Mi solleva.
Cerco di tenere gli occhi aperti, ma è così difficile...
"Che ti hanno fatto..."
Sono distesa tra le sue braccia.
Sta camminando, mi sta portando via.
"Ehi! Che diavolo fai?"-Maxon.
"La porto via di qui."
"Non puoi..."
"Oh, sì, invece. Ho firmato tutto quello che bisognava firmare per portare via da questo maledetto posto una persona."
Ho gli occhi chiusi.
Non riesco proprio a tenerli aperti.
Sento a malapena Maxon replicare, ma ormai Adam si sta già allontanando.
Usciamo all'aria aperta. Il sole mi investe facendomi stringere gli occhi ancora di più. Adam mi adagia su qualcosa di morbido. Apro leggermente le palpebre e mi rendo conto di essere in un'auto, distesa sui sedili posteriori.
Adam si accomoda dal lato del guidatore, chiude lo sportello e stringe le mani sul volante. Prende degli occhiali da sole dalla taschino della sua camicia e li inforca.
Mette in moto, e partiamo.
Durante il viaggio ho cerco di rimanere sveglia, ma ogni tanto cado irrimediabilmente in uno stato di incoscienza.
Dopo un tempo che mi sembra interminabile, finalmente l'auto si ferma definitivamente.
Apro gli occhi. Sono stranamente sveglia e attenta. È buio tutto intorno a me.
Adam scende dalla macchina e scompare dalla mia visuale, poi, lo vedo riapparire proprio mentre delle luci si accendono con un leggero sfarfallio. Adam si china su di me e mi prende ancora in braccio, per portarmi fuori dalla macchina. Con un fianco chiude lo sportello.
Ora che riesco a tenere gli occhi abbastanza aperti, mi concedo un attimo per guardarmi intorno.
Siamo in un box. È molto ampio, c'è lo spazio per parcheggiare addirittura tre macchine. Ci sono degli scaffali semivuoti intorno a noi. Non capisco dove mi trovo.
Stringo le dita sulla camicia bianca di Adam. Lui abbassa lo sguardo.
Inizio a tremare e non so il perché.
"Ehi. Va tutto bene"-sussurra dolcemente "sei al sicuro, adesso. Ci sono io. Ti ho portata via da quella merda."
Cerco di ingoiare, di respirare.
"Lasciami"-dico debolmente, anche se non ne sono convinta del tutto.
"Ce la fai a camminare?"-mi chiede scrutandomi.
Oddio, i suoi occhi, così dolci...sono la cosa più bella di questo mondo.
Annuisco.
Lui mi lascia andare, lentamente.
Mi tengo in piedi, a malapena, ma tento lo stesso di camminare.
E piano piano, ce la faccio. Adam mi prende per mano ed insieme saliamo delle scale. Adam apre la porta in cima ad esse e ci ritroviamo in una piccola stanza. Oltrepassiamo un'altra porta, ed arriviamo in un salotto ben arredato.
Confusa, cerco lo sguardo di Adam.
"Questa è casa mia"-mormora con un sorriso.
"C-che? E..."-un senso di gelo mi pervade le ossa.
"E-e M-malcom? Tuo padre...?"
Adam ha un leggero sussulto.
"Ora hai bisogno di riposare. Parleremo domani."
"No. Che succede, Adam?"-chiedo liberandomi dalla sua presa "Cos'è che non vuoi dirmi?"
Lui sospira. Ha improvvisamente lo sguardo stanco.
"Malcom"-inizia "mio padre, è...è morto."
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Pain is madness [ IN REVISIONE ]
Romance"Sai cosa?"-dico. "Cosa?"-fa lui di rimando con un sorriso. "Non sono mai stata così felice e in pace in vita mia." Questo è ciò che dice Lenah pochi minuti prima di essere presa e trascinata via a forza da casa Smith, in un pomeriggio primaverile. ...