Sono le 2:00 del mattino. Non riesco a dormire, non riesco a fare niente. Penso alla conversazione che ho avuto con Harry qualche ora fa. Non ho mai smesso di amarlo, e non lo farò.
La fregatura è che lo amo talmente tanto da non riuscire a guardare un altro ragazzo senza pensare inevitabilmente a tutti i suoi stupidi modi di fare. Sono condannata a non averlo mai, ed a volerlo avere per sempre.
Ormai i ragazzi sono già ripartiti, il due luglio hanno un concerto a Düsseldorf, in Germania. Ma ritornano in Italia il sei luglio, vengono a Torino, perciò credo che anche noi resteremo quì, Charlotte mi ha detto che Liam vuole rivederla, le ha lasciato anche il suo numero, è una cosa seria!
Fatto sta che dopo Torino non avrò più l'occasione di vedere Harry fino al cinque ottobre. Ovvero fino alla fine del Tour.
Ho bisogno di lui. Non mi ero mai accorta di quanto lo amassi e ne avessi bisogno fino ad oggi quando lo vidi davanti a me, con la consapevolezza di non poterlo abbracciare, di non poterlo stringere tra le mie braccia, con la consapevolezza di non poterlo baciare.Jess e Lottie dormono. Bhe, almeno loro ci riescono. Adesso ci provo anch'io a dormire. Spero solo di non ritrovarmi Harry nei miei sogni anche oggi, perché non so se potrò mai sopportarlo di nuovo. Sognare di poterlo abbracciare, quando in realtà non posso. Spero però di rivederlo presto. Mi manca di già.
Poso il mio piccolo diario nel cassetto del comodino affianco al mio letto, e poi cerco di dormire. Chiudo gli occhi, e mi addormento piano piano, con l'immagine di Harry che svolazza nella mia mente.
"Harry! Harry! No! Ti prego! Non farlo!" Un uomo con un cappuccio nero stringe nelle sue mani una pistola, puntata contro Harry di fronte a lui. Qualcuno mi sta tenendo, e non riesco a capire chi.
"Ti prego! Uccidi me! Non lui, per favore!" Le lacrime bagnano ogni piccola parte delle mie guance. Ho paura. Tanta paura. E poi...
il rumore di uno sparo cattura i miei pensieri."Nooo!!!!" Urlo con tutta me stessa. Il corpo di Harry cade ai piedi dell'uomo mascherato. Una piccola pozza di sangue si forma attorno al corpo dell'uomo che amo più della mia stessa vita.
Cado sulle ginocchia, dimenandomi dalla presa di due persone che fino a quel momento mi hanno impedito di avvicinarmi ad Harry, e striscio verso quest'ultimo.
Lo guardo in faccia, ed era Matthew.Mi sveglio di colpo. Solito incubo. Da quando rividi Matt due anni fa per una sua visita qui a Milano, nel periodo di Natale, ed io ero qui da mia madre, faccio sempre lo stesso sogno...anzi, incubo. Sogno che qualcuno spara Harry, e poi è Matthew. Mi alzo con cautela dal letto, per non svegliare Jess e Lottie che dormivano tranquille negli altri due letti che c'erano in camera, li usavo per le mie amiche, quando abitavo ancora qui.
Prendo il mio iphone e guardai l'ora: 4:25. Merda. Vado in bagno e sciacquo la faccia con un po' d'acqua fresca. Prendo l'asciugamano, e il mio sguardo cade su un oggetto fin troppo familiare. La mia lametta.
Scopro il mio braccio. Ancora tutte le cicatrici delle volte precedenti sono presenti su di esso. Prendo in mano il piccolo aggeggio e la poso sulla mia pelle morbida e chiara. Un taglio, due, tre, quattro, e perdo il conto. Rosso. Il mio braccio è rosso. Prendo una fasciatura e l'attorciglio sul mio polso. Pulisco il lavandino e torno in camera, sdraiandomi successivamente nel mio letto ancora caldo. Sono diventata autolesionista da...da un anno ormai. Troppe cose sono successe da allora. Oltre all'argomento 'Harry', Bryan si è trasferito a Jackson, nel Mississippi. E questo da accettare fu terribile. Mi manca troppo. Fatto sta che ancora non ho smesso con quella dannatissima lametta, e solo Jessie e Lottie sanno di tutto ciò. Non ho avuto nemmeno coraggio di dirlo a mia madre...a mio padre...sono una codarda. Inizio a piangere nel mio letto, sotto le coperte, e man mano mi addormento, lentamente.
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HOLD ME
Fanfic"Dovevo stare lontana da lui, dovevo stare lontana da quell'amore impossibile, dovevo farmelo passare, non avevo altra scelta, ma non ci sono riuscita. Aveva detto: "Sono solo cresciuto, non sono cambiato" e forse aveva ragione, ero stata io a cambi...