Sorrido buttando la cicca della sigaretta in un posacenere ed entrando dentro. Quella discussione stava diventando tossica per me. Non dovevo guardarlo cazzo.
Non si sarebbe avvicinato.
Subito dopo aver pranzato io e tutti gli altri stiamo a sulle sdraio per prendere un po' di sole. Ogni tanto noto le occhiate di Ander ma le ignoro totalmente parlando con Michael che è nella sdraio accanto a me.
«Ti piace qua?» domanda lui fissandomi negli occhi.
«Si, prima ho visto anche la spiaggia. Mi manca solo la città» enuncio. «E com'è la spiaggia?»
«Molto bella» affermo. Lui si alza di scatto e prende una sigaretta dal pacchetto che ha precedentemente poggiato sul tavolino in vetro che sta fra le nostre sdraio e la accende aspirando lentamente.
«Ne vuoi una?» mi chiede porgendomi il pacchetto.
«Verresti con me?» chiedo sorridendo. Lui prima mi guarda confuso, poi invece si alza seguendomi.Appena arriviamo in un posto abbastanza appartato esco dalla parte superiore del costume una piccolissima bustina con dentro della marijuana e la sventolo davanti ai suoi occhi, ma ovviamente prima guardo che non ci sia nessuno.
«Vuoi smezzarla?» domando, ma lui scuote subito la testa. «Non fumo quel tipo di cose» spiega con tono deluso andandosene. «Te la sei presa?» chiedo alterando un po' il tono della voce. Lui si gira verso di me e scuote la testa per poi continuare ad andare via.
Prendo dal mio portafogli le cartine, i filtri e rompo una sigaretta in modo tale da farla mista. Rollo la canna e appena ho finito la guardo soddisfatta.
«Sei migliorata» sento dire alle mie spalle.
«Ander! Porca puttana mi hai fatta spaventare!» esclamo sussultando. «Scusami allora» ghigna.
«Perché sei qua?» domando irritata. «Ho visto Michael tornare tutto incazzato. Non vuole che fumi?» «Penso di si» enuncio. Stiamo in silenzio per un po', così ne approfitto per accenderla e iniziare a fumarla mentre ho gli occhi di Ander addosso.«Lui non fa per te» afferma improvvisamente.
«Come scusa?»
«Lui non fa per te» ripete. «E tu che ne sai?» sbotto.
«Hai bisogno di un ragazzo che ti tenga testa, di uno che possa appoggiare le tue decisioni, di uno con cui tu possa parlare e sfogarti, di uno che non ti stia troppo addosso, un ragazzo non troppo geloso, di cui ti puoi fidare. Lui non è così.» afferma.Ha ragione, ma come può intromettersi in questioni che non gli riguardano?
«E tu che ne sai di com'è con me?»
Mi sto innervosendo.
«Obbedisce ai tuoi ordini come se fosse un cagnolino, gli da fastidio che fumi le canne, sarà sicuramente gelosissimo e troppo dolce. Questo è proprio il prototipo di ragazzo che non fa per te» enuncia sorridendo beffardamente.
«E chi farebbe per me?» domando ironica.
«Io»Sto ridendo, sto ridendo molto. Non posso credere che lo ha detto. Ma si sente mentre parla?
«Certo, dovrei stare con il migliore amico di mio fratello: persona di cui non mi fido, che mi ha tradita, troppo geloso e menefreghista» affermo continuando a ridere. «A me importa di te Emma» sospira. «Dovevi pensarci prima allora.» sbotto andandomene via dato che fortunatamente ho finito la canna.
Appena torno da Michael mi sento molto rilassata e mi metto a sedere sulla sua sdraio. Lui mi guarda dritto negli occhi, sembra ancora infastidito.
«Che hai?» dico guardandolo attentamente. «Puzzi di erba» sbuffa. «L'ho fumata. Ti da fastidio per caso?» affermo. «No, ma non capisco perché tu debba fumarla» sussurra per non farsi sentire dagli altri. Mi sdraio di fianco in modo tale da stare nella sdraio assieme a lui senza cadere e avvicino i nostri visi. I nasi si toccano e appena le nostre labbra si sfiorano gli lascio un bacio sulle labbra facendolo sorridere. Ander è proprio davanti a noi che ci sta guardando. Ora almeno si rimangerà ciò che ha detto.
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Siamo un rompicapo |Aròn Piper|
Ficção AdolescenteSono Emma, ho 17 anni e abito a Madrid da poco. Prima abitavo a Barcellona con mio padre che sfortunatamente è morto, così ora sono tornata da mia madre e da mio fratello Polo. Sono andata via con mio padre 2 anni fa dopo il divorzio dei miei dato...