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Hongjoong
12 gennaio 2021
Dopo l'arrivo di Chris nella mia stanza la situazione si era tranquillizzata. Le due ragazze mi avevano aiutato nel scegliere i vestiti adatti per l'appuntamento con Seonghwa e non c'era stato alcun imbarazzo per me. L'unica cosa che in realtà mi aveva messo in soggezione era stata appunto la presenza di Frannie. Averle parlato delle mie insicurezze mi aveva tranquillizzato un po' ma il fatto che anche per un solo attimo avessi potuto pensare di potere avere qualcosa con lei era una sensazione che mi rimaneva nell'angolo della mia testa, come se quel pensiero fosse pronto ad uscire.
«Bene. Sei pronto!»esclamò Christina quando rientrai in camera dopo essermi cambiato al bagno del dormitorio. Notai anche la presenza di Yunho in camera e quando mi vide fece un fischio di approvazione probabilmente anche soltanto per prendermi in giro.
«Niente male! Dove stai andando così ben acchittato?» iniziò a dire agitandosi sul suo letto per poi alzarsi e venirmi in contro. Non avevo detto a nessuno dei miei amici dell'uscita in programma con Seonghwa per non farli preoccupare troppo: dopotutto era stato sia con Yunho sia con San e io sarei stato il terzo del nostro gruppo a dargli corda. E in più loro non sapevano nemmeno che io fossi gay.
Arrossii a quelle parole e stavo anche quasi per rispondergli quando sentii bussare alla porta.
«Vado io.»affermai mentre gli altri nemmeno provavano ad andare alla porta. Infatti nessuno dei tre si era mosso dalla loro attuale posizione probabilmente essendo già a conoscenza di chi avesse bussato. Infatti quando aprii ritrovai il viso di Seonghwa guardare per terra che, appena mi vide, mi fece un sorriso.
«Hey.»gli dissi soltanto guardandolo e lui ricambiò la parola per poi mettermi una mano sul braccio per darmi due baci sulle guance e io gliela misi attorno alla vita per salutarlo. Mi voltai verso Yunho, Frannie e Chris e notai sguardi diversi in ognuno di loro: chi era fiero come se fossi un figlio che prendeva il suo primo 10 a scuola, chi ne aveva uno nostalgico e chi, invece, aveva un espressione quasi delusa in viso.
«Beh ragazzi, io vado. Ci vediamo dopo, va bene?»dissi poi per congedare loro prima di sentire dei versi affermativi e voltarmi verso il ragazzo delle mie attenzioni. Uscii dalla mia camera e iniziai a dirigermi verso l'uscita dell'edificio mentre lui mi rimaneva accanto.
«Allora, come è andata la settimana?»mi domandò mentre uscivamo completamente e andavamo in direzione del parcheggio. In realtà nessuno di noi due aveva detto nulla riguardo quello che volevamo fare ma fu come se ci fossimo messi d'accordo.
«Tutto ok, non ho fatto nulla di particolare. Credo che l'unica cosa eccitante che mi è successa sia questo appuntamento.»gli risposi sorridendo mentre ci incamminavamo automaticamente verso le macchine parcheggiate il primo giorno.
«Eccitante, mh?»mi prese in giro guardandomi in viso e facendo un piccolo ghigno. Io arrossii prepotentemente per poi dargli una spinta amichevole.
«Hai capito cosa intendo.»gli dissi e lui sbuffò in una risata. Capì che mi ero messo in imbarazzo perciò non continuò con quel discorso. Anzi, appena arrivammo davanti alla mia macchina cambiò completamente discorso.
«Allora, cosa vogliamo fare?»mi chiese e io iniziai a cercare la chiave nella mia tasca.
«Beh, dato che ti ho invitato io credo che dovrei portarti io da qualche parte.»gli feci notare grattandomi dietro la nuca per poi aprire lo sportello e entrare dentro. Lui fece lo stesso mettendosi al posto del passeggero.
«Okay allora. Decidi tu. Sorprendimi.»rispose lui allacciandosi la cintura e mettendosi comodo. Infilai la chiave sotto il volante e partii subito dopo guardando dietro per non andare contro altre macchine.
«Dammi il tuo telefono, metto un po' di musica.»gli dissi quando fummo fermi ad un semaforo e porgendogli la mano. Lui allungò il suo telefono verso di me e fu un attimo. La sua mano toccò la mia e mi fu inevitabile sentire una sensazione strana nello stomaco. Alzai lo sguardo verso di lui che intanto fissava gli occhi sulle nostre mani che si sfioravano.
Seonghwa lasciò il suo telefono acceso e già messo su una delle sue playlist soltanto per tastarmi la pelle delle dita. Furono solo pochi secondi in cui giocò con le mie dita mentre il palmo della mia mano rimaneva occupato a tenere il suo cellulare.
L'attimo dopo sentimmo il suono di un clacson dietro di noi. Alzai lo sguardo sulla strada e lasciai il telefono sul cruscotto per poi ripartire con la macchina.
Nessuno di noi due poi parlò mentre raggiungevamo uno dei ristoranti più vicini alla nostra zona. Scendemmo dalla macchina e in silenzio raggiungemmo l'entrata, dove fortunatamente fummo avvertiti del fatto che c'era un tavolo per due disponibile.
«Beh, è un'ottima scelta.»mi fece notare quando riuscimmo a sedersi in uno dei tavoli appartati del locale.

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