Capitolo 4 - Paure

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Mi lagnai ad alta voce e rilasciai un calcio al suolo quando, dopo l'ennesimo tentativo, dimenticai la sequenza delle azioni da realizzare con la mano per far riuscire la magia.

«No, no e no! Non ci siamo Moon, avanti concentrati» mi riprese Hermione, bacchettandomi ad ogni minimo errore.

«Herm davvero sono esausta, è una settimana che ripetiamo incantesimi ininterrottamente, e poi sono cose difficili!» ribattei distrutta strofinandomi una mano sul volto.

«Sono difficili si se non ti applichi» sbuffò la riccia.

La sua risposta mi fece accigliare e mi infastidì parecchio. Non mi piaceva ricevere ordini, tantomeno da una mia coetanea a cui non avevo nulla da invidiare, che era esattamente al mio livello, magari non nella magia, ma nelle abilità probabilmente si.
Mi stava dando una mano, ne ero consapevole e gliene ero grata, ma questo non le dava il diritto di trattarmi cosi, nessuno doveva mancarmi di rispetto o provare a comandarmi.

«Smettila di essere così insistente, e poi facendo del mio meglio» mi giustificai

«Non è vero, puoi fare molto di più» insistette facendomi innervosire, per fortuna, riuscì da sola a riparare ai suoi errori «Perdonami se sembro rigida, vorrei solo che riuscissi ad arrivare preparata, hai talento secondo me»

Mi rendevo conto che lo facesse per me e che voleva solo aiutarmi ma era estremamente severa e io, sotto pressione, non rendevo affatto meglio.

«Questa non è la mia bacchetta, quando ne avrò una tutta mia riproveremo, per ora pausa, sono a pezzi» conclusi gettandomi sul divano.

Accidenti, credevo che la magia fosse più semplice di così, Hermione mi stava riempiendo di cose da imparare e il mio cervello a momenti sarebbe, probabilmente, esploso.

L'indomani finalmente avrei iniziato il mio primo anno ad Hogwarts e non stavo più nella pelle, quel maledetto primo settembre non sarebbe stato solo un giorno da buttare, ma anche il mio giorno speciale ed io non vedevo proprio l'ora.
La mattina presto sarebbero arrivati Remus e Ninfadora, con loro e ovviamente Harry, saremmo andati a Diagon Alley per acquistare gli ultimi materiali scolastici che mi servivano: la bacchetta e l'animale, e ovviamente sapevo già che avrei voluto una civetta proprio come Edvige.

La voce di Molly che ci richiamava a cena attirò la mia attenzione, perciò ci radunammo tutti e nove a tavola per gustare le prelibatezze che ci cucinava sempre la mamma di casa Weasley.

«Allora Moon, emozionata per domani?» mi domandò il signor Weasley addentando un pezzo di pollo. Era un uomo estremamente gentile, generoso e sempre disponile, una gran bella persona.

«Oh moltissimo, sono così curiosa di vedere finalmente la scuola» sorrisi sincera.

«E voi, chi volete rivedere?» domanda Molly al resto della banda.
Sperava forse di estorcere qualche informazione ai suoi figli e io ero altrettanto curiosa di ascoltare. Sarebbe stato bello vedere di persona tutti gli studenti dei quali, solitamente, sentivo solo racconti.

«Ah io voglio vedere senza dubbio Neville» rise di gusto Ron, prendendo in giro il ragazzo.

«Sei perfido» lo riprese la sorella.
Ginny, la giustiziera della famiglia Weasley.

«Beh posso dirti con assoluta certezza chi non voglio rivedere: Draco arrogante fastidioso presuntuoso Malfoy» esordì acida Hermione

Nonostante quel ragazzo non fosse mai andato giù a nessuno di loro, Herm in particolare proprio non lo digeriva, ricordo ancora quando lo scorso inverno mi mandò quella lettera tramite il suo gufo in cui mi raccontava della sofferenza immensa che gli aveva procurato quel Malfoy definendola una Sanguemarcio.

Nel mondo magico esistevano vari tipi di categorie identificative: i Babbani ossia quelli senza poteri magici; i Magonò ovvero chi nasceva in una famiglia di maghi ma non acquisiva poteri; i Sanguesporco, o come li chiamavano le persone civili, i Nati Babbani come Hermione, che erano maghi pur avendo i genitori babbani; i Mezzosangue come me ed Harry che avevano entrambi o solo un genitore mago ma qualche membro della famiglia o antenato babbano, nel mio caso ad esempio i genitori di mia madre Lily erano senza poteri; e infine i Purosangue ovvero coloro che custodivano da secoli il cosiddetto sangue puro. Erano solo ventotto le famiglie a non aver mischiato il loro sangue con dei Babbani in tutto il mondo magico, conservavano quella nomea come se fosse la cosa più preziosa del mondo ma, a mio parere, era una convinzione talmente sciocca.

La famiglia dei Weasley era anch'essa composta da Purosangue, eppure non erano per niente presuntuosi, a differenza di Malfoy, il quale si permetteva spesso di schernire Hermione per le sue origini.
Non capivo come facesse lei a non prenderlo per il collo e dargli una lezione, insomma, come si rimane calmi davanti a una scena del genere?

Mentre le domande frullavano nella mia testa l'ora di dormire arrivò molto in fretta e fu così che ci dammo la buonanotte a vicenda e ci dirigemmo ognuno nella stanza propria stanza.

Tuttavia prendere sonno risultava impossibile, probabilmente nessuno al posto mio avrebbe dormito, ero in preda alla più totale agitazione.

«Ero sicuro di trovarti qui» rise mio fratello, allungandosi sul muretto del balconcino.

«Harry, che ci fai sveglio?» chiesi sorpresa.

«Mia sorella gemella non riusciva a dormire e percepivo qualcosa di strano» ridacchiò per poi continuare «Cosa ti preoccupa? Avanti sfogati» mi invitò premuroso.

Non ero particolarmente entusiasta di spiegargli cosa mi turbasse, insomma gli raccontavo ogni cosa, ma non volevo si sentisse colpevole del mio malessere. Tuttavia allo stesso modo non potevo mentirgli, se ne sarebbe accorto immediatamente, mi conosceva come se stesso.

«Forse di non essere all'altezza tua, o di mamma e papà e magari deludere le aspettative» confessai, ed era vero, ogni parola.

«Tu non deluderai proprio nessuno! Sei una Potter, la magia ti scorre nelle vene» si bloccò per un momento «E poi sei molto avvantaggiata, sai praticamente già tutto sia sugli alunni che sui professori, non è mica da poco..sarai fenomenale!»

«Probabilmente sarò solo la sorella gemella incapace del Prescelto» sbuffai arresa. Il nome di Harry mi pesava, era inutile negarlo, speravo di potermelo scrollare di dosso, volevo essere Moon, nient'altro che me stessa, non la sorella del bambino sopravvissuto.

«Forse, ma essere associata a me sarà già un onore per te vedrai» mi fece l'occhiolino.

Alzai gli occhi al cielo rassegnata mentre mi accarezzava i capelli per rassicurarmi. Lo guardavo, era così identico a me, ogni volta che mi stava accanto avevo quella netta sensazione che sarebbe andato tutto bene.

Harry era la mia calma.

«Ora ti prego, va a dormire, domani sarà una giornata intensa» mi supplicò
«Va bene, buonanotte Har» lo abbracciai

«Buonanotte Moony, sta tranquilla, ok?» annuii, mi lasciò un bacio sulla testa e tornò in camera sua.

Chissà che diavolo mi aspetta.

Piccola Mezzosangue || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora