Capitolo 21

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A scuola tutti non fanno altro che guardarmi con occhi schifati a o fare battutine e insultare.
Siamo seri? Vorreste dirmi che in tutta la scuola sono l'unica che ha scopato?

«Da ciò che vedo hai un bel culo!» esclama un ragazzo a me sconosciuto . Senza neanche pensarci gli tiro un forte schiaffo sulla guancia per poi ignorarlo.
«Che puttana. Vuoi fare qualche servizio anche a me? Io a differenza di quello posso pagarti!» continua.
Lo fulmino con lo sguardo e gli tiro un pugno in piena mascella. «Senti scarto umano, non credo di essere l'unica in tutta la scuola ad aver scopato, e se vuoi pagare qualcuno per farti i servizi allora paga tua madre o una prostituta, a loro servono i soldi, a me no. In ogni caso è preoccupante che tu riesca a scoparti una ragazza solo se la paghi. Poveretto...» dico acida.

Decido di entrare in classe e visto che è ancora presto fortunatamente è quasi vuota. Mi metto al mio solito posto e faccio finta di ripassare qualche materia, ma in realtà non faccio altro che pensare a ciò che è successo ieri pomeriggio.

Una figura maschile davanti a me scaccia via i miei pensieri.
«Che c'è Valerio? Vuoi chiedermi anche tu se puoi scoparmi a pagamento?»sbuffo. Lui scuote subito la testa e sembra amareggiato. «Che hai? C'è qualcosa che non va?» chiedo fissandolo negli occhi. «Ho fatto io la foto e l'ho mandata a tuo fratello, l'ha pubblicata lui» farfuglia. Io non posso crederci. «Perché. Perché lo hai fatto?» urlo. Sono un fascio di nervi. «Emma, non ho più soldi, dormo nella mia macchina e tuo fratello mi ha pagato per inseguirvi...» «Non volevo» aggiunge.

Mi alzo e lo spingo. «Vattene!» urlo. Lui mi guarda con gli occhi lucidi. «Vattene ho detto. Non voglio vederti. Vattene cazzo!» lo spingo un'ultima volta prima che se ne vada. Ander e Guzmàn sono davanti alla porta e credo che abbiano assistito a tutto.

Ander mi sta fissando con un'espressione che non riesco a decifrare. Mi da un'occhiata veloce per poi andare via. Io esco velocemente dalla classe.

«Ander, come va? Perché non mi hai risposto più ieri? Mi sono preoccupata!» esclamo. «Seriamente mi chiedi come va? Va di merda, ecco come va.» dice agitando una mano fasciata. «E stato Polo...?» chiedo indicando la mano. Lui annuisce e si dirige verso la sua classe. «Ander, io a te non ho fatto proprio nulla cazzo.» gli urlo. Lui mi ignora.

Bene, il mio fottuto fratello mi odia, e per di più ha fatto girare una mia foto nuda mentre lo facevo con il suo migliore amico, e quest'ultimo, non capisco come e soprattutto perché, è incazzato con me, bene.

Devo andare via da scuola, non ce la posso fare.
Esco velocemente dall'istituto con le lacrime agli occhi e lo sguardo di tutti addosso. Cammino a passo svelto e deciso fino ad arrivare a casa.
Appena entro all'ingresso impazzisco. Rompo di tutto. Polo si affaccia dalle scale non capendo. Lo stronzo si è appena svegliato, poveretto.

«Tu sei uno stronzo. Un infame. Un mostro. Mi fai schifo. Mi fai troppo schifo.» urlo. Lui scende velocemente le scale e viene verso di me, ma afferro un vaso e lo lancio vicino ai suoi piedi per non avvicinarlo a me.

«Ma che succede qua? Sei impazzita!» strilla mia madre. «Si, sono impazzita, e sai perché? Perché questo bastardo di tuo figlio, evidentemente degno di essere tale dato che entrambi siete due persone di merda, mi ha fatto spiare da un mio amico e ha pubblicato sui social una mia foto nuda mentre scopavo con il suo migliore amico. Ecco perché sono impazzita!» urlo sempre più forte. «Te la sei cercata!» urla Polo. «Come scusa?» domando.
«Polo, è vero quello che ha detto tua sorella?» lo rimprovera mia madre. Lui annuisce abbassando la testa. «O risolvi la situazione facendo scomparire ovunque quella foto oppure te ne vai di casa, scegli.» ordina mia madre con decisione. Penso sia la cosa più sensata che abbia detto nel miei 17 anni di vita. Lui si dirige velocemente verso le scale e appena arriva in camera sua sbatte la porta e chiude a chiave.

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