Ricomincio a piangere e lui viene velocemente ad abbracciarmi. Tira un po' su la manica della felpa e inizia ad asciugarmi le lacrime.
«Io ho davvero bisogno di te, sempre.» dice.
Ci guardiamo negli occhi per un paio di secondi e poi istintivamente lo bacio. Lo bacio con passione. Non è proprio come le altre volte. Non è come quando scopiamo, è diverso.Ci stacchiamo e lui sorride come un bambino.
«Che c'è?» gli chiedo sorridendogli. «Mi è venuta una sorta di idea...» dice. Io resto zitta non capendo le sue intenzioni. «...Io e te ora siamo solo dei semplici amici» continua. «In che senso?» domando confusa e scuotendo la testa. «Rifacciamo tutto da capo, facciamo finta che non sia successo nulla, facciamo finta che non abbiamo mai scopato. Dobbiamo essere dei semplici amici che escono insieme e così se c'è altro fra noi lo capiremo e andremo oltre» dice lui continuando a sorridere.
Ora ho le idee un po' più chiare. «E Polo?» la domanda mi viene spontanea. «Se usciamo insieme qua a Madrid potrebbe vederci» specifico. «E quindi? Noi siamo amici, non stiamo facendo nulla di male, no?» risponde lui facendomi ridere.
«D'accordo, ci sto!» esclamo e lui mi abbraccia.È incredibile a come siamo passati in così poco tempo dall'urlarci contro all'abbracciarci e all'andare d'accordo. Forse questa cosa può funzionare, ma ancora non ne abbiamo parlato a fondo. Se scopriamo che fra noi due ci sono realmente dei sentimenti come dovremmo fare con Polo?
Scaccio via i pensieri e mi godo l'abbraccio, che dopo qualche secondo sciogliamo.
«Facciamo una cosa, dato che è ancora presto tu ora vai a casa, ti cambi i vestiti dato che hai la divisa e facciamo la prima uscita in amicizia, d'accordo? Dillo anche a Polo se ti va, almeno non ci nascondiamo» dice lui sorridendo, e quel suo sorriso in questo momento mi sta dando veramente molta sicurezza. Io annuisco e gli lascio un bacio sulla guancia. «Ti accompagno io a casa» enuncia. Io scuoto la testa e vado al piano di sotto. Saluto sua mamma prima di andare verso casa a piedi.
In circa 25 minuti arrivo a casa mia, così mi affretto a prepararmi. Faccio una doccia veloce, liscio i capelli e inizio a vestirmi. Metto un maglione rosa che infilo dentro ad una minigonna a quadretti, una cintura nera e le McQueen.
Spruzzo un po' di profumo e mando un messaggio ad Ander per dirgli che sono pronta.
Appena esco dalla stanza vedo Polo che mi squadra dalla testa ai piedi.
«Dove vai sorellina?» domanda curioso. «Esco con un nostro amico» enuncio. Lui mi guarda confuso. «Chi?» si limita a dire. «Ander» dico noncurante.
Lui ha un'espressione fin troppo confusa.
«Perché mai dovresti uscire con Ander? Dai, dimmi con chi esci» ride, ma appena vede che io resto seria la smette subito. «Perché uscite? Ti giuro che se si scopa pure te io...» «Polo, ora smettila. Siamo amici porca puttana. Io non mi scopo il primo che capita e nemmeno lui, vogliamo solo lo stesso rapporto che avevamo prima che me ne andassi, perché non so se ti ricordi, ma eravamo amici, e da quando sono qua non ne ho tanti con cui passare del tempo dato che la mia migliore amica è sempre impegnata con te e con gli altri ho perso i rapporti. Non c'è niente di male ad uscire con un amico, okay?» lo interrompo. «Okay, hai ragione, scusami. Salutami Ander...» dice lui dandomi un bacio sulla guancia.Finalmente cazzo.
Gli do una leggera pacca sulla spalla e poi scendo al piano di sotto uscendo di casa.
Ander è davanti al cancello ad aspettarmi questa volta. Vado verso di lui con un sorriso da ebete e appena lo raggiungo lui mi da un bacio sulla guancia.
«Come siamo belle!» esclama lui. «Non posso dire lo stesso di te...» scherzo io.
Saliamo entrambi in macchina e iniziamo a cantare tutte le canzoni trasmesse in radio ridendo.
Appena la macchina si ferma siamo davanti ad una grossissima sala giochi, quella dove andavamo da piccoli.«Oddio, te lo ricordi?» domando entusiasta. Lui annuisce. «Quando avevi 10 anni volevi venire tutti i giorni qua, come dimenticarlo?» ride. Io lo abbraccio e poi entriamo dentro la sala giochi. È rimasta la stessa.
Appena arriviamo davanti al Karaoke ci guardiamo velocemente negli occhi e senza dire niente mettiamo le monetine nella macchinetta.
Fortunatamente abbiamo sempre avuto gli stessi gusti musicali, quindi scegliere una canzone che piaccia ad entrambi non è per niente difficile.
Scegliamo "Changes" di 2Pac. Quando eravamo piccoli abbiamo impiegato molto tempo ad impararla, così tanto che sicuramente entrambi non la scorderemo mai. Appena iniziamo a cantarla noto quanto Ander sia diventato bravo nelle parti rap, sembrano fatte apposta per lui.Appena finiamo la canzone ci guardiamo soddisfatti e guardandoci un po' attorno andiamo dove ci sono i due canestri di basket.
«Vuoi veramente farti stracciare?» domanda divertito. «Vedremo» ghigno.
Iniziamo la sfida ed entrambi ce la stiamo cavando piuttosto bene, ma ovviamente io proprio alla fine manco il canestro facendolo vincere.
«Vedi? Te lo avevo detto diavoletto!» esulta. Io gli faccio una smorfia e dopo continuiamo a fare vari giochi finché non ci stanchiamo entrambi.«Andiamo a bere qualcosa?» mi domanda. Io annuisco.
Appena saliamo in macchina penso a quanto ci siamo divertiti questo pomeriggio e quasi mi sembra strano aver fatto queste cose con lui, però mi è piaciuto molto passare il tempo così e soprattutto con lui.
Mi ha portato nello stesso pub in cui c'eravamo incontrati quando ero con Valerio, in effetti penso sia il più bello della città. Ci accomodiamo all'interno dato che il freddo di inizio dicembre sta iniziando a farsi sentire anche qua. Prendiamo entrambi una birra e iniziamo a sfotterci a vicenda per i nostri fallimenti nei giochi precedentemente fatti.
«Beh dai, quando stavamo ballando ti sei fatta lo sgambetto da sola solo per cadere addosso a me!» dice ridendo. «Come scusa? Io non vorrei mai cadere addosso a te!» scherzo. «Mhh... sicura?» domanda con un velo di malizia. Io annuisco divertita e appena finiamo entrambi la birra mi accompagna a casa.
«Grazie di tutto» gli dico sistemandogli il ciuffo riccioluto. «Figurati, grazie a te diavoletto» sorride.
Ci salutiamo e poi entro dentro casa. Polo è sulle scale e appena sente la porta aprirsi si gira di colpo.
Mi chiede cosa abbiamo fatto e glie lo racconto brevemente per poi andare in camera mia e mettermi dei vestiti per stare in casa.❗️So che è un po' corto, ma ho dovuto dividere questo capitolo da quello precedente perché stava venendo troppo lungo ❗️
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Siamo un rompicapo |Aròn Piper|
Teen FictionSono Emma, ho 17 anni e abito a Madrid da poco. Prima abitavo a Barcellona con mio padre che sfortunatamente è morto, così ora sono tornata da mia madre e da mio fratello Polo. Sono andata via con mio padre 2 anni fa dopo il divorzio dei miei dato...