47-ho perso il mio tocco

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Jughead's pov
Stanotte ammetto di essermi leggermente spaventato quando ho visto Charles alla porta, ma per fortuna la mia migliore amica è un genio, oltre che ad essere il mio angelo custode. Dopo colazione la accompagno in ospedale a togliere i punti e ne approfitto per scambiare due chiacchiere da soli, è tanto che non lo facciamo.
<Com'è andata ieri sera? Pea si è comportato bene? Se prova a ferirti lo ammazzo!>
<J, rilassati. Punto uno è stato carinissimo. Punto due mi so difendere da sola, più o meno, sto perdendo il mio tocco> l'ultima parte la sussura, come se lo stesse facendo notare più a se stessa che a me.
<Cosa intendi?>
<Intendo dire che sono stata stupida è debole...>
<Ma cosa dici, Charles sarà ancora spaventato dopo ieri, si starà succhiando il pollice in qualche viscido B&B>
<Ti prego non nominarlo più, ma comunque non si tratta di lui>
<Ok... ma di chi stai parlando allora?>
<Mantle...>
<Non dirmi che ti piace ancora...>
<Ma ti pare?! Ovvio che no J, così mi offendi...>
<Non ti seguo proprio ragazza...>
<Intendo che me la sono cercata, mi sono fatta male da sola con lui...>
<Ne so quanto prima..., scusa non sei mica stata te a dirgli di limonarsi quella vixens>
<Io ho perso il mio tocco, ma te perdi colpi Jugh, non hai più il tuo fantastico intuito... Intendo dire che la prima volta che lo ho visto gli ho dato una bella lezione, sarebbe potuta finire lì, invece in me è nato tipo un sentimento di carità e compassione, quindi lo ho perdonato e sono andata a cercare il suo perdono, e adesso mi perseguita. Ieri ho pensato di picchiarlo, il suo disprezzo mi schifa, ma gli avrei solo donato attenzioni che non si merita. Perciò da oggi Reginald Mantle per me non esiste. All'ospedale incontriamo anche Hiram, diciamo che faccio ancora molta fatica ad accettare la sua presenza, ma sto facendo passi avanti, adesso almeno accetto la sua esistenza, direi non male...
La visita va per il meglio, a detta del dottore, anche se riconosco in Soph ancora qualche smorfia di dolore, ma non lo ammetterà mai.
<Jughead, ti spiace se ti rubo mia figlia per portarla a pranzo? Se vuoi puoi unirti a noi>
<Faccia pure signor Lodge, io ho un impegno per l'ora di pranzo. Ma alle 15 passo a prenderla alla Peambroak>
<Va bene Jones> mi da una pacca sulla spalla e si allontana.
<Davvero?"Ti vengo a prendere alle 15", cosa ho 3 anni? Persino JB torna a casa da sola... mi so difendere e ho la scorza dura, sono sopravvissuta ad un cazzutissimo proiettile, e se mi succede qualcosa significa che Lucifero mi ritiene così simpatica che non vuole privarsi ancora tanto a lungo della mia amicizia> resto un attimo scioccato dalle sue parole e mi sfugge una piccola risata, ma poi torno serio.
<Proprio perchè hai per poco scampato la morte non discuto, alle 15 ti vengo a prendere> alza gli occhi al cielo e si allontana. Ora che sono solo decido di recarmi al mio "appuntamento". In realtà non lo ho, ma progettavo da ieri di fare visita a Sweat Pea e adesso ne ho l'occasione. Mi dirigo al parco roulotte e lo becco intento a fare un po' di esercizi sul prato vicino alla roulotte dei suoi nonni.
<Cerchi di portarti al livello di Sophia?>
<Nah, il suo livello e impossibile da raggiungere. Ma anche se non vuole cerco di tenermi pronto per difenderla>
<Hai ragione, non chiederà mai aiuto, ma sono felice che tu voglia provare a proteggerla, perché ha dimostrato diverse volte di saper badare a se stessa, ma una mano le farebbe comodo, per quanto lei odi ammetterlo>
<Che ci fai qui Jughead? E tanto che non passi dal campo>
<Ti tengo d'occhio?>
<Ti ho dato un motivo per farlo, capo?>
<Oh, non si tratta di Serpents, ma di Sophia>
<Tranquillo, non ho cattive intenzioni, per adesso siamo amici. Prima che apprezzi me deve tornare ad amare se stessa> alzo un sopracciglio un po' confuso.
<Non te ne ha parlato?> resto perplesso e non riesco a tirare fuori una sillaba.
<Dai amico, non te ne sei accorto?! Sicuramente da quando stava con Charles, ma forse anche dopo la catastrofe con Mantle, Sophia ha perso molta fiducia in se stessa, l'incidente con Penny e stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una persona qualunque non se ne potrebbe accorgere, è abituata a mentire, a bluffare, ed è molto brava, ma chi la osserva e conosce bene dovrebbe notarlo. Mi sorprende che non ne fossi al corrente...>
<Hai ragione, è strano non me ne sia accorto>
<Jugh, stai tranquillo, mi conosci, con le ragazze sono molto sbrigativo. Ma a Sophia tengo. Non ci siamo ancora baciati, la ho solo invitata a cena, ma il comando lo ho lasciato a lei, se vuole provarci, se vuole aumentare la velocità o vuole andarci piano, la scelta sarà sua. A me basta che resti> la mia faccia si fa sempre più impanicata.
<Davvero non sapevi che voleva andarsene?> faccio cenno di no con la testa, cavolo, mi sto sentendo una merda.
<Dai Jugh, ora mi dirai che non sai nemmeno quando è il suo compleanno, al massimo se può consolarti questo non lo so nemmeno io>Mi fa un leggero sorriso. Cazzarola, non so nemmeno questo. Gli faccio un cenno di saluto con la mano e monto in sella. Torno a casa e chiedo a Betts se sappia qualcosa riguardo al compleanno della nostra amica, non accenno alle altre cose perchè prima voglio parlarne con la diretta interessata.
<Cavolo Jugh, non lo so! Ma mia madre dovrà saperlo per forza, Jennyfer era la sua migliore amica...> senza pensarci su due volte scendo le scale e vado in cucina, dove Alice sta armeggiando con una pentola per la pasta.
<Ehi Jugh, hai bisogna di qualcosa?>
<Beh in realtà si... poichè eri la migliore amica di Jennyfer mi chiedevo se sapessi la data di nascita di Sophia...>
<Oddio! Non me lo ricordo, ma me lo scrisse in una lettera. Se per favore apparecchi io vado a cercarla> faccio un cenno di approvazione e lei si dilegua. Dopo dieci minuti buoni ritorna in cucina con una busta.
<Il suo compleanno è domani! Dobbiamo organizzare qualcosa e alla svelta. Dopo tutte le volte che ci ha salvato la vita e il minimo che possiamo fare>
<Hai ragione. Chiamo un po' di persone e sento se sono libere domani sera>
Sophia's pov
Il pranzo alla Peambroak procede liscio e quando salgo, alzando gli occhi, sulla moto di Jughead sono rilassata, non stressata come al solito quando esco da questa casa. Domani è il mio compleanno, me ne ero quasi scordata... odio i compleanni, specialmente il mio. Di solito lo passo da sola con King, lontana da tutto e tutti. Qui non dovrei dare nell'occhio, nessuno dovrebbe saperlo. La giornata passa in fretta, tutti si comportano in modo strano in casa, spero solo non sappiano niente di domani. Per evadere un po' prendo la mia moto e passo a salutare Sweat Pea. Ma vado via quasi subito perchè anche lui si comporta allo stesso modo. Rassegnata torno a casa e mentre tutti confabulano in cucina io preparo il mio zaino con un cambio, soldi, viveri per me e King. Dopo una cena strana, caratterizzata da sguardi complici tra i componenti della famiglia mi butto a letto, vestita di tutto punto. Alle 4 mi alzo dal letto e scendo nel pianerottolo, prendo la mia giacca e una volta fuori casa indosso gli stivali. Infilo King nel suo zaino apposito, mentre l'altro lo sistemo sotto il sellino della moto, che ho prontamente parcheggiato lontano d a casa per non fare rumore. Infilo il casco e sfreccio via, verso un po' di solitudine. Vicino a Greendale mi fermo in una loanda per fare colazione, far riposare un po' King e accendermi una sigaretta, noto che sul telefono non ho messaggi, così rimonto in sella e continuo il mio viaggio. All'alba sono arrivata su un monte desolato, ricoperto di alberi e con al centro un bellissimo lago. Vista la