Capitolo 31

1.9K 59 4
                                    

Elena

Teresa mi spinse via, verso Stefano, urlandomi di divertirmi. Matteo annuì approvando e Marco mi rivolse uno sguardo malizioso, dicendomi anche lui di godermi la serata "In tutti i sensi!" aveva aggiunto.
Scossi la testa ridacchiando e poi raggiunsi Stefano, che si chinò su di me per baciarmi "Buon anno" sussurrò sulle mie labbra "Buon anno" replicai io, stringendogli la mano.
I fuochi d'artificio erano stati meravigliosi, uno spettacolo che non mi sarei persa per niente al mondo, ma ora che Stefano mi teneva per mano mentre camminavamo vicino al Duomo, i fuochi d'artificio li sentivo nello stomaco. Era così bello tenersi per mano e baciarsi in pubblico. Forse lui stava pensando la stessa cosa, perchè strinse la stretta "Gli altri sono già andati al locale, ci vogliono quindici minuti a piedi"
"E la tua macchina?"
"L'ho prestata a Carlo, dobbiamo riaccompagnarlo a casa questa sera. Per te va bene?"
"Certo" gli sorrisi "E poi, andando a piedi, passeremo più tempo da soli" girai la testa verso di lui e avvicinai le labbra alla sua guancia destra, per poi dargli un bacio delicato.
Man mano che ci allontanavamo dal Duomo, la quantità di persone diminuiva e tutte quelle che incontravamo andavano nella direzione opposta alla nostra.
Mentre passeggiavamo, Stefano mi cinse le spalle con un braccio e io strinsi la mano che penzolava sopra il mio petto "Mia sorella si sposa" quell'annuncio improvviso, che ruppe il silenzio, mi fece quasi sgranare gli occhi "Ma è fantastico! Quale delle due?"
"Laura" aveva serrato la mascella "Il matrimonio è il mese prossimo"
"Non ne sei felice?"
"È complicato"
"Ha a che fare con quello che è successo a Natale?" sospirai "Di cui non mi vuoi parlare, per la cronaca"
Avevamo rallentato, sicuramente ci avremmo messo di più ad arrivare al locale "È complicato, Elena. Ci vogliono più di dieci minuti per spiegarti tutto e non mi va ora"
Evita il litigio. Evita il litigio.
"Mi dici sempre che io con te posso parlare, ma poi tu con me non parli mai di quello che succede nella tua vita!" non è così che si evita il litigio.
Stefano si fermò di colpo e tolse il braccio destro dalle mie spalle "Te l'ho detto perchè non ne voglio parlare ora"
"Il non volersi arrabbiare non è un motivo valido"
"Sì che lo è"
"No, non lo è"
"Come vuoi tu, Elena" riprese a camminare ma gli afferrai il braccio e lo tirai indietro, facendo fermare.
"Non te ne esci con un come vuoi tu"
"E cosa vuoi che ti dica?" sembrava seccato, ma lo ero anche io.
"Non lo so!" abbassai la voce vedendo passare delle persone "Magari qualche spiegazione"
"E l'avrai! Ma non questa sera, puoi farlo per me?"
Un po' mi irritava che lui non ne volesse parlare con me, perchè credevo che la nostra fosse una di quelle relazioni in cui si potesse parlare di tutto e di tutti, una di quelle relazioni in cui il proprio partner fosse il proprio confidente "Allora perchè mi hai detto che tua sorella si sposa?"
"Perchè volevo chiederti se volessi venire con me al matrimonio"
"Perchè?"
Mi guardò stranito "Come perchè?"
"Non mi vuoi parlare della tua famiglia ma poi mi inviti al matrimonio di tua sorella?"
Fece vagare lo sguardo un po' dappertutto: sul marciapiede, sulle sue mani e poi sul lampione alle mie spalle, poi però i nostri occhi si incrociarono "Perchè ho bisogno di te, la tua presenza mi tranquillizza ed io avrò bisogno di molta calma. Voglio che tu sia lì con me"
"Hai bisogno di me?" la situazione doveva essere proprio critica.
"Sì" disse quasi come un sussurro "Sì, ho bisogno di te"
Percepii il mio sguardo che si addolciva "Verrò"
"Bene"
"Bene" incrociai le braccia al petto, non sapendo bene cosa fare.
La suoneria del telefono di Stefano ruppe il silenzio "Stiamo arrivando" fu l'unica cosa che disse prima di riattaccare.
Mi avvicinai a lui molto lentamente, fermandomi incerta quando a separarci erano solo cinque centimetri scarsi. Alzai le mani e le appoggiai dietro la sua nuca, passando le dita tra i suoi capelli.
Si era creata una strana tensione e volevo eliminarla prima di raggiungere i suoi amici.
Stefano chinò piano la sua testa, per avvicinare le nostre labbra. Entrambi chiudemmo gli occhi per goderci quel bacio. Non c'era bramosità o passione in quel momento, ma solo gentilezza e delicatezza. Era esattamente quello che serviva in quel momento: qualcosa che riscaldasse il cuore entrambi, lasciando un pizzico di desiderio una volta finito.
"Andiamo?" feci io sorridendogli dolcemente.
"Andiamo"

Amore Proibito 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora