Capitolo 3

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La sveglia suona facendomi svegliare di botto, non mi era proprio mancata. Strofino le mani sui miei occhi in modo tale da vedere tutto più chiaro e mi infilo subito in doccia.  Asciugo velocemente i capelli e ci passo la piastra.
Siccome la mattina non ho tanta voglia di truccarmi metto solo della BB cream e molto mascara.
Metto la divisa, le scarpe, il profumo e scendo al piano di sotto.  

«Buongiorno sorellina. Pronta per il primo giorno?»
«No.» rispondo secca, ancora sbadigliando.
«Vuoi un po' di caffè?» domanda Polo porgendomi la caraffa. «Sì, grazie» prendo una tazza e inizio a sorseggiarlo. Sfortunatamente arriva mia madre per augurarci un buon primo giorno di scuola.
«Mamma, Ander mi ha detto che ci sarà sabato insieme ai suoi genitori» dice mio fratello.
«Perfetto, sai se c'è qualcosa in particolare che non mangiano? È da un po' che non vengono qua» afferma mia madre. «No mamma, mangiano tutto»
Ci saluta velocemente per poi andare a lavoro.

«Allora, Andiamo?» domanda Polo guardando un po' la scollatura della divisa leggermente infastidito.
Annuisco.

Siamo appena entrati a scuola e ovviamente ad accogliermi c'è la madre di Ander, Azucena, la dirigente.
«Ciao cara, da quanto tempo! Sei cresciuta tantissimo!» afferma quest'ultima.
«Buongiorno Azucena!» dico sorridendole. Per me è sempre stata una seconda mamma, se non la prima.
«Sei cresciuta tantissimo e sei veramente bella. Ci sei mancata tanto. Ander ci dava sempre notizie tue!» dice abbracciandomi. «Grazie!» sorrido leggermente imbarazzata e Ander fa lo stesso. «Allora, parlando di scuola non credo ti serve un tour, o sbaglio?» domanda curiosa. «No, non c'è bisogno, ricordo bene o male tutto» «Perfetto!»

Suona la campanella e Azucena mi accompagna in classe. «Buongiorno ragazzi, ci tenevo a dirvi che quest'anno avrete una nuova compagna di classe. Molti di voi dovreste già conoscerla visto che era in questa classe tre anni fa, per quelli che non la conoscono, lei è Emma. Mi raccomando, trattatela bene!» La preside esce e inizio a guardarmi un po' intorno, fortunatamente Carla mi aveva tenuto il posto vicino a lei.
«Finalmente ci vediamo non ubriache» afferma la mia amica scherzando.
«Già, questo pomeriggio che ne dici se usciamo?»
«Alle 19 c'è il gala di Marina, Polo non te lo ha detto? Lo fanno tutti gli anni» dice la bionda. «No, non me lo ha detto» rispondo «Avrà dato per scontato che lo sapessi allora»
Finiamo il discorso non appena la professoressa di Spagnolo inizia a fare lezione.

Fortunatamente il resto delle ore passano velocemente e torniamo a casa per mangiare.

~•~
Sono le 18, così inizio a prepararmi. Dopo aver fatto una doccia veloce vado verso la cabina armadio ed esco fuori un lungo vestito rosa con uno scollo profondo sia davanti che dietro e uno spacco sulla gamba. Metto dei tacchi dello stesso colore e vado a truccarmi, per poi farmi dei boccoli morbidi.
Metto un po' di profumo e scendo al piano di sotto.

«Sei bellissima peste» afferma Polo a bocca aperta

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«Sei bellissima peste» afferma Polo a bocca aperta.
Saliamo sull'auto e andiamo a prendere Ander. Appena esce dal vialetto di casa sua lo guardo in tutta la sua bellezza. Aveva una camicia bianca leggermente sbottonata e dei jeans lunghi neri molto eleganti. Sale in macchina vicino a me e saluta entrambi, noi ricambiamo.

Arriviamo alla festa e noto che appena scendo dall'auto di Polo ho lo sguardo di Ander attendo sullo scollo del vestito. Rido senza farmi vedere ed entriamo. Mi guardavo un po' intorno ed ero certa che mi sarei annoiata tutto il tempo.

Non capisco cosa ci sia di divertente in queste serate, non puoi praticamente ubriacarti perché è pieno di adulti che ti prenderebbero per pazza, non c'è la musica adatta per ballare, non si può fare proprio nulla.
Fortunatamente Lu attira l'attenzione di tutti noi ragazzi e andiamo in una zona del giardino più protetta dove in una busta di plastica c'erano molti superalcolici e dei bicchieri di plastica.

«Dobbiamo fare qualcosa, sennò ci cadono le palle a terra» afferma Lu con tutto il mio appoggio.

Tutti noi iniziammo a versarci da bere, e quando l'alcol diede alla testa a tutti noi iniziammo a giocare al gioco della bottiglia, ma non facendo obbligo o verità, un ragazzo doveva far girare la bottiglia, e la ragazza che usciva doveva baciarlo. Ovviamente Carla e Polo si ritirarono dal gioco e andarono a farsi i fatti loro, ma tutti gli altri rimasero, compresi Lu e Guzmàn che sicuramente avevano litigato. Fin'ora Cayetana aveva baciato Samuel e Marina a Christian.
Arrivó il turno di Valerio e la bottiglia si fermò su di me, così ci baciammo. Dopo toccò a Guzmàn e Rebeka, Lu era chiaramente incazzata.

Quando toccò ad Ander ero parecchio nervosa, speravo che in me ci fosse una calamita che fosse in grado di attirare la bottiglia. Ander iniziò a girare la bottiglia, e come per sorpresa la bottiglia si fermò proprio su di me.
Ander guardò in faccia Guzmàn, come per chiedere se potesse e lui in risposta scosse la testa.
«Dai, che aspetti a baciarla?» chiese Rebeka.
«È la sorella del mio migliore amico, Polo si incazzerebbe con me. No.» Risponde Ander secco.
Rebeka scocciata prende il telefono e poi se lo porta all'orecchio, stava chiamando qualcuno.
«Bene, Polito ha detto che va bene, si fida di te, ora muoviti.» dice Rebeka facendomi l'occhiolino. Quella ragazza mi stava già simpatica.
Ander si avvicina a me, mi guarda fisso negli occhi. Le nostre labbra si sfiorano, e finalmente si decide a baciarmi. È stato veramente bello.

Appena finiamo il gioco prendo Ander in disparte e lo porto in un angolo isolato del giardino.

«Senti, io non ho intenzione di fare qualcosa con te» dice subito lui mettendo le mani avanti. «Io non ti ho detto che voglio fare qualcosa con te»
«Ma so che è questa la tua intenzione.» dice secco.
«Volevo solo chiederti se ti ha dato fastidio baciarmi prima davanti a tutti, tutto qua.» dico avvicinandomi al suo viso. «Un po'» afferma. Tiro gli occhi al cielo.
«Non per te, non fraintendermi, per Polo» si corregge. «E se Polo non fosse mio fratello, cosa penseresti di me?» chiedo con un sorrisetto malizioso mentre mi sistemo la scollatura del vestito. Non guardavo Ander in faccia, ma sicuramente la stava guardando.
«E-Ehm... la stessa cosa che penso ora, che sei una bellissima ragazza e molto simpatica» dice imbarazzato. «E non vorresti fare niente con me?»
«Non riesco ad immaginarlo perché sei sua sorella...» risponde. «Beh, però ieri mi hai baciata... e sono la sorella di Polo» dico per contraddirlo. «Ma ieri ero ubriaco» si giustifica. «Da ubriachi si fa ciò che si vuole fare da sobri ma non si ha il coraggio di fare, quindi non dirmi che non vorresti»
«Se lo sai già, allora perché me lo chiedi?»
«Perché volevo sentirlo dire da te» dico sorridendo.
«Si Emma, ti bacerei, sei una bella ragazza, tutto qua» «Perfetto!» dico dandogli un veloce bacio a stampo andandomene, ma lui mi prende per il polso e mi porta vicino a lui.
«Non devi più farlo» dice, e io annuisco divertita, già sapendo che lo avrei rifatto chissà quante volte.

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