Capitolo 1

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Il taxi si è appena fermato davanti la mia vecchia casa. Inizio a guardarla dal finestrino e ripenso a tutti i momenti che ho trascorso a Barcellona con papà, a quanto ero tranquilla stando con lui. Improvvisamente una voce mi porta alla vita reale.

«Scusami, siamo arrivati...» afferma l'autista del taxi guardandomi con gli occhi stanchi.
«Si, mi scusi, ora scendo. Potrebbe aiutarmi a prendere le valigie? Sono piuttosto pesanti...»
«Va bene» sbuffa.

Scendo dall'auto e iniziano a venirmi mille pensieri in testa, ma decido di scacciarli via e prendere le valigie.
«Grazie, molto gentile. Quanto le devo?»  dico tirando fuori il portafogli.
«Nulla, ha già pagato suo zio quando è partita» dice l'uomo mentre sale sul mezzo andandosene.
Trascino le mie valigie, due per volta, fino al cancello, erano veramente tante dato che non potevo spedire tutto con dei pacchi. Appena ho avvicinato tutte le valigie suono il campanello e una parte di me spera che nessuno risponda, o che mia madre fosse da un'altra parte e che a casa ci fosse solo mio fratello Polo.

«Chi è?» Dice una voce a me sconosciuta, doveva essere la domestica
«Sono Emma» dico con freddezza.
«Signorina Emma, entra pure, arrivo ad aiutarla con i bagagli» Risponde confermando la mia ipotesi

Arriva questa donna frettolosamente, aveva chiaramente di meglio da fare piuttosto che aiutarmi a trascinare le mie valigie.

«Buonasera signorina» dice un po' nervosa
Ricambio con un saluto e portiamo dentro i miei bagagli.

Entro a casa guardandomi intorno, subito sbuca mio fratello che scende velocemente delle scale a braccia aperte.
«Ciao peste, sei cresciuta un sacco!» Dice con un sorriso a 32 denti
«Ciao Polito, tu sembri ancora più deficiente» Ovviamente scherzavo e lui ne era consapevole.
«Mamma?» dico guardandomi intorno
«Pensava arrivassi più tardi, è andata a prendere la cena»
«È che si mangia? Ho un sacco di fame » dico massaggiandomi la pancia
«Sushi, il tuo preferito...» «...comunque, sei troppo stanca per uscire un po' questa sera? Carla e gli altri muoiono dalla voglia di vederti» sorride, si vede che è felice di vedermi dopo tanto.
«Sono stanca, ma si sa, la voglia di vederli supera la mia stanchezza»

Arriva mia madre assieme alla governante che aveva le braccia piene di buste con all'interno chissà quante confezioni di sushi. Appena mi vede fa un sorriso, probabilmente tirato e mi abbraccia.

«La mia piccolina! Mi sei mancata peste!» sorride, e a me da fastidio.
«Ciao mamma.» dico fredda
«Allora, il viaggio com'è andato?»
«Bene, possiamo mangiare ora? Ho veramente tanta fame»
«Certo tesoro» dice con un sorriso fin troppo tirato.

Il rapporto tra me e mia madre si è rovinato quando avevo 13 anni. Avevo scoperto che tradiva papà con un'altra donna, e mi ha costretta minacciandomi per non dirlo a lui. Io la odiavo così tanto. Come poteva fare questo a mio padre, a me e a mio fratello? Non dico che mia madre dovesse amarlo per forza, magari i sentimenti si erano sciupati, ma avremmo preferito tutti quanti che fosse stata onesta invece di prenderci per il culo per un anno intero.

Andiamo in sala da pranzo e azzanno ogni singolo pezzo di sushi che mi passa davanti e poi, quando mi sento sazia io e mio fratello ci alziamo dal tavolo per poterci preparare.

«Polo, non so tu, ma io mi faccio una doccia»
«Okay sorellina, ma devi essere veloce, tra mezz'ora arriva Ander.» dice alzando le sopracciglia.

Ander. Appena sento quel nome il mio cuore perde un battito. Quando ero qua ero cotta di lui ma non glie l'ho mai detto, si sa, mai scoparsi la sorella del tuo migliore amico, Polo non me lo permetterebbe mai, e comunque Ander non si metterebbe mai con me, a lui piacciono le ragazze più grandi e io a lui ci scambiamo un anno.

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