Capitolo 43

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Elena

Mancavano trenta minuti alla mezzanotte ed io, stesa accanto a Stefano, mi rendevo pian piano conto che non sarei ritornata a casa in tempo. Entrambi ci eravamo rivestiti e in quel momento eravamo stesi con la pancia all'aria su quel letto enorme, uno accanto all'altro. Adoravo essere in una compagnia, anche se non facevamo niente e fissavamo il soffitto come in quel momento. Quella notte probabilmente avrei dormito per pochissime ore, ma ne sarebbe valsa la pena.
I minuti purtroppo continuavano a passare, così mi misi a sedere "Dovrei andare" gli dissi facendo il broncio.
Anche Stefano si mise a sedere "Non vedo l'ora di dormire di nuovo con te"
Mi sporsi verso di lui e lo baciai sulle labbra, per poi alzarmi dal letto.
Mentre mi mettevo la giacca, vidi che anche lui prendeva il suo cappotto "Che fai?" gli chiesi.
"Vengo con te"
"Perchè?"
"Perchè voglio assicurarmi che tu torni a casa, prenderò un taxi per tornare in albergo"
Queste piccole cose che faceva e diceva mi facevano innamorare ancora di più.
Uscimmo con le mani intrecciate da quella camera ed entrammo nella mia auto.
Il viaggio fu silenzioso, entrambi eravamo persi nei nostri pensieri. Milano di notte aveva la sua bellezza: c'era ancora tantissimo movimento.
Avevo acceso la radio per ascoltare un po' di musica e proprio in quel momento stavano riproducendo Don't you remember di Adele. La canzone per fortuna era appena iniziata, così ebbi il tempo di godermela.
Nonostante mi scocciasse parecchio la sosta di Stefano nella mia scuola, ero felice di averlo visto qui a Milano ed ero anche grata che non avrebbe presentato il suo libro alla mia classe, sarebbe stato troppo per me.
Quando una luce illuminò l'abitacolo, mi voltai per un secondo verso Stefano che sembrava abbastanza sconvolto per non so cosa "Ehi?" chiamai la sua attenzione, ritornando a guardare la strada "Tutto bene?"
Lui si voltò verso di me e spense il display del suo cellulare "Tutto bene"
"Sembravi sconvolto"
"Era solo mia sorella Laura, niente di che"
"Sta bene? Problemi col bambino?"
"Sì, sì. Sta bene. Solo uno sbalzo d'umore"
Arricciai le labbra e annuii, non gli credevo ma non volevo pressarlo: ero stanca per una discussione e non volevo rovinare il ricordo di quella giornata.

Stefano

Quella giornata con Elena era stata così bella, ma il pensiero del giorno dopo continuava a tormentarmi ogni singolo secondo.
Elena aveva appena acceso la radio e stavano riproducendo una canzone abbastanza deprimente, ma non dissi niente perchè sembrava che le piacesse. Osservandola, sembrava molto rilassata alla guida.
Sentii il telefono vibrare nella tasca. Non era un messaggio, ma una notifica dell'applicazione della BCC News.
Scorrendo le varie notifiche che non avevo letto quel giorno, dato che ero stato tutto il tempo con Elena, vidi un messaggio del mio agente che mi aveva mandato verso le sei di pomeriggio:

Stefano! Spero che tu stia bene, domani mattina ci vediamo nella hall del tuo albergo. Dato che mi avevi chiesto dei dati più specifici: le classi a cui presenterai il tuo libro sono in ordine le quarte e quinte dell'indirizzo scientifico, classico e linguistico. Quel liceo è così grande che tutte quelle classi si trovano nello stesso edificio. A domani!

Indirizzo scientifico. Quindi la classe di Elena era inclusa. Deglutii e fissai lo schermo incredulo e sconvolto. Non volevo presentare il libro alla classe di Elena ed ero sicuro che neanche lei lo voleva.
"Ehi?" la voce di Elena mi riportò alla realtà "Tutto bene?"
Spensi subito il display del cellulare e mi voltai verso di lei "Tutto bene"
"Sembravi sconvolto"
"Era solo mia sorella Laura, niente di che" Laura era la mia scusa per tutto, avrei dovuto mandarle un bigliettino con dei ringraziamenti.
"Sta bene? Problemi col bambino?"
Ci mancano solo i problemi con il suo bambino pensai.
"Sì, sì. Sta bene. Solo uno sbalzo d'umore"
Dato che era buio non riuscii a vedere bene la sua espressione, ma ero quasi sicuro di averla convinta. Speravo di averla convinta.
Odiavo mentirle più di ogni cosa, ma era stata una giornata meravigliosa e non volevo che il suo ricordo fosse contaminato da una discussione. Ci avrei pensato il giorno dopo.
Nel primo turno avrei incontrato le quarte e nel secondo le quinte. Oh, diamine. Domani stesso avrei incontrato la classe di Elena nel secondo turno.
"Stefano?" mi chiamò Elena.
Mi voltai di scatto verso di lei "Sì?"
"Siamo arrivati"
Tre quarti d'ora erano passati ed io non me ne ero nemmeno accorto.
Uscimmo dall'auto e l'accompagnai fino al portone, ma lei aspettò con me finché non arrivò il taxi che avevo chiamato. L'attesa fu silenziosa, entrambi avevamo i nostri pensieri.
Quando il veicolo che mi avrebbe riaccompagnato si fermò davanti a noi, mi girai verso Elena per salutarla.
"A domani" mi disse lei.
Deglutii nervoso "A domani"
Feci per andarmene, ma lei mi bloccò per un braccio e avvicinò il suo viso al mio "Ti amo"
"Ti amo anche io" la baciai un'ultima volta, per poi andarmene nel buio della notte.

Amore Proibito 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora