*Sabato, 07:00*
La sveglia suonò come ogni mattina, fastidiosa come sempre, ma io non avevo proprio intenzione di alzarmi.
«Forza Emma, alzati!» disse mio fratello Polo incrociando le braccia al petto per poi alzarmi le persiane. «Sì, mi alzo, calmo!» dico alquanto scocciata.
Appena mi alzo mi ficco in doccia e mi preparo come tutte le mattine. Quando sono pronta scendo giù e vado a scuola con Polo.
«Ma che devi fare oggi con Carla?» chiedo curiosa.
«Dopo scuola la porto nella casa al lago, così stiamo un po' soli per il weekend» dice con un velo di timidezza. Loro due si amano veramente tanto, e la cosa mi rende molto felice.Suona la campanella, così ognuno di noi fila nelle proprie classi finché le lezioni non finiscono.
~•~
Sono le 18:30 di sera e ciò significa che la famiglia di Ander arriverà presto, così inizio a prepararmi.
Vado nella cabina armadio e dopo aver provato molti abiti decido di mettere un tubino fucsia fluo e dei tacchi dello stesso colore.Metto un po' di profumo, faccio dei boccoli morbidi e proprio un attimo dopo aver finito il citofono suona, così scendo al piano di sotto.
«Emma, scendi!» urla mia madre dalla cucina.
«Sono già all'entrata» affermo.Apro la porta e davanti a me spunta la madre di Ander con un vassoio in mano, il padre di Ander con un mazzo di fiori e dietro Ander con un pacco di cioccolatini. Era veramente bello. Aveva dei jeans scuri, una camicia nera abbastanza sbottonata e delle scarpe da ginnastica.
Mi affretto a prendere il vassoio dalle mani della madre e lei, subito, mi abbraccia.
«Come sei bella!» afferma la donna con un grand sorriso. «Grazie! »
«Fatti vedere un po'. Sei cresciuta molto, e sei sempre più bella!» dice il padre di Ander.
«Grazie mille, entrate, mia madre è in cucina» affermo. Do il vassoio alla governante in modo tale che lo portasse in cucina e saluto Ander.
«Ciao Diavoletto!» dice a braccia aperte.
«Ciao bellissimo!» dico sorridendo, mentre lo abbraccio. Gli do un bacio sulla guancia e poi lo porto in cucina, in modo tale che potesse salutare mia madre. Salutata mia madre, lo prendo per mano e lo porto su, in camera mia.«Allora, la facciamo questa partita alla play?»
«Ah, quindi eri seria!» dice lui divertito «Ovvio» affermo. «Tanto ti straccio!»continua lui. «Solo perché sei maschio non significa che tu sia più bravo di me.» lo zittisco.Accendo la play, guardando un po' di giochi.
«Allora, Fifa o Cod?» domando. «Fifa dai»Inserisco il disco per iniziare a giocare, e, dopo che mi ha battuto per due volte di fila, finalmente riesco anch'io a batterlo.
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Siamo un rompicapo |Aròn Piper|
Teen FictionSono Emma, ho 17 anni e abito a Madrid da poco. Prima abitavo a Barcellona con mio padre che sfortunatamente è morto, così ora sono tornata da mia madre e da mio fratello Polo. Sono andata via con mio padre 2 anni fa dopo il divorzio dei miei dato...