Capitolo 27

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L'uscita con Michael di questo pomeriggio mi ha stancata molto dato che abbiamo camminato veramente tanto, ma nonostante questo mi sono divertita molto in sua compagnia. È una persona solare e molto scherzosa, quindi passare del tempo con lui è molto bello.

Sento la porta principale aprirsi, così scendo al piano di sotto per vedere se finalmente è tornato mio fratello.

«Hei, dove sei stato fino ad ora?» domando curiosa, vedendo il suo volto stranamente fin troppo felice.
«Io e Guzmàn abbiamo fatto compagnia ad Ander durante la chemio» farfuglia. Ha sicuramente difficoltà a parlare di Ander con me.
«Ah, sua madre c'era?» mi viene in mente di chiedergli. Ander mi ha forse detto una cazzata?
«No, perché?» «Così, sarà molto rattristita in questo periodo» mento.  «Vado a prepararmi così per una volta sarò puntuale» concludo la conversazione.

Ander mi ha sicuramente presa per il culo e non posso permetterglielo, così decido di mandargli un messaggio, voglio delle spiegazioni.

Emma: Non possono venire più di due persone, eh? Mio fratello me lo ha detto che è stato con te, quindi suppongo che in realtà o tua madre non è venuta, oppure in realtà può venire tutta la gente che vuole. Perché Ander? Ho fatto qualcosa che ti ha infastidito?
Ander: Scusami Emma. Tu non hai fatto nulla. In discoteca ti spiego.
Emma: Chissà come farai ora che sei tornato amico del mio fratellone. Se mi vuoi evitare per essere suo amico basta semplicemente dirlo.
Ander: Dai Emma, smettila
Emma: Sai anche tu che è così, quindi evita di rifilarmi altre cazzate e sii sincero.

Visualizzato e non risposto, e già questo dice tutto.
Non ho più bisogno di spiegazioni.

Vado dritta in doccia sperando che i miei nervi vadano via assieme all'acqua che scorre sul mio corpo, ma sfortunatamente restano lì.

Questa sera devo pensare a me stessa e a divertirmi. Niente Ander. Niente Polo. Questa sera ci sono solo io. Solo io e i miei amici.

Esco dalla doccia, mi asciugo il corpo e i capelli e inizio ad allisciarli.

Appena ho finito mi dirigo alla cabina armadio per vedere cosa indossare e opto per una minigonna in vernice nera, una maglia molto scollata sul davanti con stampe a pelle di serpente e i miei soliti stivali che arrivano al ginocchio.

Mi trucco più del solito, metto il profumo e sono pronta, così scendo al piano di sotto sorpresa dal non trovare già mio fratello che, come non detto, mi raggiunge subito

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Mi trucco più del solito, metto il profumo e sono pronta, così scendo al piano di sotto sorpresa dal non trovare già mio fratello che, come non detto, mi raggiunge subito.

«Tu puntuale? È un miracolo!» afferma.
Faccio una smorfia infastidita in risposta della sua affermazione e appena arriva mia madre mi faccio subito seria.

«Ci accompagni ancora tu?» le domando e con mia sfortuna lei annuisce. «Bene.» sbuffo uscendo fuori dalla porta scocciata e dirigendomi in macchina.
«Ti da così fastidio Emma?» domanda lei facendo il tono della "finta offesa". «Mi infastidisci tu» sbotto.
«A me sembra che vi lascio abbastanza liberi, voglio solo passare del tempo con voi!» esclama.
«Ci lasci abbastanza liberi perché detto come va detto non ti è mai fregato di noi due, o almeno di me e a casa non ci sei mai. Poi pensi che vederti solo per dieci minuti di macchina in  una settimana sia un bel modo per passare del tempo con noi?» dico acida.

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