Le lezioni sono appena finite e la prima cosa che faccio è catapultarmi fuori per trovare Ander. Finalmente lo vedo uscire dalla classe, così vado verso di lui.
«Allora, oggi pomeriggio usciamo?» ammicco. Lui scuote la testa. «Oggi ho una partita» sbuffa. So quanto odia il tennis, è da anni che si sfoga con me.A lui prima piaceva moltissimo, ma andando avanti si è stufato e per non deludere il padre ha sempre continuato.
«Bene, a che ora?» domando sfoggiando un sorriso. «Alle quattro, perché?» alza un sopracciglio e si morde un labbro. Mi fa impazzire.
«Perché sarò nelle tribune a tifare per te. Ci si vede alle quattro. Ciao!» esclamo andandomene via senza farlo controbattere. Sono sicura che ha in faccia un sorrisone da ebete, lo conosco bene.Esco a passo svelto fuori e vado verso il parcheggio, ma l'auto di mio fratello non c'è. Prendo velocemente il telefono e lo chiamo. Dopo una decina di squilli finalmente si decide a rispondere.
«Dimmi Emma» è con Carla dato che quest'ultima ha risposto al suo posto. «Come mai mio fratello non mi ha aspettata?» domando alterandomi. «Ti ho detto che oggi andavamo a mangiare fuori. Non ricordi che oggi ti ho chiesto se volevi venire con noi?» «Scusa Carla, mi sono dimenticata. Divertitevi!» affermo confusa. Evidentemente questa mattina avevo la testa da un'altra parte.
Sto per chiamare un uber ma una voce femminile m'interrompe.
«Ciao Emma, ti serve un passaggio?» domanda la donna sorridendo. «Ciao Azucena, non ne ho bisogno, sto chiamando un Uber. Grazie comunque!» esclamo ricambiando un sorriso.
«Ma dai, vieni a pranzo da noi, ci farebbe piacere un po' di compagnia, siamo soli in questo periodo. Suo padre è in viaggio di lavoro» insiste. Io accetto annuendo con la testa e mi dirigo verso di loro.Appena arriviamo a casa lasciamo gli zaini in camera di Ander per poi tornare in sala da pranzo.
«Vuoi una mano? Non sono brava a cucinare ma a fare qualcosa dovrei essere capace, credo» sono un po' imbarazzata. «Tranquilla. Avevo intenzione di ordinare del sushi, Ander mi ha detto che è il tuo cibo preferito» Annuisco subito e poso lo sguardo su Ander che si gratta imbarazzato la nuca.
Mi avvicino a lui e gli lascio un bacio sulla guancia. Alla madre di Ander si illuminano gli occhi guardando il mio gesto e lascia scappare un sorriso. Penso che le piaccio come ragazza. Mi ha sempre voluto un gran bene e sinceramente mi sono sempre fidata più di lei che della mia stessa madre.Ander mi prende per mano e mi porta in giardino. Ci sediamo su un divanetto in vimini con dei grossi cuscini bianchi sopra. Lui mette subito la mano nel mio interno coscia, facendomi venire i brividi per tutto il corpo. Se ne accorge immediatamente e fa uno dei suoi soliti sorrisetti beffardi.
«Ti ecciti anche se ti tocco solo la coscia?» chiede lui mordendosi il labbro. Io gli faccio il dito medio.
«Suppongo sia un sì» aggiunge.Ora lo stuzzico io. Gli metto una mano sopra al cavallo dei pantaloni e inizio a muoverla su e giù. Quando noto che il suo corpo s'irrigidisce e i suoi occhi fanno fatica a stare aperti faccio finta di voler entrare con la mano all'interno dei suoi pantaloni, ma improvvisamente mi blocco.
«Sei una stronza!» esclama. Io sorrido soddisfatta.
«Evidentemente anche tu riesci ad eccitarti con poco» lo zittisco.Poco dopo sentiamo i richiami della madre. È arrivato il sushi, finalmente.
Credo di aver completamente divorato la mia porzione di sushi e anche che Ander e Azucena se ne siano accorti dato che si trattenevano chiaramente le risate. «Ander mi ha detto la verità a quanto pare» ride la donna contagiando anche me e il ragazzo seduto accanto.
Finito di mangiare passiamo un po' di tempo a parlare e appena si fanno le tre e mezza iniziamo ad andare verso la scuola.«Peccato che non ci sia tuo padre oggi, solitamente non si perde nemmeno una partita...» sospira la madre. «È una partita come le altre, non si sta perdendo nulla» sbuffa lui, è molto svogliato.
Appena arriviamo Ander va verso gli spogliatoi mentre io e Azucena ci dirigiamo sugli spalti del campo da tennis in attesa della partita. Non c'è molta gente come mi aspettavo.
Appena Ander arriva in campo da un'occhiata veloce per vedere dove fossimo sedute io e la madre, e appena ci vede strizza l'occhio e inizia a riscaldarsi.
