Capitolo 17

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Capitolo 27
Allyson

Rimango nascosta nella mia stanza fino a quando Chelsea non viene a chiamarmi per la cena.

Non posso certo rinchiudermi nella stanza come un'adolescente offesa in vena di fare i capricci.

Per quanto la tentazione di fare proprio questo sia incredibilmente forte.

Vorrei evitare a tutti i costi Rio, ma non è esattamente un'impresa facile dato che fino a lunedì, giorno di ripartenza, staremo sotto lo stesso tetto e dobbiamo collaborare per portare a termine i preparativi del matrimonio che ci sono stati affidati.

Avrei bisogno di tempo per rimettere le cose in prospettiva e riappropriarmi dei miei spazi, ma non posso concedermi questo lusso.

Tra ieri e oggi sono stata pochissimo con Dylan e mi manca il nostro tempo assieme, ma mi rendo conto che, tra le attrattive della casa prima, e Rio poi, mio figlio non sta pensando minimamente a me, nemmeno per farmi il resoconto delle sue giornate come è sua abitudine.

Anche lui, poverino, sicuramente ha avuto un sovraccarico. Troppe emozioni e cose da gestire e ci vorranno almeno un paio di giorni perche possa abituarsi all'idea.

E va bene così, solo che è molto più solitario di quanto mi piacerebbe ammettere.

Se non c'è Dylan, mi sento abbandonata.

Ingoiando l'ennesimo groppo formatosi in gola e fatto un respiro profondo, scendo di sotto, cercando di apparire al solito.

La prima cosa che noto è che Alexa è gli altri sono spariti e che ora c'è di nuovo spazio per respirare in cucina

La seconda è che non sono tutti seduti a tavola, ma quasi e che lo stesso è stato ingrandito aggiungendone uno più piccolo per far spazio a tutti.

Le doppie porte che si collegano all'area pranzo dei più piccoli è spalancata e posso intravedere un tavolo imbandito secondo i gusti dei bambini appoggiato alla parete.

I bambini invece sono seduti a tavola e mangiano chiacchierando e ridendo.

Individuo Dylan seduti insieme ai suoi cugini più grandi, Nathan e Jaxon che sta ruba di un pezzo di pollo dal piatto del primo.

Normalmente lo avrei sgridato per un atteggiamento del genere, ma mi rendo conto che è uno scherzo tra di loro quando Jaxon gli frega una patata, per cui lascio stare, per prestare attenzione al resto.

Il mio sguardo cade prima su Rio, che dalla posizione in direzione della porta mi può guardare liberamente senza che il fratello, con cui sta parlando, lo noti.

Indossa una maglia blu scuro con la scritta Colorado Avalanche rosso scuro e lo stemma della squadra di hockey del Colorado.

Dylan la odierà, ma adorerà poter parlare di hockey con il padre.

Ignoro le farfalle che mi danzano nello stomaco e vado a sedermi di fianco a Chelsea, che mi sta facendo cenno di raggiungerla.

Accanto a lei c'è Meredith, che mi fa un cenno del capo, beccandosi un'occhiata di rimprovero da Chelsea.

"Meredith!"

Il punto è che nessuno riesce a resisterle. Ha un modo di fare, di rimproverarti, così dolce che è impossibile non cedere.

Ha un atteggiamento materno e affettuoso naturale che ti fa sentire sempre in torto marcio, anche per le cazzate più piccole.

Motivo per cui ho smesso con le parolacce davanti a lei, perché mi faceva sempre sentire uno schifo.

Domani è un altro giorno. The Colorado series #5 (In fase di pubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora