Capitolo 32.

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CAPITOLO 32.
ALLYSON.

So che questa ragazza dai capelli fiammeggianti mi detesta e ora come ora un po' mi dispiace. Dopotutto se le cose tra me e Rio dovessero prendere una determinata piega, potrei ritrovarmela come cognata e non vorrei mai ci fosse dell'astio residuo.

Imbarazzata, arretro di un passo, sollevando le mani con i palmi rivolti verso di lei in segno di resa.

"Non è successo nulla!"

Lei inclina la testa di lato, appoggiando il viso sulla mano e guardandomi con espressione sconsolata,

"Ah, è proprio questo che mi preoccupa!"

Dopo di che mi rivolge un'occhiata come a dire: "devo sempre fare tutto io!" , e inizia a frugare dentro la microscopica borsetta color avorio che ha sotto il braccio.

"Dove cavolo è!"

Rimango impietrita a fissarla, confusa, fino a quando, con espressione soddisfatta, tira fuori quello che cercava e, sorprendentemente, si avvicina per mettermelo in mano.

"Fanne buon uso!" Mi dice fancendoni l'occhiolino e facendomi avvampare.

Osservo l'oggetto sgranando gli occhi prima di fissarla a mia volta.

"Cosa? Perché? Pensavo mi odiassi!"

Lei fa un gesto con la mano come a dire che è tutto passato.

"Ero arrabbiata e triste. Già normalmente non sono esattamente la persona più pacata del mondo, ma da quando sono di nuovo incinta le mie emozioni sono amplificate e ci ho messo un po' a mettere in ordine i pensieri."

Sembra a disagio, ma nonostante tutto mi fissa negli occhi, determinata,

Il primo scontro che ho avuto con lei è stato pesante. Chelsea mi aveva avvisato che non avrebbe preso bene la notizia, ma non immaginavo che mi aggredisse.

Mi sono sentita come se avessi fatto qualcosa di male e per un attimo mi sono sentita colpevole. Poi mi sono focalizzata sulle cose importanti, quelle che non si possono cambiare e, soprattutto, sul fatto che non era a lei che dovevo delle spiegazioni, quindi l'ho affrontata a testa alta, faccia a faccia nonostante sia più alta di me.

Quando mi ha chiesto se me ne fosse mai importato davvero qualcosa, il mio cuore ha perso un battito, stringendosi in una morsa dolorosa.

Dubito di essere riuscita a nascondere quanto sia stato doloroso e l'affetto che provavo per il fratello perché, dopo avermi osservata attentamente, incapace di dare una risposta adeguata, lei ha alzato bandiera bianca e si è ritirata, soddisfatta.

Non so che cosa abbia visto, cosa le abbia detto la mie espressione facciale, sta di fatto che non avrei mai saputo articolare una risposta che rendesse davvero l'idea di quello che ho provato.

Non avrei mai potuto mentire; dopotutto lo amavo come amano i ragazzi di quell'età: appassionatamente e intensamente, e non avrei mai potuto rinnegare quel sentimento.

Sarebbe stato come rinnegare tutto quello che mi ha portata fino a questo punto.

Ciò che ho provato per Rio mi ha condizionata per tutti questi anni e mai ho provato qualcosa di simile per qualcun altro.

Domani è un altro giorno. The Colorado series #5 (In fase di pubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora