Capitolo 38

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Mi alzai dal letto e controllai l'orario 4:40,senza fare rumore mi infilai una felpa di mattia e presi telefono,overboard e chiavi.

Uscì di casa e notai che era ancora buio,così accesi la torcia e montai sull'overboard.

Non c'era un motivo logico per cui io stessi facendo quella cosa,credo che dopo tutto quello che era successo avevo bisogno di stare sola,anzi,io e i miei assurdi pensieri. Cominciai a percepire la pace dei sensi,il vento freddo si mischiava con i miei capelli e contemporaneamente mi entrava nei polmoni. Le mie mani gelide erano nelle tasche della felpa calda e morbida del mio ragazzo,chissà se si era accorto della mia assenza.

Continuai a pensare a cosa dovevo fare,non c'era un solo problema da risolvere,ma due e anche abbastanza complicati.

Non sapevo cosa fare per il maledetto bacio con kairi,dirglielo o non dirglielo. Avevo paura che kairi in qualche modo potesse cedere e confessare tutto. Io ero una persona strana,a volte inaffidabile,però sapevo prendermi le mie responsabilità e che non avevo paura di quello che poteva succedere,o forse si. Avevo paura che mattia mi lasciasse.

Avevo deciso,dirò a mattia tutto,non si meritava di soffrire per colpa di una stupida sedicenne che non ha avuto le palle di dirgli le cose come stavano.

L'altro problema era alejandro,non avrei mai pensato che mio "fratello" o così si definiva, possa aver assunto una cosa che in 17 anni davanti a me aveva sempre schifato. Dovrò parlargli,e chiedergli perchè,chiarirmi le idee e aggiustare la mia vita.

Nemmeno mi accorsi che ne era passato di tempo e che stava sorgendo il sole,decisi di fare una foto e metterla nelle storie instagram,poco mi importava se uno dei miei amici la vedeva.

@_grace_ stories

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Posai il telefono nella tasca della felpa e continuai il mio fantastico viaggio senza meta.

Il mio telefono non aveva nessuna notifica,ne da ale,ne da mattia,ne dalle mie amiche e amici. Non che la cosa mi preoccupasse,erano quasi le 6 del mattino.

Continuai a fissare un punto indefinito e a navigare nei miei pensieri senza accorgermi che ero arrivata a Paterson,una città del new jersey.

Presi la strada per tornare indietro e il mio telefono pian piano iniziò a scoppiare,poco mi importava.

In america per mia fortuna c'erano delle strade praticamente sempre desolate in cui era stato permesso utilizzare skate,bici e altri mezzi che non siano macchine o moto.

Vidi il cartello "welcome in totowa" e capì che ero vicino casa.

Arrivai a casa e sempre senza fare il minimo rumore posai l'overboard e le chiavi bel soggiorno e poi salì le scale in punta di piedi.

Giunsi in camera e mattia era sveglio,e anche abbastanza arrabbiato.

«tu adesso mi spieghi dove cazzo eri» si alzò dal letto «dovevo pensare» mi tolsi le scarpe e la felpa riponendoli in posti a caso «non è una giustificazione» quasi urlò il ragazzo «che cazzo te ne frega se esco nel bel mezzo della notte? Che sei mia madre?» sbottai «mi preoccupo per te porca troia» sbottò anche lui «non mi interessa,adesso lasciami dormire» mi sdraiai,mattia continuava a parlare e io chiusi lentamente gli occhi fino ad addormentarmi definitamente.

Spazio autrice:
Hii
Sono disperata
Spero che il capitolo vi si apra e che riusciate a leggerlo
Vi amo
Votateee💛

I start again from you//mattia polibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora