Capitolo 52

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"Chi è?"-il signor Sheen fa un cenno verso di me.

Percepisco Andrew irrigidirsi e stringere i denti.

"Un'amica"-riponde cauto.

"Un'amica"-ripete il padre  sovrappensiero.

Inclina la testa e fissa i suoi occhi chiari nei miei.

"E com'è che ti chiami?"

"Lenah"-rispondo dopo un attimo di esitazione.

Lui solleva le sopracciglia.

"Lenah?"-dice "il tuo cognome?"

"Ariston"-rispondo tentando di non balbettare.

Lui sembra sgranare gli occhi impercettibilmente.

Mi guarda a lungo e intensamente, poi il suo sguardo si posa su Adam.

Solleva le sopracciglia.

"E lui?"

"Se ne stava andando"-dice Andrew.
Cosa?

Adam fa saettare lo sguardo su di lui.

"Certamente"-dice dopo un po'.

"Ce ne stavamo andando."

Si avvicina a me e mi prende la mano.

Non mi muovo.

"Andiamo"-mormora allora in una supplica.

I suoi occhi scuri sono fissi nei miei e non mi lasciano andare.

"Lei resta"-decreta il signor Sheen.

Andrew si volta di scatto verso di me.

"Tu puoi andare, ragazzo"-continua lui parlando ad Adam.

"Non se ne parla. Lei esce con me."

Guardo il ragazzo testardo che si trova alla mia sinistra, e che sta sfidando un uomo temibile.

Le labbra del padre di Andrew si schiudono in un sorriso.

Cammina verso di noi, a passi lenti e calcolati, fino a trovarsi di fronte ad Adam.

"Il tuo nome, ragazzo."

Adam non apre bocca.

Rimangono a fissarsi negli occhi per un tempo che sembra interminabile.

Alzo lo sguardo preoccupato sul viso di Andrew. Lui mi fa un cenno rassicurante, poi mi sfiora la mano con la punta delle dita, in un tocco delicato.

Poi, finalmente, la voce di Adam rompe il silenzio carico di tensione:

"Adam Smith."

Il signor Sheen annuisce e si allontana da lui.

Tiro un sospiro di sollievo.

"Damien, caro. Stai terrorizzando questi poveri ragazzi"-interviene la madre di Andrew, che finora era rimasta a guardare la scena senza dire nulla.

Gli poggia una mano sulla spalla, gli sorride.

"Io vado in camera a riposare"-annuncia.

"Vai, Cindy."

Lei si avvia verso la grande scalinata, ma Alexa la blocca:

"Signora! Ha bisogno di qualcosa in particolare?"

"Oh, no"-dice scuotendo la testa "grazie, Alexa."

Detto questo, sparisce oltre la balconata delle scale.

"Voglio la cena pronta per le otto"-dice Damien rivolto alla cameriera, poi si rivolge a noi:

"Ci vediamo per quell'ora in sala da pranzo."

Se ne va anche lui, chiudendosi in una delle tante stanze della casa.


Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora