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Wooyoung
10 marzo 2021
Volevo fare una sorpresa a Chris quel giorno, per questo decisi che sarei andato a casa sua. Avevo preso la macchina quel pomeriggio, dopo mesi ormai, e l'avevo messa in moto, quasi nemmeno ricordando come si guidava (scherzo, ovviamente).
Avevo guidato per più di mezz'ora prima di arrivare all'indirizzo che mi era stato dato. Non scesi subito dalla macchina, dal momento che non sapevo se i suoi genitori ci fossero stati o meno, perciò decisi di preparare al meglio quella sorpresa. Cercai su internet se ci fosse qualche pasticceria in zona e, una volta trovata una, mi diressi sul luogo per comprare un vassoio di pastarelle che le avrei portato una volta a casa sua. Tornai poi davanti all'edificio e decisi di mandarle un messaggio e sperare che i genitori non ci fossero.

Poi aspettai qualche minuto che lei uscisse e io perciò scesi dalla macchina, appoggiandomici poi con la schiena e portandomi il vassoio tra le braccia, in sua attesa

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Poi aspettai qualche minuto che lei uscisse e io perciò scesi dalla macchina, appoggiandomici poi con la schiena e portandomi il vassoio tra le braccia, in sua attesa. Quando poi si fece vedere notai subito il suo sguardo confuso, cancellato l'attimo dopo da un dolce sorriso.
«Che ci fai qui?!»esclamò venendomi incontro e abbracciandomi, facendo però attenzione a non far cadere il vassoio. Si staccò e me lo tolse dalle mani, mentre io avvicinavo il viso al suo per lasciarle un semplice bacio a stampo.
«Mi mancavi e sono venuto. I tuoi ci sono?»dissi soltanto e lei scosse la testa, avviandosi poi verso casa. Io chiusi la macchina schiacciando semplicemente un tasto e poi la seguii all'interno dell'abitazione. Non era grandissima, era una semplice casa a due piani: sicuramente c'erano tre camere da letto, due bagni, la cucina e il salotto, come le solite case di quella zona.
«Andiamo in camera mia.»ordinò e io annuii, continuando ad imitare i suoi passi, salendo le scale e poi ritrovandomi dentro una stanza: non era grande, aveva le pareti sull'arancione e una finestra che dava sulla casa dietro, il letto a una piazza e una grossa scrivania che prendeva tutta la parete. Mi andai ad accomodare sul
letto e lei poggiò il vassoio su, appunto, la scrivania, per poi sedersi accanto a me.
«Nessun ragazzo è mai entrato nella mia camera.»annunciò e io iniziai a sentire un dolore allo stomaco, quel dolore piacevole di quando sei con la persona che ti piace.
«Chi sarebbe dovuto venirci, scusa?»le chiesi dandole una leggera spallata e poi poggiandole una mano sulla coscia. Lei arrossì e mi lanciò un'occhiata di sbieco, ma non rispose. Aveva avuto altri ragazzi, prima di me?
Mi resi conto solo in quel momento di quanto poco sapessimo in realtà l'uno dell'altro: fu per questo che poi le posi un'altra domanda:
«Hai avuto, ecco, altri ragazzi?»lei nel sentire quelle parole alzò di poco il mento e si voltò verso di me, per poi annuire incerta. Non sapevo di questo ragazzo, avevo dato per scontato che essendo vergine non avesse mai avuto nessun'altra relazione, come me d'altronde, ma a quanto sbagliavo.
Non cercai di farla parlare ma le accarezzai la gamba teneramente: non volevo forzarla, ma ero tremendamente curioso. Si mise a gambe incrociate, e io mi stesi appoggiando la schiena alla tastiera del letto, lasciando poi che lei attaccasse la sua di schiena contro il mio petto, mentre le circondavo la vita con le braccia.
«È stato l'anno scorso, ma non era nulla di speciale. Non è successo chissà che, dato che quando siamo stati insieme io ero troppo occupata a non far fare a Frannie delle cazzate.»iniziò a spiegarmi e io infilai il naso tra i suoi capelli, annusandone quell'odore dolce che ormai avevo imparato ad adorare
«Eravamo migliori amici, io e questo. Si chiamava Alessandro. Ci siamo messi insieme dopo più di cinque anni di amicizia e mi ha cambiata in meglio: prima non mi importava più di tanto del mio aspetto esteriore, se avevo i capelli pettinati o se non avevo abbinato qualche capo di abbigliamento. Dopo di lui invece, ho iniziato a curarmi molto di più.»continuò a dire e io annuii quando si fermò. Sospirò e io capii che stava per arrivare la parte dolorosa del racconto, fu per questo che le lasciai un bacio sulla testa.
«È proprio per questo che è finita. Io ho iniziato a curarmi, lui a dirmi che era geloso che qualcuno potesse guardarmi ed è durata fino a quando mi ha dato della puttana, senza motivo, dato che sai bene che ero vergine. L'ho lasciato e ho rotto l'amicizia con lui e d'altro canto lui si è trasferito qualche mese dopo.»finì di dire e io le strinsi maggiormente le braccia intorno al corpo, posando poi la testa nell'incavo del suo collo. Dire che Chris è una puttana è come dire che il sole è blu: è una gran cazzata.
«Da una parte mi dispiace, perchè ci sei stata male. Ma dall'altra gliene sono grato, così ora stiamo insieme.»le sussurrai all'orecchio e lei arrossì e piegò il collo che si era riempito di brividi sotto al mio fiato caldo. Rimanemmo in silenzio dopo quelle parole, fino a quando lei si staccò dal mio petto e si mise in ginocchio davanti a me. Mi prese le guance con le mani e avvicinò il viso al mio, facendo sfiorare i nostri nasi.
«Ti amo.»sussurrò e io non potei fare a meno di sorridere. Le fissai gli occhi e unii le nostre labbra, sfiorandogliele prima e poi passando a stuzzicarle la bocca con la lingua, per darmi il completo accesso.
«Anche io.»mormorai una volta staccati e le posai nuovamente le braccia intorno alla vita, attirandola poi sopra di me.

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