Capitolo 10

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Stefano

Vincenzo stava dicendo qualcosa riguardo ad un nuovo film uscito, ma improvvisamente la mia concentrazione era incentrata su un'altra persona.
Casualmente avevo girato la testa mentre ascoltavo il mio amico e avevo incrociato i suoi occhi marroni che mi stavano guardando. Fu come se nel mio petto ci fosse un vuoto per una frazione di secondo ed io non riuscissi più a respirare. Inspirai cercando l'aria che sembrava mancare nei miei polmoni, la musica smise di suonare e tutte le voci diventarono di sottofondo.
Lei era qui, a Firenze.
Lei era qui ed io non la vedevo da mesi.
Lei era qui ed io mi stavo alzando meccanicamente, con gli sguardi sbigottiti dei miei amici.
Elena iniziò a camminare velocemente verso di me ed io, andando a mia volta verso di lei, iniziai a scrutarla come se fosse la prima volta. Era bellissima ed era sempre la stessa, in più, il vestito che indossava mi faceva impazzire.
Nei suoi occhi c'era preoccupazione e potevo già capire di cosa si trattasse: temeva che mi sarei arrabbiato perchè non mi aveva detto niente. La verità era che in quel preciso momento, dopo mesi e mesi di lontananza, non importava affatto che lei non me lo avesse detto. In quell'istante lei era lì e il resto era sfocato.
Ora che eravamo abbastanza vicini, la sentii dire "Non ti ho detto niente perchè volevo farti una sor-" ma non finì quella frase perchè posai con forza le mie labbra sulle sue, bramavo quel bacio da molto tempo.
Ero felice di notare che nemmeno le sue labbra erano cambiate: si muovevano ancora nello stesso modo ed erano sempre più fredde delle mie, non di molto però.
Le presi il viso tra le mie mani e la sentii rabbrividire, ma poi mi strinse le braccia al collo e mi tirò a sé, intensificando quel bacio. Mi aspettavo che da un momento all'altro qualcuno ci invitasse a prenderci una camera, ma nessuno stava badando a noi con tutta la gente che stava, a eccezione dei nostri amici.
"Non sono brava a fare le sorprese" mi era mancato il suo sorriso, anche se celava un po' di imbarazzo.
"No, non lo sei" commentai sorridendo come non facevo da un po' "Ma sono davvero felice che tu sia qui e-" sospirai frustrato: non riuscivo ad esprimermi "Non riesco nemmeno a trovare le parole giuste"
"Uno scrittore che non trova le parole? Siamo un po' in crisi" ora l'imbarazzo era andato via dal suo sorriso e aveva lasciato il posto all'allegria. Era tremendamente affascinante, mi toglieva il fiato.
Non ci vedevamo da tanto e le nostre conversazioni stavano diventato pian piano sempre più brevi e fredde, sembrava quasi che non ci sopportassimo e che ci chiamassimo solo per obbligo, ma era svanito tutto. Tutto sembrava come prima, in meno di un minuto. In quel momento non mi andava di rifletterci troppo. Ne avremmo parlato dopo.
Alle nostre spalle qualcuno del nostro gruppo di schiarì la voce: Clara.
Ora Elena era di nuovo in imbarazzo: stava giocherellando con le dita delle mani e aveva fatto un piccolo passo indietro. Lei non si accorgeva di queste cose, ma io sì.

"E tu chi saresti?" la voce di Carlo era un insieme di stupore ed esaltazione, non mi piaceva il modo in cui la stava guardarlo. Pensandoci bene, il vestito che Elena indossava era fin troppo scollato.
Elena non stava rispondendo, forse si aspettava che fossi io a dirlo "Lei è Elena"
"Ciao" Clara le fece il suo solito sorriso rassicurante "Stefano, vuoi fare le presentazioni?"
"Oh si, giusto" esclamai io, quasi cadendo dalle nuvole "Elena, lei è Clara" poi indicai ad uno ad uno i miei amici e Flavia, presentandoli. Notai che Elena indugiò lo sguardo su Flavia per più di qualche secondo, ma poi si girò di scatto a guardarmi cercando di trattenere un sorriso quando dissi "Lei è la mia fidanzata"
Dirlo ad alta voce ad altre persone era davvero appagante, rendeva il tutto più reale.
"L'avevamo capito" disse Carlo con il suo sorrisetto malizioso "Quando avevi intenzione di dircelo?"
Prossima domanda?
Non volevo dire niente di sbagliato o che potesse creare disturbo ad Elena. D'altronde, non avevamo concordato su cosa dire alla gente della nostra storia.
"Presto" mentii "Volevo aspettare che ci fosse anche lei"
"Non vivi a Firenze?" chiese Flavia con tono disinteressato.
"Vivevo" riuscii a sentire il suo dolore in quelle parole "Attualmente vivo a Milano"
"Frequenti l'università là?" capivo che Vincenzo con quella domanda voleva solo conoscerla meglio (come tutti), ma non volevo che Elena si sentisse a disagio.
"No" disse Elena abbassando la voce "Faccio l'ultimo anno di liceo"
Le circondai la vita con il mio braccio sinistro e la strinsi: volevo rassicurarla "Non la tartassate di domande"
"Scusa" fece Clara "Ma abbiamo appena appreso che hai una ragazza, siamo curiosi. Elena, la prossima volta che sei a Firenze, esci con noi una sera. Così ci conosciamo meglio"
"Come fai a stare con uno scorbutico come Stefano?" Carlo stava ridendo ed io lo guardai male.
"Non è scorbutico" cercai di combattere il sorriso che mi stava crescendo sul volto, sentendo le sue parole per difendermi "Il contrario". Anche Clara cercava di non sorridere, guardando Elena con approvazione.
Clara e Vincenzo si misero a ridere alla fine, mentre Carlo ci scrutò "Ma davvero? Allora voglio anche io che tu esca con noi qualche volta, voglio vedere come si comporta con te" rise di nuovo ed io alzai gli occhi al cielo "Piantala"
"Visto!" Carlo mi indicò.
"Perchè tu tiri fuori il peggio di me" gli risposi abbandonandomi anche io alla risata.
Elena si girò verso di me dopo aver dato una rapida occhiata alle nostre spalle "Scusa, ma mi stanno aspettando"
Io annuii comprensivo mentre lei salutava i miei amici "Sono contenta di avervi conosciuti, ci vediamo" Mi allontanai con lei per poi bloccarla e sussurrarle "Ci vediamo fuori tra mezz'ora?"
Lei annuì sorridendo ed io sentii il petto farsi più leggero per il sollievo: temevo che mi dicesse di no.
Ritornai a sedermi con i miei amici, preparandomi mentalmente per tutte le loro domande.
Ci fu un silenzio di circa dieci secondi, poi ad uno ad uno esplosero.
"Stefano! È uno schianto, porca miseria" esclamò Carlo "Davvero, se non fossi tuo amico ci proverei senza pudore per portarmela a letto"
"Se dirai un'altra cosa del genere su di lei, ti spacco la faccia" dissi a denti stretti "E non pensare che sia una facile, nemmeno per un secondo"
Lui alzò le mani in segno di resa "Stavo solo scherzando"
"Sembra dolcissima" si intromise Clara mettendomi una mano sul braccio "Ed è vero, è molto bella. Come vi siete conosciuti?"
"In una libreria" dissi, alla fine quella era la verità "Ci siamo scontrati e le sono caduti i libri che voleva comprare per terra. L'ho aiutata ed è scattata la scintilla" quello sarebbe dovuto bastare per colmare la loro curiosità, non avevo intenzione di dire loro la vera dinamica del nostro rapporto: c'era anche Flavia e detto molto sinceramente, non la conoscevo da molto e non mi fidavo pienamente di lei. Era una brava ragazza, per carità, ma se proprio dovevo dire ai miei amici la verità, lei non doveva esserci.
"E lei com'è?" ero contento che Clara fosse passata ad un'altra domanda.
"Lei è fantastica" sospirai "In ogni maniera. Potrei dire che è intelligente, dolce e simpatica, ma è anche testarda e ostinata. Elena è così tante cose, nessuna parola potrebbe renderle giustizia" non mi ero accorto di star trattenendo il fiato.
"Guardatelo come sorride" disse Vincenzo dando una gomitata a Carlo. Non mi ero nemmeno accorto di star sorridendo.
"Sono contento per te" fece Carlo "Anche se sono anche un pochino geloso, ma sono soprattutto felice per te"
Gli feci un cenno col capo accennando un sorriso "Grazie"
Flavia rimase in silenzio: mi stava fissando senza parlare, poi quando i nostri occhi si incrociarono lei distolse lo sguardo. Non che mi importasse molto: l'unica cosa a cui pensavo era che tra poco sarei stato da solo con Elena dopo tanto tempo.

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Pace e amore
-collarerallove

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