-impreca Andrew precipitandosi giù per la grande scalinata.
Adam.

Il mio cuore accellera il battito.

Corro anch'io, fino alla porta d'ingresso, spalancata.

Andrew è uscito fuori.

"Brutto bastardo ricco!"-urla Adam fuori di sé.

"Lei dov'è?"

"Cosa cazzo ci fai qui?"-la risposta di Andrew.

"Quello che avrei dovuto fare già da tempo"-ribatte la voce di Adam "mi riprendo la mia ragazza."

"Tu non entri!"-urla Andrew "questa è proprietà privata, posso chiamare la polizia e farti sbattere fuori!"

"Ripeterò la domanda: dov'è Lenah?"

Osservo la scena attraverso una delle finestre dell'atrio.

"Vattene!"-grida Andrew spingendolo.

"Tu pensi che solo perché tu hai tutto questo"-fa un gesto ad indicare la proprietà della famiglia Sheen con una smorfia di disprezzo misto a disgusto "lei cadrà ai tuoi piedi, non è così?"

"Non costringermi a chiamare la polizia"-sibila Andrew.

"Fottiti"-ringhia Adam spostandolo con una spallata ed entrando in casa.

"Adam"-dico.

Lui si blocca, mi guarda e viene verso di me, esitante.

"Adam!"-urlo quando Andrew lo fa voltare e lo fa crollare a terra assestandogli un pugno in pieno viso.

Non si rialza più.

È un corpo inanimato, non si muove.

"Oddio!"-esclamo portandomi le mani alla bocca "respira?"

Andrew lancia un'occhiata ad Adam, a terra, privo di sensi.

"Sì per sua sfortuna"-mormora.

"Signorina, vada in camera sua, ci penso io a lui."

Il mio sguardo allarmato si sposta in continuazione da lei ad Andrew, e viceversa.

"Non preoccuparti"-mi dice Andrew "gli medicherà le ferite"-aggiunge con una smorfia.

Poi sparisce in cima alle scale.

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora