Capitolo 41

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Elena

Il giorno dell'Epifania io e la mia famiglia non abbiamo mai fatto niente in particolare, così quando mi riempii lo zaino di libri quel pomeriggio con la scusa di studiare a casa di una compagna di classe, non fecero molte storie.
Quella mattina faceva particolarmente freddo e fui grata di aver indossato due magliette sotto il maglione rosso scuro e una giacca blu pesante e leggermente aderente. Anche i jeans aiutavano a riscaldarmi, insieme agli anfibi neri che mi tenevano al caldo le caviglie.
Presi la mia macchina e mi avviai verso il suo albergo. Gli avevo proposto di venirlo a prendere ma la sua casa editrice gli aveva prenotato un'autista che lo avrebbe portato in albergo. Guidai per non so quanto tempo, perdendomi anche in quelle strade di Milano a me sconosciute; l'albergo era vicino la mia scuola, ma per arrivarci ci misi un sacco di tempo.
Quando riuscii miracolosamente a trovare parcheggio, scesi in fretta dalla macchina ed entrai nell'enorme atrio di quell'hotel di lusso. Lo riconobbi subito: era di spalle, davanti ad un bancone probabilmente per registrarsi, con un trolley nero accanto a lui. Corsi verso Stefano e lo abbracciai aggrappandomi alle sue spalle. Si girò piano, probabilmente chiedendosi come mai qualcuno dovesse aggrapparsi a lui in quella maniera, ma non appena mi vide si girò verso di me dando le spalle alla donna seduta dietro il bancone e mi sorrise "Ehi"
"Ehi" i nostri visi erano distavano solo di pochi centimetri.
"Ehi" la donna dietro il bancone si intromise con un mazzo di chiavi in mano.
Sia io e Stefano ci girammo verso di lei, lui tenne il suo braccio destro avvolto attorno alla mia vita, mentre con l'altro prese la chiave che la donna le porgeva "Grazie mille, buona giornata"
Ci allontanammo dal banco delle registrazioni e insieme andammo nell'ascensore.
"216b" mormorò Stefano "È al terzo piano"
"Cosa devi fare oggi?" gli chiesi facendo aderire il mio corpo imbottito di indumenti al suo, coperto solo da dei jeans, un maglione con sotto una camicia e la sua giacca beige.
Le porte dell'ascensore si aprirono al terzo piano e andammo in cerca della sua camera.
"Volevo vedere la città" mi rispose quando fummo davanti alla porta della sua camera.
"Allora verrò con te"
"Non devi studiare?" aprì la porta.
Le pareti erano bianche e il pavimento era una moquette grigia scura. Attraversando un piccolo corridoio, lungo il quale c'era una porta che doveva sicuramente essere il bagno, si arrivava ad un letto matrimoniale enorme con un sacco di cuscini. Era coperto da una trapunta grigia come la moquette e i cuscini erano dello stesso colore. Non mi aspettavo di trovare un letto matrimoniale.
Davanti al letto c'era una struttura in legno accostata al muro, con una televisione incastonata nel muro e una scrivania al di sotto di essa. Infondo alla stanza c'era un divano grigio scuro dietro ad un tavolino di vetro.
"No" risposi alla domanda di Stefano "Ieri ho studiato tutto così oggi potevo passare la giornata con te"
"Impressionante" Stefano accostò il trolley nero ai piedi del letto e osservò la camera. Il riscaldamento era alto, sicuramente per contrastare il gelo dell'esterno.
Lo seguii con lo sguardo mentre perlustrava ogni angolo della camera "Di lusso" commentai mentre lui si guardava attorno.
"La migliore stanza per il miglior autore"
Dato che ero vicino al letto, presi un cuscino e glielo lanciai addosso "Non montarti"
Schivò il colpo e poi, riprendendo il cuscino dal pavimento, me lo rilanciò "Tu lo hai letto il libro?"
"Ancora no" vidi un po' di delusione nel suo volto "Ma lo leggerò subito, appena avrò un po' di pace. Promesso" nel mentre fui colpita dal cuscino che non riuscii a schivare.
Lo raccolsi e lo rimisi sul letto "Ti aiuto a sistemare le tue cose?"
"Non ce n'è bisogno, tanto dopodomani sera riparto" proprio la sera del mio compleanno.
Mentre parlava gli fissavo le labbra, desiderando di baciarlo. Lui si avvicinò a me e mise le sue mani sulle mie orecchie, per poi farmi inclinare la testa all'indietro e baciarmi con una delicatezza così sensuale da farmi tremare le gambe.
Quando terminammo quel nostro bacio, uscimmo dalla stanza dell'hotel e una volta all'esterno dell'edificio, fummo investiti da un'ondata di gelo. Io ero preparata e al caldo, ma Stefano rabbrividì.
Era strano che lui, freddoloso per natura, non avesse indossato vestiti più pesanti.
"A Firenze faceva caldo" si giustificò dopo aver visto il mio sguardo e, probabilmente, capito cosa stessi pensando.
"In macchina ho dei guanti, ma le tue mani sono più grandi delle mie e non ti andrebbero"
"Sto bene" stava mentendo, poi mi guardò stranito "Non sono mai entrato nella tua macchina"
"E non mi hai mai vista guidare" aggiunsi, prendendo le chiavi dalla tasca della giacca. Siccome quella giacca aveva delle tasche interne ed esterne profonde e chiuse con una zip, avevo lasciato la borsa a casa portandomi solo le cose essenziali.
Quando accesi il riscaldamento Stefano si rilassò sul sedile del passeggero "Non rischiamo di morire, vero?"
"Non fare il cretino" gli dissi "Vedi che so guidare"
"È che l'ultima volta che ti ho vista guidare, ti stavi esercitando per la patente con la mia macchina e per poco non ci siamo schiantati"
"Ma l'esame l'ho superato!" protestai "Ehi, se non vuoi che io guidi vai a piedi"
Alzò le mani in segno di resa "Va bene, va bene. Ma dove stiamo andando?"
"Ti faccio vedere la scuola, così sai dove si trova"
Partimmo e mentre guidavo sentivo i suoi occhi su di me, che mi scrutavano curiosi e interessati "Dovresti guardare che strada stiamo facendo" gli dissi ridendo.
"Sei bella quando guidi" disse semplicemente, poi guardò la strada fuori dal finestrino.
Non cercai di nascondere il sorriso che si faceva largo sul mio viso, anche perchè non mi stava guardando. L'hotel era vicino alla scuola, quindi non impiegammo molto ad arrivare. Ci fermammo giusto il tempo per fargliela vedere bene, senza scendere dalla macchina.
"Ora" feci una volta ripartiti "Preparati, perchè oggi entrambi trascorreremo il nostro giorno più bello in questa città"

Amore Proibito 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora