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Yeosang
15 marzo 2021
Da quando avevo litigato e fatto pace con San, i pensieri riguardanti Wooyoung erano andati lentamente a sparire del tutto. Non lo consideravo più, per me era diventato semplicemente un membro del nostro "gruppo". Ero felice di essere riuscito, finalmente, ad andare oltre e lo ero anche del fatto che non dovevo più far preoccupare i miei amici riguardo la mia salute mentale. Certo, mi dava ancora un po' fastidio il fatto che San mi aveva nascosto la verità per settimane, e che mia sorella si fosse fidanzata con lui (non per gelosia, ma per semplice rispetto) ma comunque non potevo negare che anche io non mi ero comportato bene nei loro confronti.
Soprattutto in quelli di Mingi, pensandoci bene. Lui era stato al mio fianco per mesi e io avevo continuato a trattarlo semplicemente come il mio coinquilino, quando ormai era ovvio che fossimo diventati molto amici. Fu per questo che presi il telefono mentre ero sdraiato sul letto e prima di tutto cambiai nome in rubrica al mio compagno di stanza, e poi gli mandai un messaggio.

 Fu per questo che presi il telefono mentre ero sdraiato sul letto e prima di tutto cambiai nome in rubrica al mio compagno di stanza, e poi gli mandai un messaggio

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Tramite messaggi forse non si capiva l'imbarazzo che provavo nel dire quelle parole, ma quella sensazione di essere un peso ancora non decideva ad andarsene. In realtà era anche evidente il mio imbarazzo, solo che speravo che lui non se ne accorgesse. Non ero mai stato un tipo che mostrava affetto tanto facilmente: le mie emozioni avevo sempre preferito tenerle per me e, quando erano troppo da sopportare, aspettavo che passassero da sole.
Pochi minuti dopo sentii la chiave nella serratura girare e subito dopo fece capolino la testa di Mingi. Si chiuse la porta dietro le spalle e aspettò probabilmente che dicessi qualcosa: dopotutto ero stato io a mandargli per primo un messaggio e a chiedergli di tornare in camera appena poteva.
«Come stai?»gli domandai e subito dopo mi diedi dello stupido: ci vivevo con quel ragazzo, come potevo non sapere come stesse.
«Va tutto bene. E tu?»chiese poi di rimando grattandosi la nuca e andando a sedersi sul suo letto, imbarazzato. Bene, ero riuscito ad imbarazzate entrambi in meno di un minuto.
«Sto bene anche io. Sono solo un po' pensieroso, tutto qui.»risposi quasi parlando tra me e me e lo vidi annuire.
«Sembrano pensieri ossessivi, guardandoti in faccia.»ammise facendo una piccola risatina e io arrossii prepotentemente: che faccia avevo?
«Non fraintendere, non sei brutto, anzi. Dico solo che hai un espressione...non tranquilla? Come se qualcosa ti stesse opprimendo.»aggiunse subito dopo notando la mia reazione e cavolo, ci aveva preso in pieno. Nonostante mi fossi appunto liberato dai pensieri per Wooyoung, ora ci si mettevano i sensi di colpa per come avevo trattato Mingi.
«Beh è che...mi dispiace per come ti ho trattato per tutto questo tempo. Hai sempre cercato di aiutarmi e...»ma mi interruppe con un gesto della mano. Lo guardai confuso quando rimase in silenzio e si diresse verso di me. Per un attimo credetti che mi avrebbe baciato e mi iniziai anche ad impanicare.
«Non hai bisogno di scusarti. Sei mio amico. Gli amici servono a questo, no?»mi disse e subito dopo mi sorrise. Nel sentire quelle parole non potei fare a meno di sentirmi importane e mi alzai dal letto, per poi abbracciarlo.
«Grazie di esserci e di sopportarmi.»mormorai nella sua spalla e lui strinse maggiormente la presa sulla mia schiena, mentre io mi ero agganciato al suo collo. Lui mi lasciò un bacio sulla testa, un gesto davvero troppo dolce, e poi si staccò da me sorridente.
«Per onorare la nostra nuova amicizia che ne dici se vado a prendere una pizza?»mi domandò ammiccando e io non potei fare a meno che annuire. Mi voltai per prendere il portafogli dal cassetto ma quando poi mi girai verso di lui, Mingi era già andato via. Sospirai, chiedendomi cosa avevo fatto per meritarmi un compagno di stanza di quel calibro e poi mi rimisi seduto. Sorrisi involontariamente.
Presi nuovamente il telefono e provai a fare una videochiamata con Chris, dato che erano giorni che non ci sentivamo ma dopo il secondo squillo mi attaccò. Corrugai le sopracciglia e provai a fare una chiamata normale ma non terminò nemmeno il primo squillo che chiuse di nuovo la chiamata. A quel punto lessi un suo messaggio.

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