Alle quattro precise la partita inizia.~•~
VITTORIA.
Ander, proprio come pensavo a vinto, e pure di parecchio. Appena finisce la partita vado subito in campo da lui ad abbracciarlo.
«Emma, sono sudato!» dice ridendo. «Non mi importa» dico. «Ora vieni con me che devo riscattare il mio premio» dice lui mordendosi il labbro e facendomi l'occhiolino.Andiamo insieme negli spogliatoi e la prima cosa che fa Ander è togliermi i vestiti e metterli su una panca. Si spoglia pure lui e andiamo immediatamente sotto la doccia. Mi sbatte contro le piastrelle della doccia, sono gelide e mi fanno subito rabbrividire, ma non ci faccio tanto caso dato che Ander mi prende in braccio e non perde tempo ad entrare dentro di me con spinte veloci. Dopo una decina di minuti usciamo dalla doccia e passiamo alla panca in metallo, dove mi metto a cavalcioni e inizio a muovermi a mio piacere. È veramente una sensazione fantastica. Improvvisamente mi fermo.
Ho sentito uno strano suono, come quello di quando scatti una foto.«Lo hai sentito anche tu?» domando confusa guardando Ander negli occhi. Lui scuote la testa.
«Che hai sentito?» chiede. «Sembrava il rumore di uno scatto fotografico» affermo. Lui si alza immediatamente. «La porta è chiusa, è impossibile che qualcuno sia entrato e ci abbia fotografato» enuncia. Mi tranquillizzo un po' ma sono comunque preoccupata. «Vai a fare la doccia, io ora mi asciugo e vado a casa, okay?». Lui annuisce e si dirige in doccia.Appena arrivo davanti casa noto la macchina di Polo, questo significa che è a casa. Vado in camera sua per salutarlo ma lui subito mi guarda in cagnesco.
«Che c'è?» chiedo spontaneamente. «Ancora non hai visto il tuo telefono?» domanda alterando il tono della voce. Scuoto la testa e guardo subito le notifiche.
Sono stata taggata in un post su Instagram da un profilo che nemmeno conosco. Entro sull'applicazione e quello che vedo non mi piace proprio. Qualcuno mi ha scattato una foto mentre ero negli spogliatoi con Ander e l'ha messa su internet. Avevo sentito bene.
Punto subito gli occhi su Polo. Sembra che stia per esplodere.
«Tu...» urla «...Tu hai scopato con il mio migliore amico. Hai scopato con Ander. Con A N D E R. Sei solo una troia, cazzo.» continua urlando e lanciando un pugno al muro, proprio vicino al mio corpo. Inizio a piangere. «Ora quel figlio di puttana le prende.» dice spingendomi e dirigendosi al piano di sotto. «No Polo, stai fermo, ti prego!» urlo. Lui non mi calcola e va fuori di casa.
La prima cosa che faccio è chiamare Ander che non risponde. Cazzo. Decido di lasciargli dei messaggi.
Emma: Ander, rispondimi
Emma: Ander cazzo. Hai visto la foto?
Emma: Ander, non farti trovare da Polo. Ha visto la foto e vuole picchiarti. Ti prego.
Emma: Ander, RISPONDIMI PORCA PUTTANA!Sono un fascio di nervi e sto piangendo veramente molto. Prendo velocemente la borsa ed esco di casa. Non ho una meta, so solo che devo cercare Ander.
Dopo circa cinque minuti mi arriva un messaggio.Ander: Porca puttana Emma, io sono già a casa.
Emma: Vattene via o non farlo entrare, ti prego Ander. Quando lui si incazza è capace di tutto.
Ander: È già qua...
Emma: Non farlo entrare cazzo.
Emma: Ander porca puttana rispondimi.
Emma: Non farti fare del male da lui, ti prego.
Emma: Se ti fa qualsiasi cosa per colpa mia non me lo perdonerei mai...Non risponde. Sono in preda al panico. Devo parlare con qualcuno ma non so con chi. Carla è meglio di no, è troppo coinvolta e non voglio che abbia problemi con mio fratello. Cammino a zonzo. Non riesco a fermarmi e a smettere di piangere.
*Spazio autrice*
Ciao a tutti. Volevo scusarmi per il ritardo ma oggi ho avuto tutta la giornata piena.
Spero che il capitolo vi piaccia.
Per eventuali errori scusatemi ma ho scritto veramente veloce e non ho il tempo di rileggerlo.
Scusatemi ancora❤️
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Siamo un rompicapo |Aròn Piper|
Teen FictionSono Emma, ho 17 anni e abito a Madrid da poco. Prima abitavo a Barcellona con mio padre che sfortunatamente è morto, così ora sono tornata da mia madre e da mio fratello Polo. Sono andata via con mio padre 2 anni fa dopo il divorzio dei miei dato...