privacy mi tolgo i mie vestiti e indosso dei patantaloni della tuta grigi e una magliettona bianca. A piedi nudi cammino sull'erba leggermente umida dalla notte e faccio il saluto al sole(circuito di posizioni yoga base). Dopodiché mi stendo a godermi il primo sole con accanto King che mi lecca il braccio. L'erba fresca e morbida sotto di me e l'aria fresca e pulita che mi entra nei polmoni mi fa sentire viva. Resto così per quello che sembra un secolo. Alle 9:00 controllo il telefono e c'è solo un messaggio di Pea che mi chiede di pranzare insieme. Gli rispondo che ho un impegno e che ci vediamo domani. Lui visualizza ma non risponde. Metto un po' di musica e inizio a ballare, mi sento così libera, leggera e spensierata, dopo tanto tempo, è una bella sensazione, una sensazione che non mi da ne il sesso, ne il ballare su un palo, ne fare  a cazzotti. In fondo da sola con il mio fedele compagno di avventure e di vita non sarei stata male. Forse sarei potuta restare in Italia, forse mi sarei potuta risparmiare tante sofferenze, forse non avrei perso la mia fiducia in me stessa. Riverdale mi ha resa debole, mi ha fatto dare a delle persone del potere su di me, mi ha fatto fare pessime scelte, Forse...
Sono ormai le 12 quando decido di pranzare con un panino al salame, preso alla locanda di Greendale. Ne ho un po' d'acqua e ne do anche a King. Dopo mangiato mi sdraio di nuovo a guardarle al cielo, svuoto la mente mentre osservo le nuvole spostarsi nel cielo e faccio le carezze a King. Mi squilla il telefono ma non rispondo. Poi mi decido a scrivere a Jugh che sarei rimasta fuori casa per un po'. Il pomeriggio passa e quando il sole inizia a calare mi decido a tuffarmi in acqua. L'acqua del lago è limpida e leggermente fresca. King non va oltre la riva, non adora l'acqua e nuotare. Resto li in mezzo al lago a fare il morto e a fare quello che ho fatto il resto del tempo. Quando il sole inizia a tramontare torno sul prato dove mi circondo con un asciugamano e con un altro strofino King. Ssfruziono un po'  i capelli prima di rivestirmi. Scatto una foto al tramonto con la mia fotocamera vintage, di quelle col rullino, ne scatto una ogni anno. Ammiro ancora un po' il paesaggio, tinto di arancione e lilla in questo momento, poi avvolgo King in u a coperta per metterlo poi nello zaino e infine rimonto in sella. Sono le 20 quando vicino a Greendale mi fermo da un ortofrutta per comprare una mela. La mangio, mi accendo un cicco e poi riparto. Alle 21 passando davanti al campo roulotte noto che la macchina di Pea non c'è, come non c'è quella di Tony a Tistel House. Scendo dalla moto ed ho ancora i capelli bagnati. Mentre mi avvicino a casa Jones noto le vetture dei miei amici... CAVOLO NO! Rimonto in sella e sfreccio via, mentre passo davanti casa con la moto degli occhi verdi confusi si incatenano ai miei e per poco non perdo il controllo della moto, ma superato Jugh , torno in me è scappo il più lontano possibile. Perché, dico io perchè, mi hanno fatto questo? Non so come lo abbiano scoperto, ma cavolo, se lo ho tenuto nascosto un motivo ci sarà stato?! Perchè non fare finta di nulla?
Spazio autrice
Ok ok, è tantissimo che non postavo, ma ho davvero troppe idee per il finale e faccio fatica a scegliere. Per un momento ho pensato persino di eliminare l'ultimo capitolo e finire la storia con la chiacchierata tre Pea e Soph, in fondo era il 45 capitolo... Ma sono andata avanti e questo capitolo non assomiglia nemmeno lontanamente ad una chiusura, qui di ormai punto il cinquantesimo capitolo per terminare. Non faccio promesse ma entro il prossimo weekend vorrei finire, così da portare Leather Jacket. Mi scuso anche per l'orario, ma io sono una notturna, soprattutto con questo caldo.
Un bacio Soph😈💕

I'm evil and alone ♡riverdale♡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora