Capitolo 8

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"Dannazione, fatela stare zitta!"

Delle grida.

"Che cazzo succede?"

Ho la bocca aperta, le mie urla mi rimbombano in testa.

Qualcuno mi solleva.

"No!"-urlo.

"No, no, no!"

"Porca puttana, Sam, tienila ferma!"-questo è Maxon, sicuramente.

"Lasciatela!"-un grido. Andrew.

"Fatti i cazzi tuoi, tu!"-urla di rimando Maxon.

"Dobbiamo sedarla, cazzo!"-una voce che non riconosco, forse è Sam.

E, subito dopo, scivolo nell'oscurità.

Sono ancora intontita e mezzo assonnata, quando sento delle voci provenienti dal corridoio.

"Oh, ma guarda chi c'è"-una voce canzonatoria.

"Fa il tuo lavoro e apri questa cazzo di porta"-la risposta secca.

Sono troppo debole e troppo stanca e troppo intontita dai sedativi per riuscire a diradare la nebbia che mi avvolge la mente.

"E se non lo facessi?"-la prima voce assume un tono provocatorio.

"E se ti spaccassi il naso?"-la seconda voce, nonostante si sforzi per mantenere un tono neutro, si lascia sfuggire una nota di rabbia, mista a irritazione.

Una risata. Rumorosa, lunga. Apro gli occhi, ma è come se avessi un velo nero davanti.

Cerco di levarmelo dal viso, cerco di avanzare nella nebbia.

Sento la serratura della porta scattare.

"Sta' calmo, amico."

Riesco ad aprire gli occhi, ma resto ancora sdraiata sul pavimento. Ora riesco a sentirne il freddo penetrarmi la pelle.

La porta si spalanca, lo so anche se le do le spalle.

"Che cazzo le avete fatto?"-scatta la seconda voce. Mi sembra di riconoscerla, di ricordare qualcosa. È così familiare...ma sono troppo stanca per cercare di concentrarmi.

"Tranquillo, l'abbiamo solo sedata un po'."

Questa è senza dubbio la voce arrogante di Maxon.

Sento un tonfo provenire dal muro e un gemito. L'altro deve averlo inchiodato al muro.

"Avete fatto cosa ?"-un sussuro rabbioso, minaccioso.

"Ehi, ehi, levami le mani di dosso, o ti ficco un bel sedativo nel culo e ti rinchiudo."

Stavolta è l'altro a ridere. Una risata secca, per niente divertita.

"Questo lo vedremo."

Sento dei passi avvicinarsi a me.

Una mano tremante mi tocca i capelli.

"Lenah..."

Un sussuro. Una voce. Dolce e roca.

Mi risveglio dal mio torpore ed è la cosa più bella che non sentivo da mesi. E che mi è mancata terribilmente.
Adam, penso. Adam è qui.

Pain is madness [ IN REVISIONE ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora