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San
13 ottobre 2020
La sveglia mi fece aprire gli occhi di scatto. Era da minuti che suonava ma in quel momento mi arrivò direttamente nel cranio. Mi girai tra le coperte e sull'altro letto notai perfettamente Jongho che dormiva ancora, spaparanzato sul letto a gambe e braccia aperte. La sveglia era sua e nemmeno si era svegliato.
Aveva svegliato me, però.
«Jongho, alzati.»dissi mugugnando e portandomi il cuscino intorno alla testa per coprirmi le orecchie. L'altro non mi sentì però.
«Spegni quella sveglia.»continuai alzando un po' la voce ma non mi sembrò degnarmi nemmeno questa volta di una risposta. Allora presi il cuscino e lo lanciai dall'altra parte della stanza andando a colpirlo in pieno in faccia. La sua testa si alzò come una molla ma non aprì gli occhi nemmeno per sbaglio.
«Spegni quella cazzo di sveglia o la prossima cosa che lancio non sarà un cuscino.»intimidii e lui allora sbuffò, alzando poi il busto per scendere i gradini del suo letto a castello, andando diretto verso l'orologio posizionato sul comodino vicino alla porta.
Si grattò la nuca e fece per risalire la scaletta ma poi tornò indietro e iniziò a trafficare con le mani all'interno del suo armadietto.
«Perchè avevi la sveglia così presto?»chiesi avendo capito che ormai non avrei più preso sonno.
«Oggi non ho lezioni, mi hanno preso in una squadra di calcio del campus dopo avermi visto giocare con Yunho. Perciò oggi hanno organizzato una partita.»spiegò lui togliendosi la maglietta del pigiama e indossando poi quella della sua divisa da calcio.
«Una partita? Ti sei svegliato cosí presto dopo essere andato a ballare per festeggiare il tuo compleanno per una partita?»domandai un po' confuso. Ieri era il suo compleanno e infatti aveva deciso di andare in una discoteca qui vicino per divertirsi un po'. Sia io che gli altri nostri amici non eravamo andati dato che oggi avremmo avuto lezioni ma sapevo che era tornato verso le tre di notte. Fortunatamente in quell'università non c'era il coprifuoco o altrimenti sarebbero stati guai.
«In realtà ho provato a fare after stanotte ma mi sono addormentato per le sei di mattina, perciò più o meno un'ora di sonno la ho dato che sono le sette meno cinque.»disse con un'alzata di spalle mentre si sedeva sullo sgabello della nostra stanza per allacciarsi gli scarpini da calcio.
«E non sei stanco?»gli chiesi alzandomi e scendendo anche io la scaletta. Ormai ero sveglio, tanto valeva rivedermi gli appunti o fare qualcos'altro.
«Si, un po'. Ma ne vale la pena per giocare una partita.»mi rispose prendendo poi il borsone e mettendoselo in spalla andando verso la porta della camera.
«Va bene, noi due ci vediamo dopo pranzo forse. A più tardi.»annunciò uscendo dalla camera e io gli feci un gesto con la mano per salutarlo.
Mi iniziai a preparare per la lezione e feci per andare al bagno a farmi una doccia.
A quell'ora i bagni comuni erano fortunatamente vuoti perciò potevo girare nudo in pace. Mi spogliai e mi misi sotto il getto d'acqua sciacquandomi poi bene il corpo per svegliarmi completamente.
Quando tornai in camera mi vestii iniziando a sentire i soliti rumori del mattino dei ragazzi che si svegliavano e si iniziavano a preparare per la giornata a cui andavano incontro.
Presi il mio telefono, con tanto di caricabatterie, e la borsa coi libri prima di uscire dalla stanza e chiudere poi la porta a chiave.
Mi diressi verso la caffetteria iniziando a vedere come i miei coetanei camminavano mezzi nudi per i corridoi, chi verso le camere e chi verso i bagni. Li schivai tutti senza nemmeno farne cadere o scivolare uno (cosa che accadeva spesso dato che i capelli bagnati lasciavano anche il pavimento umido e quindi scivoloso) e infine arrivai davanti alla caffetteria dove avrei aspettato i miei amici.
«Un caffè doppio, per favore.»dissi alla barista dietro al bancone mentre puliva un bicchiere.
«Non è stata una buona mattinata, vero?»mi domandò mettendomi un piattino e un cucchiaino davanti gli occhi.
«No, per niente. Come te ne sei accorta?»dissi poi prendendo un sacchetto di zucchero nel contenitore accanto.
«Fidati, vedo tanti ragazzi che fanno nottata e poi vengono qui con delle occhiaie infinite. So bene quando uno ha dormito o no.»mi spiegò versandomi poi il caffè in una tazzina e passandomela.
«Beh, sarebbe stato sicuro più divertente se avessi fatto nottata. Ma in realtà il mio migliore amico ha trovato una maniera alternativa per festeggiare il suo compleanno e...»ma mi bloccai. La ragazza dietro al bancone mi fissò preoccupata ma non me ne curai più di tanto.
«Tutto bene?»mi domandò e io le annuii continuando a pensare.
Avevo avuto un'idea brillante. Perciò presi il telefono e non ci pensai due volte a mandare un messaggio sul gruppo.

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