Capitolo 38

2.3K 49 11
                                    

No.
Non può essere.
Non è possibile, cazzo.

Mi giro e mi rendo conto che Ander è dietro di me, non so da quanto. Sono un fascio di nervi e sono fin troppo incazzata.

Lo guardo con occhi colmi d'ira e poi faccio per andarmene, ma lui mi ferma per il polso.

«Che hai?» domanda confuso.
Ma è fortunatamente serio? Sono io o è lui che ha tenuto una bustina di cocaina nella tasca dei suoi pantaloni?

«Tu ragazzo mio hai dei cazzo di problemi. Come fai ad avere il coraggio di chiedermelo?»  dico io letteralmente infuriata.
«Emma, ti giuro che non so proprio cosa ho fatto.» dice lui apparentemente sincero. Cazzo, è pure bravo a fingere ora sto stronzo.

Mi precipito subito verso il letto e tiro fuori quella bustina di merda dal suo costume.

«Questa come cazzo me la spieghi?» dico sbattendogliela in faccia.
«Che cazzo è sta roba? Non è mia Emma, lo giuro!» insiste lui. Come potrei credergli?
«Allora mi spieghi come cazzo ti è finita una bustina di cocaina nella tasca del costume? Spiegami come cazzo è possibile, porca puttana.»
«Non lo so, ma ti giuro che non è mia.»

Ma che bel bugiardo, cazzo.
Questa non gliela perdono seriamente.
Quanto può stare male una persona per arrivare a farsi di cocaina? E per di più mi sta mentendo.
Non capisce che così fa solo del male a se stesso e alle persone che gli vogliono bene?
Porca troia, non voglio stare con una persona che si fa di cocaina, non voglio proprio.

«Chi te l'ha data?» domando furiosa.
«Non lo so, perché non è mia e non l'ho chiesta a nessuno.» sostiene lui ripetutamente.
«Ah, ho capito. L'incontro "casuale" con Valerio era per questo, no? Te l'ha data lui.» vengo a conclusioni.

È l'unica cosa logica che possa essere successa.
Guarda caso incontra Valerio, torniamo in stanza e gli trovo quella cosa nelle tasche.

«No, cazzo. Non so chi l'abbia messa nella mia tasca. Chiedi a lui se non ci credi.» propone furioso.

Come fa ad esserlo lui? Non ne ha diritto, porca puttana.
«Lo faccio subito, tranquillo.» enuncio.

Prendo subito il telefono, entro su whatsapp e noto che fortunatamente Valerio è online, così gli scrivo per avere conferma.

Emma: Hei Valerio. Posso chiederti una cosa?
Valerio: Certo, dimmi pure
Emma: Hai dato tu la cocaina ad Ander, vero?
Valerio: Si, ma non dirlo in giro, altrimenti vado nei cazzi, chiaro?
Emma: Okay. Grazie.

Quindi sto ragazzo è doppiamente bugiardo.
Almeno la prossima volta che vuole farsi coprire da qualcuno è meglio che glielo dica, no?

Questa è l'ultima volta che mi faccio prendere per il culo da lui.

«Sai una cosa, Ander? VAFFANCULO.» dico io urlano il "vaffanculo", per poi prendere le mie cose e uscire dalla stanza sotto le sue inutili suppliche di credergli. Sa fingere talmente tanto bene che si è fatto uscire le lacrime.

Uscita dell'hotel non so proprio dove andare.
Il telefono mi squilla ininterrottamente così decido di silenziarlo. Sarà Ander ed è l'ultima persona che voglio sentire.

Mi dirigo verso un bar qua vicino e mi siedo nei tavolini fuori.

La prima cosa che faccio è tirare fuori il telefono, prendere il sito dei voli e prenotarne due.
Uno per me, uno per Ander.
Orari diversi, stesso giorno, stessa destinazione.

Mando il biglietto via file ad Ander.

Emma: Se vuoi partire oggi, tieni pure. Se vuoi partire tra una settimana, fallo. Fai quello che ti pare, ma io oggi torno a Madrid.  Fammi il favore di non chiamarmi e scrivermi, grazie.

Siamo un rompicapo |Aròn Piper|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora