Strizzo gli occhi sbadigliando.
Nonostante le tende pesanti, la luce riesce comunque a passare, illuminando il letto.
Non sono riuscita a dormire. Non dopo la visita inaspettata di Andrew. Non dopo aver visto la sua espressione. Non dopo la consapevolezza di averlo deluso ancora, che si è insinuata in me e non mi lascia andare.
Sono una delusione. Per tutti. Lo sono sempre stata.
Resto immobile nel letto, fisso la porta dalla quale è uscito un ragazzo sofferente, ieri notte; ricaccio indietro le lacrime.
Reprimo il desiderio pressante di tagliarmi; non posso farlo: Adam mi ha preso la lametta.
Faccio una smorfia pensando a lui.
L'avrò tradito, in qualche modo?
Sbuffo passandomi una mano fra i capelli.
Doveva dirmi una cosa importante.
Deve anche dirmi cosa di così "complicato" gli ha impedito di venire da me.
Ho il diritto di sapere.
Sto ancora fissando la porta in legno bianco, la maniglia color oro.
Non ho intenzione di scendere.
Non posso sopportare lo sguardo di Andrew, né quello di Adam.
Mi sentirei troppo in colpa.
La maniglia gira lentamente.
I miei occhi sono puntati su di essa, sgranati.
La porta si apre piano, lascia solo un piccolo spiraglio.
Ho perso la capacità di respirare.
La porta ora si apre completamente, per poi rinchiudersi alle spalle di Damien.
Sono ancora con il fiato sospeso.
"Lenah."
"B-buon giorno"-riesco a balbettare dopo un po'.
Lui mi sorride.
"Non ti ho vista a colazione, mio figlio è una maschera di emozioni che non riesce a nascondere e quel ragazzo, Adam, è più indomabile del solito"-sbuffa divertito "ci è mancato poco che mi minacciasse di nuovo con uno stupido coltello; il tutto solo perché non ti ha vista scendere. Inoltre, non è così stupido da non notare la faccia di Andrew."
Ride. "Credo che se la sia presa con lui, adesso. Devo ammettere che ha coraggio, il ragazzo. Ma ugualmente mi sfugge il motivo della sua presenza in casa mia."
Resto zitta. Non voglio interrompere il suo monologo.
"Immagina il mio sconcerto quando, tornando a casa mia stanco ed affamato, trovo mio figlio con un perfetto sconosciuto. E poi tu"-qualcosa cambia nel suo sorriso perenne.
Si avvicina a me.
"Ti senti poco bene? È questo il motivo per cui non sei scesa a colazione?"
La sua vicinanza eccessiva scatena in me emozioni negative.
Brividi di terrore si fanno largo sulla mia pelle, facendomi rizzare i peli sulla nuca.
"A-adesso scendo. Se mi vuole scusare, signor Sheen, io..."
Un gemito strozzato mi esce dalle labbra quando, repentino, mi afferra il mento con due dita forti.
"Non mi dare del 'lei' "-soffia sulla mia guancia.
Il battito del mio cuore accellera.
Non riesco a parlare, la sua presa ferrea mi stringe la mascella.
"Sei davvero una bella ragazza"-dice, provocandomi un brivido lungo la spina dorsale.
Stringo gli occhi, lascio che un nuovo verso strozzato mi esca dalle labbra.
Damien ride, sento il suo fiato caldo sulla mia guancia.
"Tranquilla"-mormora "non ho cattive intenzioni."
Lascia andare la presa, proprio nel momento in cui la porta della mia stanza si apre di scatto.
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Pain is madness [ IN REVISIONE ]
Romance"Sai cosa?"-dico. "Cosa?"-fa lui di rimando con un sorriso. "Non sono mai stata così felice e in pace in vita mia." Questo è ciò che dice Lenah pochi minuti prima di essere presa e trascinata via a forza da casa Smith, in un pomeriggio primaverile. ...