"Ehi, ci sei?"
Un bisbiglio.
"Lenah, ci sei?"
"Oddio, Lenah, ci sei?"
Sbatto le palpebre velocemente.
"Andrew?"
"Gesù. Finalmente. Ho avuto paura che ti avessero sedata un po' troppo e che fossi morta."
"Grazie, ma purtroppo sono ancora qui."
Una risata corta e bassa.
"Hanno detto che se continui ad urlare così, dovranno metterti nell'area dei pazzi andati"-dice serio.
Un brivido mi percorre la schiena.
"Eri sveglio?"-chiedo, improvvisamente provando vergogna.
"Con quelle urla così, impossibile non sentirti. Credo che le abbiano sentite tutti, qui. Superavano addirittura quelle dei pazzi dell'altra area."
Rimango zitta.
"Merda, scusa, Lenah. Io...non volevo dire che...insomma...io...non volevo dirti che sei una pazza...sono un cretino, merda."
"Non fa niente, Andrew. Scusa tu per averti svegliato."
Passano pochi secondi di silenzio, poi Andrew rompe il silenzio:
"Posso...posso chiederti una cosa?"
"Dimmi"-rispondo con poco interesse.
"Perché urlavi così?"
Sobbalzo.
"N-non lo so"-rispondo "io...non ricordo niente."
Andrew rimane in silenzio, mentre io in questo momento darei tutto pur di vedere la sua faccia. La sua espressione, se le mie parole hanno suscitato un'emozione in lui.
Se gli faccio pena o no.
Se mi capisce realmente.
All'improvviso anch'io voglio conoscerlo.
"Posso chiederti una cosa anch'io?"-gli chiedo dopo un po'.
"Vai."
"Perché sei qui?"
Esita.
"Perché sono considerato un pericolo pubblico."
"Perché?"
"Avevo una ragazza, una volta. Lei aveva un ex...super geloso e tutto il resto. La minacciava, non la lasciava in pace. Un giorno mi sono talmente incazzato da andare fuori di testa. Ho preso un coltello e gli urlavo contro, avvertendolo che lo avrei ucciso. I vicini hanno chiamato la polizia, che ha chiamato il manicomio. Mi hanno portato via, e ora soni qui da otto mesi."
"Otto mesi?"-dico spalancando gli occhi.
"Già. Sono qui per la tua stessa ragione: senza un motivo valido."
"Hai solo cercato di proteggerla..."-mormoro, così piano che potevo essere rivolta a me stessa.
"Non ti chiederò i dettagli di come ti hanno portata qui, né il perché: sei già abbastanza scossa di tuo. Ma sono sicuro, al novantanove percento, che sei qui perché hai subito un'ingiustizia, proprio come me."
Annuisco, mentre penso ad Adam.
Il dolore è insopportabile, profondo, e, prima o poi, mi porterà alla follia. Ne sono sicura.
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Pain is madness [ IN REVISIONE ]
Romance"Sai cosa?"-dico. "Cosa?"-fa lui di rimando con un sorriso. "Non sono mai stata così felice e in pace in vita mia." Questo è ciò che dice Lenah pochi minuti prima di essere presa e trascinata via a forza da casa Smith, in un pomeriggio primaverile. ...