Capitolo 48

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"Come sta?"-chiedo apprensiva ad Alexa.

"Meglio, signorina. Quelle brutte ferite sul suo viso ormai sono quasi sparite del tutto."

Annuisco sovrappensiero, e vorrei prendermi a schiaffi per essermi sorpresa a pensare ad Andrew, in realtà.

Mi domando cosa diamine stia facendo ora.

La mia attenzione è richiamata da un leggero tossire.

Adam è seduto sul divano e si sta guardando intorno, confuso.

Subito i suoi occhi profondi trovano i miei.

Arrossisco senza volerlo.

"Lenah?"-la sua voce è roca.

Faccio un lieve cenno con la testa.

"Dov'è quello stron..."-tenta di alzarsi, ma Alexa lo blocca gentilmente, posandogli una mano sul petto.

Adam la scruta, poi sbuffa e si arrende.

Si lascia cadere di peso sul divano costoso.

"Lui dov'è?"-chiede con voce sommessa.

Scuoto la testa.

"Non lo so."

Lui inclina leggermente la testa di lato, poi guarda Alexa, la quale aspetta paziente con un bicchiere d'acqua in mano.

"Beva questo"-dice porgendoglielo con un sorriso quasi materno.

Dopo qualche esitazione, Adam accetta l'offerta della cameriera, anche se ancora un po' titubante.

Una volta bevuto in un sorso il contenuto del bicchiere, Adam lo restituisce ad Alexa, che per portarlo in cucina, ci lascia soli per un po'.

Passano alcuni secondi di imbarazzante silenzio, poi lui rompe il silenzio:

"E così...il bastardo ti ha portata in questo posto enorme"-dice "dev'essere stato uno spasso per te. Come una bambina al Luna Park."

Ingoio amaro.

"Andrew"-lo correggo "si chiama Andrew."

Lui alza le sopracciglia, poi distoglie lo sguardo e sbuffa sprezzante.

"Andrew"-ripete "giusto."

"Perché lo odi così?"-gli domando.

Il suo sguardo saetta su di me e qualcosa di indecifrabile gli attraversa gli occhi scuri.

"Come sarebbe a dire perché ?"-dice.

Faccio per aprire bocca, ma lui non me ne dà motivo.

"Quel...tizio ha 'rapito' la mia ragazza e non dovrei essere incazzato con lui?"

Sgrano gli occhi.

"Non mi ha 'rapita' "-dico.

Lui sospira pesantemente.

"Cazzo, Lenah"-impreca "non dirmi che quell'imbecille ti ha fatto il lavaggio del cervello e che tu gli credi!"

Lo fisso. "Certo che gli credo"-ribatto "almeno lui non mi mente."

"Cosa?"-fa Adam leggermente allarmato "io non ti ho mai mentito, Lenah."

Scuoto la testa.

"Beh, lui è stato con me quando ero al manicomio. Tu dove cazzo eri?"

Lui rimane in silenzio, cerca le giuste parole da dire.

"È complicato."

"Cosa è complicato?"-fisso il mio sguardo nel suo.

Adam fa per rispondere, poi stringe gli occhi e dice a bassa voce e velocemente:

"Ora non posso dirtelo."

Sto per protestare, ma il ritorno di Alexa non me lo permette.

Dovrò aspettare.

Ma non per molto, questo è certo.

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora