Capitolo 29

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La mia sveglia suona, solo che io di svegliarmi non ne voglio proprio sapere.

«Dai Emma, oggi dobbiamo partire!» Urla mio fratello esaltato dal pre viaggio, è sempre così in questi momenti.

Mi alzo rapidamente dal letto, talmente tanto veloce che mi gira appena un po' la testa, così mi tocca appoggiarmi sullo stipite della porta del bagno per qualche secondo.

Quando finalmente mi riprendo tolgo il pigiama e faccio una doccia abbastanza veloce ma allo stesso tempo rigenerante.

Finita la doccia mi asciugo il corpo per poi andare in cabina armadio. A Barcellona in questo periodo farà abbastanza caldo, solo che ora è ancora mattina presto quindi opto per un dolcevita bianco che mi arriva fino all'ombelico, una felpa nera, dei jeans e le sneakers.

Torno in camera per mettere del mascara e del burro cacao per poi riporli nella valigia assieme agli altri trucchi, cose per capelli, spazzolino ecc...

Spruzzo un po' del mio profumo preferito, stacco il telefono dalla carica e scendo al piano di sotto assieme alle valige.

«Sei pronta sorellina?» domanda mio fratello divertito. Come fa ad essere così sveglio a quest'ora?
«Si, pronta a sei ore di macchina. Ma non potevamo prendere l'aereo?» mi lamento. «Dai che la macchina che ho prenotato è enorme. Andiamo dai!» risponde lui uscendo dalla porta principale di casa.

Sbuffo un'ultima volta per le ore di viaggio che mi attendono per poi uscire fuori dal portone. Sono le quattro di mattina e ciò significa che arriveremo per le 10 di mattina circa.

Appena fuori dal portone vedo subito l'auto prenotata da mio fratello e sì, è veramente enorme.

Prendo posto nei sedili posteriori e poggio la testa al finestrino.

«Dove si fanno trovare gli altri?» mi viene da domandare. Spero di non dover andare casa per casa a prenderli. «Davanti a scuola» afferma mio fratello.
«Che immaginazione!» esclamo ridendo.

Fortunatamente Ander non verrà più.
Ovviamente doveva venire anche lui, solo che tra quello che è successo con me e il suo coma etilico ha preferito restare a casa per mia fortuna.
Voglio godermi queste vacanze in pace, senza distrazioni e soprattutto senza Ander nella mia testa.

Appena arriviamo davanti a scuola c'è tutta la mia cerchia di amici esaltata dal viaggio, si vede da come parlano. Ma insomma, sono l'unica che non si esalta così tanto per un viaggio? Eppure dovrei essere io quella più felice di tutti in quanto andiamo a Barcellona e rivedrò i miei amici, ma la cosa sinceramente non mi fa né caldo né freddo.

Tutti salgono in auto e iniziamo a cantare allegramente le canzoni del disco che ha portato Lu.
Ora il mood di viaggio si sente totalmente.

Dopo un'ora e mezza di cantate cadiamo tutti in un sonno profondo, forse per le poche ore di sonno.

Appena mi sveglio noto che la macchina è ferma nel parcheggio di un'autogrill.

«Quanto manca?» dico con la voce ancora impastata dal sonno. «Due ore» afferma Polo. E io che speravo mancasse meno. «Dai, andiamo a fare colazione!» esclama Carla.

Scendo goffamente dall'auto ancora insonnacchiata e mi dirigo verso l'interno del grande edificio. Come primissima cosa vado al bancone del bar a prendere un caffè lungo. Improvvisamente sento una mano sul mio fianco così mi giro di scatto e incrocio lo sguardo di Michael sorridente. Ricambio il sorriso e torno a sorseggiare il mio caffè.

«Hai molto sonno?» domanda divertito. Io annuisco subito con il capo. «Si vede» afferma. «Sai che non sono mai stato a Barcellona?» continua. Sgrano subito gli occhi. «Ma come non sei mai stato à Barcellona? Non è possibile!» esclamo. «Okay, ora ti sei svegliata» ride. Gli do una gomitata sul fianco e proprio in quel momento stacca la mano dal mio fianco per gironzolare un po' per l'autogrill.

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