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Yeosang
9 aprile 2021
Appena uscii dalla biblioteca quel giorno mi accesi una sigaretta e me la misi tra le labbra. Quella giornata era stata stressante, avevo avuto un test abbastanza difficile e mi era stato detto che dall'anno prossimo avrei dovuto frequentare un ospedale per iniziare la pratica. Avevo il sogno di diventare chirurgo da un po' di tempo ormai e avrei dovuto fare ovviamente la pratica per imparare.
Mi incamminai verso una delle panchine vicino la caffetteria e mi ci sedetti prendendomi tutto il tempo che volevo: era venerdí e il giorno dopo perciò non avevo lezione, quindi potevo prendermela comoda, nonostante non fosse mio solito. Infatti erano poche le volte che passavo un pomeriggio tranquillo senza studiare, anche se non ce ne era davvero il bisogno.
Feci un tiro alla sigaretta che avevo tra le labbra e subito dopo la presi tra il pollice e l'indice guardandola. Buttai fuori il fumo e la avvolse ma, ovviamente, nonostante ciò non si spense. Sospirai subito dopo, quasi affranto.
Che cazzo stavo facendo?
Dovevo piantarla con quella roba. Da poco avevo smesso di chiedere a Mingi del fumo o dell'erba, nonostante spesso prendevo la sua dal suo cassetto (avevo scoperto del suo doppiofondo). Anche se non avevo quasi più nessun problema con nessuno dei miei amici, non riuscivo a fermarmi con quella roba. Sapevo che non dovevo farlo, sia perchè non era salutare (cazzo volevo diventare un chirurgo e mi mettevo a rovinare i miei polmoni?) sia perchè, se i miei genitori lo avessero scoperto, mi avrebbero sicuramente tagliato i viveri. Sono sempre stati contro quel genere di cose, infatti ricordo perfettamente come si fossero proposti di pagare una clinica specializzata per far smettere Frannie di fumare. Ovviamente lei non aveva accettato, anche se nemmeno quella clinica la voleva, dato che non si drogava con cose pesanti ma solo con sigarette e canne ogni tanto, proprio come facevo io d'altronde. Infatti, se lo facevano già con lei che non era loro figlia, non immagino cosa avrebbero fatto con me.
«Yeosang!»sentii una voce che mi chiamò. Alzai la testa solo per incontrare lo sguardo sorridente di Seonghwa. Gli sorrisi a mia volta e mi alzai in piedi e, come suo solito, lui mi abbracciò e mi diede due baci sulle guance.
«Cazzo, stai fumando?»mi chiese poi, una volta separato da me, fissando prima il mio viso e poi facendo scorrere gli occhi verso la mia mano dove ancora tenevo la sigaretta.
«Ehm, si...»improvvisamente mi ricordai che anche lui odiava quel genere di cose e che stava cercando in tutti i modi di far smettere anche Mingi e Wooyoung.
«Lo sai che mi da fastidio. Potevi dirlo prima!»mi rimproverò dandomi un leggero pugno sulla spalla. Sicuramente non mi avrebbe abbracciato nel caso glielo avessi detto, ma lasciai correre, sentendo poi un leggero brivido nel punto in cui mi aveva colpito.
«Scusa, non ci ho pensato.»gli dissi soltanto con un'alzata di spalle. Non ci avevo davvero pensato ma, ora che lo avevo davanti a me, non potei fare a meno di farmi passare per la mente un'idea.
«Senti, posso chiederti un favore?»gli chiesi infatti quando lo vidi scuotere la testa come per disapprovare le mie azioni. L'attimo dopo annuí in risposta alla mia precedente domanda e io quasi sentii un peso sullo stomaco.
«Se dovessi aiutare, non so, Wooyoung a smettere di fumare, cosa gli consiglieresti per prima cosa?»gli chiesi poi cercando di non guardarlo negli occhi. In realtà non sapevo come mi fosse venuto in mente ma potevo chiedere solo a lui al momento: Chris era troppo impegnata con Wooyoung, Frannie non sarebbe stata capace di aiutarmi dal momento che eravamo nella stessa barca e gli altri non avevano mai dovuto affrontare quel genere di problema.
«Mi...mi stai chiedendo di aiutarti?»mi domandò poi spostando il peso del suo corpo da una gamba all'altra.
«Ehm, credo di si?»risposi ma fu quasi come se glielo stessi chiedendo. Non sapevo perchè mi sentissi cosí in imbarazzo a parlargliene ma era quella la sensazione che provavo. Non era solo imbarazzo, era quasi vergogna.
Lui mi stupí però, come faceva sempre da quando lo avevo incontrato, battendo le mani e poi abbracciandomi per le spalle.
«Sono contento che tu voglia smettere e che stia chiedendo aiuto a me.»mi sussurrò vicino all'orecchio e io arrossii. Perchè stavo arrossendo? Non mi aveva detto nulla di che...
Ed ecco, l'imbarazzo vero e proprio era quello.
Ero appena arrossito per una frase del ragazzo di uno dei miei migliori amici. Cazzo.
Mi staccai subito da quella stretta e probabilmente notò il mio rossore sulle guance perchè anche le sue si colorarono leggermente.
«Scusa ehm, è che...»iniziò a dire ma io lo bloccai con un gesto svelto della mano.
«Non importa, tranquillo.»dissi soltanto, portandomi poi la mano dietro la nuca e grattandomi la pelle sotto ai capelli.
«Beh, allora, scrivimi quando vorrai parlarne, va bene? Io devo...»si raccomandò lui per poi sviare il discorso. Tensione vera e propria gente.
«Certo, anche io ho da fare delle...cose.»aggiunsi poi per iniziare a camminare all'indietro verso la direzione opposta alla sua.
«Certo. Ci vediamo in camera.»mi salutò lui girandosi e quasi scappando via senza nemmeno vedere che io gli annuii in risposta.

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