Capitolo 4

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Piccolo spazio autore.
Per chi ha letto le storie precedenti prima che apportassi le correzioni, il fratello di Ryan e Meredith  ha avuto diversi nomi, nessuno dei quali, lo ammetto, mi entusiasmava molto, per cui dopo un'attenta valutazione il suo nome è passato da Brayan/Rico, al definitivo  Rio, molto più adatto al personaggio che ho in mente.

Buona lettura a tutti.

Capitolo 4
Rio


Nella mia vita ci sono cose di cui vado orgoglioso e altre di cui mi pento.

Un rammarico in particolare non mi ha mai abbandonato negli ultimi anni, anche se so che è stata la scelta giusta ed è una decisione che riprendere altre mille volte.

Lasciarmi alle spalle quella ragazza dagli occhi color blu è stata la cosa più difficile che io abbia mai dovuto fare.

È stata per un paio di mesi un fulgido faro di speranza quando ero così arrabbiato da non capire esattamente verso chi fosse rivolta.

È stato un incontro fortuito.

Era un periodo dove ero talmente irrequieto do non riuscire a stare fermo.  Avevo diciassette anni ed ero solo in una città grande come Denver, ma sembrava importare a pochi e anche quelli a cui importava non sapevano come comportarsi con me.

Era impossibile farmi rigare dritto.

Così avevo preso l'abitudine di camminare per Cheesman Park, passando dall'orto botanico per accedere agli ettari verdi del parco. Non troppo lontano dalla casa di Ryan, ma abbastanza distante da non farmi sentire recluso.

Li semplicemente camminavo o correvo, a seconda di quanto ero incazzato, fino a esaurire completamente le forze.

Ed è stato in uno dei momenti più tranquilli che l'ho notata.

Era piena estate e da quello che so per gli standard di Denver, faceva parecchio caldo, così caldo che le persone preferivano darsi alle attività all'aria aperta lontano dalla città.

Per questa ragione il parco era quasi deserto e lei era lì, seduta sul bordo di una vecchia Fontana, con lo sguardo rivolto verso il padiglione, una grossa costruzione di marmo bianco con colonne tuscaniche a reggere il tetto.  Un po' come le vecchie costruzioni greche .

Non so se sia stata la sua figura solitaria ad attrarre la mia attenzione, il netto contrasto con l'ambiente vibrante di colore che la circondava o l'espressione di smarrimento, così simile a quella che spesso, la mattina, vedevo riflessa nello specchio.

Non mi sono avvicinato subito, oh no. Sono rimasto a guardare per un tempo che mi è sembrato infinito, fino a quando non hanno iniziato a formicolarmi le gambe per la troppa inattività.

Ogni minuto che passava, i piedi mi portavano un po' più vicini, permettendomi di vedere nuovi dettagli, come il color alabastro della sua pelle, lasciata in bella mostra dalla maglietta smanicarsi e i pantaloncini che indossava, baciata dai raggi del solo del pomeriggio.

Le sue gambe di muovevano in un ritmo lento, ondeggiante, accompagnato dallo sciabordio dell'acqua spostata dai suoi movimenti.

Le mani, appoggiate sul muretto della fontana, che bilanciavano il peso del suo corpo durante il movimento oscillatorio degli arti inferiori, erano così strette attorno al bordo di cemento da lasciarmi vedere il bianco delle nocche.

Ha continuato a dondolarsi così fino a quando non sono stato abbastanza vicino da poter distinguere il colore nocciola dei capelli, ricchi di riflessi ramati a causa del sole.

Domani è un altro giorno. The Colorado series #5 (In fase di pubblicazione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora