Epilogo

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Elena

Vent'anni dopo

Mentre uscivo dall'ufficio, osservavo la città intorno a me. Città che un tempo avevo odiato, ma che ora era diventata la casa della mia famiglia.
Il telefono iniziò a squillare e approfittai del semaforo rosso per rispondere al telefono "Teresa!" ogni volta che parlavo con la mia migliore amica, ero felice.
Abitavamo nella stessa città, ma non riuscivamo a vederci molto spesso purtroppo "Roberto! Metti giù quelle forbici!" fu la prima cosa che mi disse "Ciao, Elena"
Ridacchiai "Tuo figlio ti dà filo da torcere"
"Io e Matteo ci stiamo disperando, ha cinque anni ma è una piccola peste" la sentii sospirare "Comunque, non ci sentivamo da un sacco, pensavo che fossi morta"
"Sto tornando a casa ora, sono uscita prima"
"Scritto anche oggi l'articolo del giorno?"
"Salvato anche oggi una vita?" le risposi a mia volta "Come ti è andata quell'operazione?"
"Bene, quell'uomo starà una meraviglia" si bloccò "Arrivo, Roberto, arrivo. Devo andare, non sparire però"
"Non sparirò, ci sentiamo" chiusi la chiamata e proprio in quel momento il semaforo diventò verde.
Amavo essere una giornalista di cronaca internazionale, soprattutto perchè mi permetteva di viaggiare molto spesso, ma col passare degli anni la nostalgia di casa era aumentata, soprattutto dopo la nascita di mia figlia.
Stefano in questo mi aveva aiutata parecchio: non mi faceva mai sentire in colpa se stavo via più di un giorno, nonostante anche lui dovesse lavorare: da circa sette anni aveva ottenuto la cattedra all'università di Milano in letteratura italiana.
Perciò avevamo deciso di assumere una babysitter, nonostante ci avessimo messo davvero tanto tempo per sceglierla. Stefano era davvero scrupoloso, diceva "Non voglio lasciare nostra figlia ad una qualunque" ed io ero d'accordo con lui, però si era messo a fare domande su situazioni assurde che capitano una volta ogni mille anni.
Alla fine, per fortuna, avevamo trovato Giada, una ragazza di trent'anni che lavorava per un'agenzia di babysitter e la nostra vita era nettamente migliorata.
Luca e Claudia non avevano avuto lo stesso problema con i loro figli, Alessandro e Dario, perchè riuscivano a conciliare i propri orari di lavoro e uno di loro due stava coi figli quando l'altro lavorava. Io e Stefano li invidiavamo tantissimo.
Arrivata davanti al palazzo dove abitavamo, parcheggiai nel garage e mi affrettai a prendere l'ascensore. Non vedevo l'ora di tornare a casa.
Aprii la porta di casa e Valentina, seduta sul divano assieme a Giada, iniziò a correre verso di me e mi saltò addosso "Mamma!" la presi in braccio mentre mi abbracciava. Aveva otto anni e iniziava ad essere più pesante.
"Tesoro!" le diedi un bacio tra i capelli "Come è andata oggi? A scuola?"
"Ho preso dieci alla verifica di matematica!"
"Brava, amore!" le sorrisi "Allora per festeggiare oggi mangeremo del gelato!"
"Gelato!" ripeté lei contenta "Oggi Giada mi ha cucinato la pasta al sugo!"
"Fantastico! Grazie, Giada"
"Ma si figuri" la ragazza si alzò dal divano.
"Stefano non è ancora tornato?"
"Suo marito ha chiamato" intervenne Giada "È stato trattenuto da uno studente che voleva dei chiarimenti sulla correzione della propria tesina"
"Va bene, grazie" rimisi Valentina a terra "Giada, ti ho già detto di darmi del tu"
Lei arrossì, poi prese il cappotto e la borsa "Ci vediamo domani"
"A domani" la salutai.
"Ciao, Giada!"
"Ciao, piccolina!"
E così io e mia figlia rimanemmo da sole.
"Mi sei mancata, mamma" fece lei guardandomi dal basso "Anche papà mi è mancato, ma tu di più"
Sorrisi soddisfatta "Anche tu mi sei mancata oggi, infatti sono uscita prima dal lavoro!"
Lei esultò facendo dei piccoli salti e nel frattempo io mi tolsi le scarpe andandomi a mettere le infradito.
Nell'ora successiva Valentina mi fece vedere sui quaderni quello che aveva fatto a scuola e dei disegni che aveva fatto con Giada e poi l'aiutai con i pochi compiti che le rimanevano da fare. Stefano entrò dentro casa proprio nel momento in cui io e Valentina stavamo rimettendo i quaderni nello zaino.
"Papà!" Valentina corse da Stefano nello stesso modo in cui era corsa da me.
"Amore mio!" Stefano la strinse a sé lasciando la ventiquattro ore a terra "Mi sei mancata tantissimo"
"Anche tu"
Mi alzai e li raggiunsi "Ehi"
"Ehi" mi salutò lui, sporgendosi e dandomi un bacio con Valentina ancora in braccio "Come è andata a lavoro?"
"Benissimo" presi Valentina dalle sue braccia "E a te?"
Lui sbuffò "C'era un ragazzo che non accettava le mie correzioni, mi stava dando sui nervi"
"Papà, ordiniamo pizza stasera?" si intromise Valentina.
"Ma l'abbiamo mangiata l'altro ieri!" feci io.
"Ho preso dieci alla verifica di matematica"
"Allora è un'occasione speciale, mamma!" disse Stefano "Dobbiamo festeggiare"
"Ti ho promesso il gelato!"
"Mangeremo anche quello" Valentina mi sorrise innocentemente e alla fine mi arresi.
"Solo per oggi, però!" dissi infine "Vai a mettere apposto lo zaino" feci a Valentina posandola per terra e lei ubbidì subito, lasciandomi da sola con mio marito per qualche attimo.
Stefano si tolse la giacca e poi mi abbraccio, dandomi un altro bacio.
Osservai i capelli castani che iniziavano a diventare grigi in alcuni punti "Stai invecchiando" gli feci notare ridendo.
"Ho solo quarantasei anni" si difese lui "Ed è una ruga quella che vedo qui?" con l'indice mi sfiorò un punto vicino l'occhio destro.
"Ci guardiamo un film dopo cena? Voglio vedere Biancaneve!" Valentina corse nuovamente nel salotto.
Io e Stefano sciogliemmo il nostro abbraccio per far infilare nostra figlia tra noi "Certo" le risposi "Ora stiamo tutti insieme!"
Stefano mi sorrise, un sorriso carico di tutto l'amore e l'affetto degli ultimi ventidue anni insieme. Un sorriso che contagiava anche gli occhi, un sorriso che esprimeva tutte le parole non dette.
A volte mi faceva quasi impressione pensare a tutto il tempo passato insieme, alla fine avevo solo diciassette anni all'inizio della nostra storia, mentre ora ne avevo trentanove.
Quando ero ancora una ragazza, mi incuteva timore il pensiero di crescere e condividere la vita con qualcuno, ma quando vedevo Stefano, quel timore scompariva e realizzavo che non vedevo l'ora di invecchiare assieme a lui.
E lì, in quella casa, con Stefano e nostra figlia, io avevo trovato la mia felicità.

Fine

Amore Proibito 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora