Capitolo 23

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Adam è bloccato sulla soglia della porta.

È a petto nudo, addosso ha solo un paio di boxer.

Ingoio amaro.

Dietro di lui compare Melody.

Si sta lisciando i capelli rossi.

Anche lei è completamente nuda, se non fosse per la biancheria intima.

La testa prende a pulsarmi.

Indietreggio.

"Lenah"-un rantolo.

Adam.

Il mondo intorno a me sta vorticando furiosamente, prende velocità sempre di più.

Adam e Melody.

Sono stati insieme, adesso ne ho la conferma.

E non posso ignorare tutto ciò.

Non posso accettarlo.

Un moto di rabbia mi travolge.

Avanzo verso di lui così in fretta che quando lo spingo, lui barcolla all'indietro, sorpreso.

Entriamo dentro casa.

"Tu"-sibilo.

"Lenah..."

"Tu"-ripeto "sei uno stronzo bastardo che non merita neanche di essere perdonato.

Sei un verme che striscia per elemosinare qualcosa che non può avere.

Non hai capito un cazzo, Adam!

Ed è per questo che sei con lei."

Indico schifata Melody.

"Lei è adattissima a te. Complimenti. Bravi. Vi siete trovati a vicenda."

Fisso il mio sguardo in quello di Adam, infuocato.

"Mi fai schifo"-sputo "fottiti, Adam. Fottiti."

All'improvviso sono attaccata al muro, con i polsi bloccati lungo i fianchi.

"Non ho capito un cazzo della vita, eh? È così?"-fa Adam "beh quello che ho capito per me bastava a completare la mia esistenza. E sì, sono uno stronzo, bastardo, verme e tutti gli insulti che ti vengono in mente in questo momento, ma io avevo qualcosa che nessun altro aveva. Avevo qualcosa che tutti invidiano. Sai perché uso il passato? Perché è vero, l'avevo. Ma ora l'ho persa. E non sai quanto mi fa incazzare tutto ciò. Quanto mi fa impazzire. Quanto mi fa salire il sangue al cervello pensare che è stata tutta colpa mia, che è tutta colpa mia. E solo mia. E ancora non smetto di fare lo stronzo"-dice tutto d' un fiato.

"Sto facendo soffrire due persone nello stesso momento. E una delle due è la ragazza che amo. E non posso permettere che avvenga una cosa del genere. Non per causa mia. Non deve versare nemmeno una lacrima per causa mia."

"Levati di dosso."

"Lenah, non ti lascerò andare una terza volta."

"Adam..."

"No."

"Ti prego"-sussuro, e non mi accorgo che le lacrime hanno iniziato a scendere.

Lui mi passa una mano tremante sulla guancia. I suoi pollici mi asciugano le lacrime dagli zigomi.

"Ti amo, Lenah."

"Adam..."

"La ami?"-una voce acuta.

Adam si volta di scatto.

"Esatto."

"Cosa?"

"Questa commedia è finita, Melody. Torna a casa."

"Vorresti dire che ogni volta che sei stato dentro di me non hai provato niente?"

"No."

"Bugiardo."

"Non tornare più, Melody"-Adam indica la porta.

"È stato un piacere."

"Dovrei fare quattro chiacchiere con Lenah, prima."

"Vattene"-ringhia Adam.

"Addie...come ti scaldi subito"-dice Melody "sei...incandescente, ecco."

"Ma tu sai che più il gioco è pericoloso, più io non mollo. Non sono una che ha paura del fuoco. Io ci gioco."

Se ne va nell'altra stanza.

Adam freme.

Io non so più cosa pensare.

"Sei stato con lei"-dico soltanto.

Lui si gira.

"Lenah, io...ero incazzato nero e...ho perso il controllo."

Fisso il vuoto.

"Ero incazzato con me stesso perché non ti ho fermata. E perché ho fatto una cazzata al college. E poi...ero anche incazzato con te."

"Con me?"-scatto.

"Sì. Tu sei sempre così impulsiva, non mi hai lasciato il tempo di spiegare, poi sei sparita."

Scuoto la testa.

Appoggio la testa al muro.

"Ho visto Ash, di fuori. Suppongo che sei stata da lei. Quindi, anche se ora hai intenzione di andartene, sappi che io ti troverò."

Resto in silenzio.

"Non ho buttato la tua lametta"-dice di punto in bianco.

"Cosa?"

"Non l'ho buttata"-ripete "era un pezzo di te e l'ho tenuta per avere qualcosa che mi facesse pensare a te. Alla Lenah di cui mi sono innamorato."

"Quando mi hai chiamata amore...quando hai detto che mi ami, eri sincero?"

Lui mi guarda a lungo, poi un sorriso dolce gli illumina il viso e gli fa brillare gli occhi.

"Sì."

Distolgo lo sguardo e fisso il pavimento.

Un sorriso lotta per affiorare, ma poi mi ricordo che nell'altra stanza c'è Melody.

Torno subito seria e mi scosto da Adam.

"Devo andare."

"Come?"

"Io..."

Mi afferra un braccio.

"Lenah"-mi guarda negli occhi.

"Rimani. Andrà tutto bene. Le cose si sistemeranno"-sussurra.

E io commetto l'errore di credergli.

Mi lascio condurre nel corridoio e cerco di dimenticare tutto.

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora