Capitolo 8 - Il veleno della Serpe

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Io in Serpeverde? Dannazione non poteva essere vero.
No, doveva essere sicuramente un errore.
Chissà che diavolo avrebbero pensato tutti.

Con fare tentennante mi diressi al tavolo della mia nuova casa e mi inserii tra i primini anche se percepivo lo sguardo di tutti addosso; "una Potter tra i Serpeverde guarda te", era questo che pensavano già tutti, era uno scandalo a voler dir poco.
Lo sguardo dei Weasley sembrava piuttosto preoccupato e quello di mio fratello indecifrabile; girai il viso verso il tavolo dei professori e scorsi ovviamente il mio pseudo papà che però aveva un'espressione rassicurante, il che, era molto strano.

Finito lo smistamento iniziammo a mangiare, la cena mi sembrò eterna, non vedevo l'ora di alzarmi da quel tavolo e andare da Harry.
Il problema non era la casa in se, anzi, ammiravo la determinazione, l'astuzia e la sfacciataggine tipica delle Serpi, è solo che gli altri ne parlavano sempre male e la paura che potessero iniziare a pensare quelle cose anche di me mi terrorizzava; presa dai miei pensieri non mi resi neanche conto della fine del pasto fin quando una mano non mi scosse.

«Ei» La ragazza dai capelli a caschetto parlò

«Ciao emh..Pansy vero?» chiesi incerta. Pregai di non aver sbagliato.
Lei annuì.

«Senti io, mmh, volevo dirti che a me non importa la tua provenienza o il tuo stato di sangue, so cosa significa vivere con dei pregiudizi sulle spalle perciò non ho intenzione di giudicarti, davvero» disse titubante, sembrava temesse una mia risposta.
Ma non era così, probabilmente temeva solo di essere giudicata dai suoi amici, e la capivo, accidenti se la capivo.

«Io emh..lo apprezzo, tantissimo» le sorrisi

Mi accorsi presto della presenza di Harry, Ron ed Hermione alle spalle della mora che, si sentì subito a disagio.

«Ok beh, io vado» disse a disagio per poi avvicinarsi al mio orecchio e sussurrare «La parola d'ordine è Salazar Omnis Regnat» Dopodiché se ne andò.

«Beh sembrava gentile» esordì la riccia.
Era la cosa meno convinta che le avessi mai sentito dire, davvero.

«Ricordati sempre che è una Serpe quella lì» intervenne Ron

«Ricordati che ora lo sono anch'io...» misi parola, un po' incerta, ma volevo davvero capire se quello fosse un problema per loro. Ne temevo la risposta, ovviamente, ma azzardai lo stesso.

I loro volti iniziarono a guardare me, forse nel tentativo di capire cosa realmente provassi, il punto era che non lo sapevo nemmeno io.
Non so cosa sentivo, non provano niente di specifico, ero solo...confusa.

«Come ti senti Moon?» iniziò mio fratello
«Harry non lo so, davvero» dissi innervosita, non tanto da lui, ma dalla situazione che improvvisamente si era creata intorno. Tra tutte le mie paure, quella di finire in Serpeverde non era stata contemplata, e invece.

«Ti senti emh, felice?» domandò dolcemente, cercando le parole giuste.
«Ma certo! Dopotutto sono nella scuola dei miei sogni finalmente» gli ricordai

«Moon insomma i Serpeverde forse non sono poi così male alla fine e-» la riccia iniziò ma la interruppi subito

«Herm non serve che tu mi dica niente per compiacermi, scoprirò da sola come si sta in quella casa, in fin dei conti non potete affermare di saperlo nemmeno voi» affermai decisa

«Verrai sempre da noi vero?» domandò Ron alleggerendo l'aria
«Verrò sempre, ogni volta che mi vorrete» gli sorrisi per poi stringerli tutti e tre.

Proseguimmo il giro del castello fino a che non mi accompagnarono nei sotterranei dove, a quanto pare, era situata la sala comune delle Serpi. Una volta giunto lì davanti mi salutarono; appena fui certa che si fossero allontanati pronunciai la parola d'ordine, trovandomi ben presto nell'enorme sala.
Il verde regnava sovrano, le pareti, i tappeti, i divani e tutti gli oggetti di grande rilevanza; coordinato a quel colore vi era il nero che decorava le finestre, il camino, il tavolo e le sedie, dove molti ragazzi erano raccolti a giocare agli scacchi dei maghi; infine l'argento che ricamava il contorno dei dettagli imperlati e i lampadari.
La vista nel fondale del Lago Nero faceva da cornice a quello che, senza dubbio, era uno dei posti più cupi, tetri e allo stesso tempo mozzafiato che io avessi mai visto.

«Guarda guarda,e così c'è una Potter tra di noi» sorrise beffardo il biondino. Ecco, lui era esattamente il problema maggiore con cui avrei dovuto fare i conti.

«Ti crea problemi Malfoy?» domandai retorica, squadrandolo mentre era spaparanzato sul divano.

La sala comune si svuotò in poco tempo e rimasi col biondo, il suo amico e un altro ragazzo mai visto. Non li temevo affatto, semplicemente mi scocciava l'idea del fastidio che mi avrebbero recato per tutti i cinque anni successivi.

«Moon giusto? Io sono Blaise, non so se ti ricordi» si avvicinò il ragazzo dalla pelle scura

«Oh mio dio Blaise, stai davvero fraternizzando con il nemico?» domandò retorico Malfoy alzando gli occhi al cielo e rivolgendo poi il suo sguardo verso il fuoco ardente.

«Ma quale nemico? È una serpe come noi» disse l'altro ragazzo prima di continuare «Io invece sono Theodore Nott, ma puoi chiamarmi Theo»
Cavolo, forse non erano poi così male. Sorrisi leggermente ai due ragazzi.

«Non ci posso credere, ma quanto siete morti di figa voi due?
Devo ricordarvi da che famiglia proviene?» sputò acido il ragazzo dagli occhi trasparenti.

«Ah sì? Devo ricordarti invece da che famiglia provieni tu?
Tuo padre è un Mangiamorte, per di più anche fallito» risi sprezzante. Non doveva permettersi di mettermi i piedi in testa, concederglielo una sola volta avrebbe significato dargli il diritto di farlo sempre.

«Come osi? Piccola sudicia Mezzosangue» si avvicinò pericolosamente

Aveva gli occhi iniettati di sangue e rabbia e si illudeva di avermi offesa, di avermi in qualche modo ferita, ma ci voleva ben altro per far rimanere male una come me.
Il suo parere non mi toccava, tantomeno quella stupida parola. Sarei potuta essere una strega migliore di lui anche senza avere il sangue puro, glielo avrei potuto dimostrare.

«Hai ragione, è quello che sono, una Mezzosangue, ma credimi Malfoy sono fiera delle mie origini, mentre io, se fossi in te, non lo sarei più di tanto»

Terminai quella conversazione inutile lasciandolo di sasso davanti al camino che ardeva, non aveva proferito ulteriore parola, era rimasto il silenzio. "Una piccola vittoria per me" pensai. Un po' di veleno ogni tanto forse avrebbe fatto bene, e forse sarebbe stato proprio lui a tirar fuori la Serpe che era in me, dato che sembrava volere tutto il mio disprezzo.
Sorrisi tra me e me, ed andai a cercare la stanza. Non ebbi nemmeno il tempo di ammirarla poiché era già tutto buio, notai però la presenza di un bagaglio; "P.P." vi era inciso sopra, non ci volle molto a capire che Pansy dormiva nel letto di fianco al mio.
Mi sistemai alla svelta per poi crollare presto in un sonno profondo frutto di una giornata esaustiva.

Piccola Mezzosangue || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora