Ieri mattina il risveglio con Ander è stato molto dolce, eravamo abbracciati nel suo letto, completamente nudi e sotto le coperte, anche se il momento da svegli non è durato molto dato che poi sono dovuta scappare a casa prima che mio fratello si accorgesse che avevo passato tutta la notte fuori casa. Fortunatamente non mi ha scoperta.
Questa mattina mi guardo un po' attorno per vedere se Ander è a scuola, ma di lui non c'è traccia. Strano dato che solitamente arriva per primo dato che sua madre è la preside. O sarà malato, o sarà in ritardo evidentemente. Vorrei mandargli un messaggio ma magari è il caso di aspettare ancora un po', potrebbe essere ovunque.
«Buongiorno Emma!» esclama Michael risvegliandomi dai pensieri su Ander. «Hei, buongiorno!» «Come stai oggi?»
La campanella irrompe nella scuola non permettendomi di rispondergli, così entrambi ci giriamo di spalle per entrare nelle rispettive classi, ma prima incrocio lo sguardo di Ander che ha un nuovo look di capelli. Si è rasato quasi a zero. Devo dire che solitamente non mi piacciono i capelli così su un ragazzo, ma lui starebbe bene con qualsiasi acconciatura e per di più i suoi lineamenti sono ancora più visibili. Lo guardo sorpresa e lui mi accenna un debole sorriso che non riesco bene a decifrare, ma decido di non dargli troppo peso e di entrare in classe, non credo abbia qualcosa dopo ciò che ci siamo detti sabato.
«Carla, hai visto Ander?» le domando sorridente.
«No, perché?» ha uno sguardo sospettoso. «Ha cambiato look, si è rasato i capelli!» enuncio, ma la sua reazione è molto strana. È diventata paonazza, ha la pelle d'oca e gli occhi spalancati. «Ma che hai?» Domando non capendo la situazione. «Nulla, perché?». Mi sta nascondendo qualcosa, e se non me lo vuole dire lei, allora lo scoprirò da sola. Ad ogni costo e con qualsiasi metodo possa servire. La conosco fin troppo bene.La ignoro dato che è appena entrata la professoressa di storia e la lezione inizia. Certo che anche storia alla prima ora è molto strategica per farci tornare a letto!
Le lezioni proseguono bene, tranne la prima ora che è piuttosto noiosa e quando suona la campanella è inutile dire che tutti noi sfrecciamo via dalla classe, ma prima che io potessi uscire in cortile mi sento tirata per il polso.
Ma qua hanno tutti questa abitudine di trascinarti alle tue spalle in questo modo?«Hei Lu, hai bisogno?» le chiedo, ha uno sguardo preoccupato. «Volevo dirti che mi dispiace per Ander, sarà difficile per voi due superarlo...» Ma di che sta parlando? Non sto capendo. Che io sappia Ander non ha proprio nulla. Si starà riferendo ancora alla foto di pochi mesi fa? «Di cosa stai parlando?» Lei sbarra gli occhi incredula. «Scusa, non ti ha detto del cancro?» domanda esterrefatta.
Il cancro? Mi sta prendendo per il culo? Se èuno scherzo allora non fa proprio ridere. Chi direbbe mai una cattiveria del genere? «Ma che stai dicendo?» sbotto infastidita. Se Ander avesse avuto qualcosa credo che me lo avrebbe detto. «Emma, Ander ha il cancro, pensavo te lo avesse detto. Anche Carla lo sa.»Non ci posso credere. Ander ha davvero il cancro e sono l'unica in tutta la scuola a non averlo saputo?
Poi è per questo che Carla ha reagito così questa mattina quando le ho detto del taglio di capelli di Ander? Non è possibile, non può essere che Ander abbia il cancro. Non può essere che Carla non me lo abbia detto.I miei occhi si riempiono di lacrime e mi sento come se tutto in torno a me stia girando. Ho bisogno di aria fresca. Non ho la mente lucida.
Corro velocemente fuori nonostante ancora vedo tutto ciò che mi circonda girare, e continuo così per una decina di minuti senza una effettiva meta.
Ho bisogno di stare da sola, di ragionare e di capire cosa realmente sta accadendo, anche se non c'è tanto da capire: la fottuta persona che amo ha il cancro. Ha il cancro cazzo. Non so neanche specificamente di cosa si tratti, se sta facendo la chemio, da quanto tempo c'è realmente questa situazione e se ha a disposizione tutto ciò che serve per guarire.
Mi fermo un'attimo su una panchina e lascio andare le lacrime per un po', finché non decido di fare la cosa giusta, andare da Ander. Ha bisogno del mio sostegno, del mio aiuto e di una persona su cui possa contare.
Riprendo a correre senza sosta per raggiungere casa di Ander, e quando finalmente sono arrivata mi precipito subito a suonare il campanello.
«Chi è?» domanda Azucena. «Sono Emma» rispondo io ancora singhiozzante per il pianto.
La donna apre velocemente la porta e mi guarda preoccupata. «Emma, che c'è? C'è qualcosa che non va?» si avvicina a me e inizia ad accarezzarmi la schiena. «Ho appena saputo di Ander» farfuglio scoppiando in lacrime. Ancora non ci credo.
Azucena mi guarda commossa e mi avvolge in un caloroso abbraccio. Io mi lascio totalmente andare ad un pianto singhiozzante finché non apro gli occhi e davanti a me spunta la figura di Ander alquanto preoccupata. Mi stacco dall'abbraccio continuando a fissarlo finché lui non si precipita velocemente da me e mi abbraccia.
«Piccola, andrà tutto bene» mi sussurra all'orecchio.
«Dovrei essere io a dirlo a te» dico singhiozzando e provocandogli un lieve sorriso sul volto.
«È normale che tu reagisca così, devi solo abituarti» mi rassicura mentre mi asciuga le lacrime con il suo pollice. «Dimmi solo che non è grave. Dimmi che c'è una cura. Dimmi che stai bene, che hai a disposizione le migliore cure e i migliori dottori e io starò meglio, ma se non è così allora non ce la faccio.» dico velocemente. «Tranquilla Emma, è così» «Me lo devi promettere» enuncio fissandolo negli occhi. «Te lo prometto, sto bene e averti al mio fianco mi farà stare ancora meglio, okay?»Non so come ma anche in questa situazione è riuscito a strapparmi un sorriso.
«Ander, io ti amo.» ammetto. Sento le mie guance riscaldarsi e sono più che sicura di essere arrossita. Ander resta a guardarmi un po' con un sorriso stampato sul volto. «Emma, anche io ti amo.» sussurra al mio orecchio provocandomi dei brividi per tutto il corpo.
Entriamo dentro e sua madre mi propone di restare sia a pranzo che a cena e questa volta accetto subito.
Voglio stare per tutto il tempo che posso con questo ragazzo. Con il ragazzo che amo.Passiamo tutta la giornata a guardare film, farci le coccole e scherzare, finché poco dopo cena entrambi ci addormentiamo abbracciati nel suo letto. Siamo stremati ma felici, e siamo insieme.
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Siamo un rompicapo |Aròn Piper|
Roman pour AdolescentsSono Emma, ho 17 anni e abito a Madrid da poco. Prima abitavo a Barcellona con mio padre che sfortunatamente è morto, così ora sono tornata da mia madre e da mio fratello Polo. Sono andata via con mio padre 2 anni fa dopo il divorzio dei miei dato...