Capitolo 26

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Un telefono che squilla.

Adam borbotta qualcosa.

Mi alzo dal divano stropicciandomi gli occhi come una bambina, poi barcollo verso il suono.

Nel corridoio trovo un mobiletto con sopra un telefono fisso.

Alzo la cornetta.

"Pronto?"

"Lenah?"-una voce femminile.

"Sì, sono io."

"Ciao, sono Ash."

"Oh, Ash, ciao! Non ti avevo riconosciuta."

"Devo dirti una cosa"-dice seria.

"Dimmi"-aggrotto le sopracciglia.

"Non al telefono."

Dieci minuti dopo sono uscita di casa con indosso una giacca leggera per incontrarmi   con Ash in un parchetto vicino alla scuola elementare.

"Cos'era che dovevi dirmi?"-domando dopo averla salutata con un abbraccio.

"Riguarda Andrew"-fa lei.

La mia faccia deve aver cambiato espressione perché Ash scoppia a ridere.

"Non ti preoccupare. Non è successo niente"-mi rassicura.

Tiro un sospiro di sollievo.

"Avevi detto se ti aiutavo a farlo uscire fuori da quel manicomio"-inizia "beh, ci sono riuscita. Ho firmato dei fogli e sono andata in tribunale per testimoniare che Andrew in realtà era stato rinchiuso lì dentro senza una ragione precisa."

"E...?"-chiedo speranzosa.

"Il giudice ha capito e ha dato l'ordine di farlo uscire."

"Cosa?"

"Ora Andrew non è più al manicomio. È libero!"

"Oh, Ash!"-le butto le braccia al collo "grazie!"

Lei ride.

"Finalmente è tornato a casa sua, ma voleva ringraziarti personalmente e mi ha chiesto di darti questo"-abbassa il tono della voce e mi porge un pezzetto di carta.

Lo prendo. È il suo numero di telefono.

Annuisco.

"Grazie ancora, Ash. Sei fantastica."

"Ti voglio bene, Lenah."

Sorrido. "Anch'io."

Più tardi, prendo il telefono e compongo il numero di Andrew.

Mi risponde al terzo squillo.

"Sì?"-fa lui.

"Ciao, Andrew. Sono Lenah."

"Lenah!"-esclama "finalmente, ti aspettavo."

"Eccomi"-dico imbarazzata.

"Possiamo vederci?"-dice lui.

"Ehm...sì"-faccio guardandomi intorno. Sono sempre più in imbarazzo.

"Bene"-il suo tono è quasi euforico "ci vediamo nella piazzetta principale tra dieci minuti."

Sospiro e chiudo la comunicazione.

"D'accordo"-mormoro.

"Lenah?"-una voce proveniente dalle mie spalle.

Mi volto.

"Andrew?"-chiedo.

Il ragazzo che ho di fronte mi fa un sorriso enorme.

"Ehi"-fa lui.

"Wow"-esclamo sorpresa "sei...diverso."

"Diverso?"-ripete trattenendo un sorriso.

"Sì, beh...ecco...tu...insomma sei diverso da come ti ricordavo nella cella del manicomio"-balbetto arrossendo.

"Mi sono dato una ripulita"-scrolla le spalle. Poi qualcosa nel suo sguardo cambia e mi fa un sorriso dolce.

Ormai le mie guance vanno a fuoco per l'imbarazzo, che è così tangibile che si può tagliare con un coltello.

"Sei arrossita"-dice avvicinandosi, senza smettere di sorridere.

Cerco di fare una risatina per togliermi dall'imbarazzo, ma il risultato è solo un verso strozzato.

"Ti devo un favore, Lenah. Mi hai fatto uscire da quell'incubo. Grazie."

Abbozzo un sorriso e mi allontano un po' da lui.

Alla luce del sole l'Andrew che ho davanti è sorprendentemente strano.

Strano perché è diverso.

Diverso perché è un'altra cosa vederlo in un posto diverso dalla cella buia del manicomio.

È un'altra cosa perché è davvero bello.

I capelli biondo cenere sono leggermente scompigliati e un ciuffo ribelle gli ricade davanti gli occhi di un azzurro così bello, che fa invidia al cielo.

"Ti dovevo dire una cosa. Quella volta, al manicomio"-fa una pausa "ricordi?"-il suo tono di voce è cauto.

Annuisco. "Sì. Ricordo."

I suoi occhi sono difficili da sopportare, adesso.

"Quello che volevo dirti è che non ho mai avuto un'amica come te, Lenah. Ti volevo ringraziare per quello che hai fatto per me, perché mi sei stata accanto"-fa un respiro.

"Volevo dirti che sei una ragazza fantastica. Oltre che bellissima. E...mi sono innamorato di te"-i suoi occhi sono due sinceri pozzi d'acqua.

Il mio respiro si blocca.

Credo di avere la bocca leggermente aperta.

Il mio cervello si spegne per un attimo, un attimo che basta ad Andrew per slanciarsi in avanti e posare le sue labbra sulle mie.

Spalanco gli occhi.

Cerco di staccarmi, ma inutilmente.

Dopo vari tentativi, ci riesco.

Inspiro bruscamente.

Lo guardo torva e gli do uno schiaffo.

"Sei impazzito?"-lo aggredisco "sapevi che avevo il ragazzo. Sai che amo Adam."

"Scusa, Lenah. È che...è successo in fretta e...non ho ragionato"-si giustifica "e poi, ho saputo quello che era successo tra voi due e...beh, ho sperato che magari...ah, mi vergogno solo a pensarlo, adesso."

"Tu...tu..."-non trovo le parole.

Poi Andrew fa una cosa inaspettata: si mette a ridere.

Lo guardo male mentre lui getta la testa all'indietro.

"Scusa, ma sei così bella quando ti arrabbi. E sei anche buffa. Vedi, ti si forma una fossetta qui, tra le sopracciglia"-tocca il punto indicato.

Lo scanso bruscamente.

"Che c'è?"-fa lui sorridendo.

"Non sei come credevo che fossi"-dico.

"E come credevi che fossi?"

"Sei molto peggio"-dico.

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora