Capitolo 15

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Giovedì 30 novembre

Daisy Magu-Maldive

Per raggiungere quella via ci volle circa un'ora di auto. Endrick decise comunque che avrebbe incontrato la ragazza nel pomeriggio, poiché in primis era meglio se faceva una sosta nel suo hotel.

Aveva prenotato al Maldbeach nella via di Daisy Magu, dinanzi alla spiaggia e vicino alla casa di Lizzy. Una volta arrivato a destinazione chiese le chiavi della stanza alla receptionist. Era una giovane ragazza, sicuramente di qualche anno in più di suo figlio.

Fu accompagnato da una donna, che gli mostrò la stanza, la numero ventitré, accompagnata dal bagno. Era estremamente luminosa, vi era una porta finestra, che mostrava l'oceano, accompagnato dalla vista delle palme. Il letto era grande, non c'era bisogno della luce artificiale, il sole brillava nel cielo, illuminando tutte e due le stanze.

Quando fu lasciato da solo, sistemò quelle poche cose che si era portato con se. La vista che aveva sulla spiaggia gli fece per un attimo dimenticare perché fosse lì. Avrebbe dovuto chiedere informazioni riguardo all'abitazione della ragazza, poiché di lei sapeva solo il nome.

Si diresse al ristorante dell'hotel, il suo stomaco reclamava pane per i denti. Si sedette ad un tavolo libero, guardandosi attorno ed osservando altri turisti lì presenti. Un cameriere gli si avvicinò, e prese a parlare maldiviano. <<Mi scusi, ma non la capisco molto bene>> sapeva che una seconda lingua era l'inglese, e dunque credeva che non ci fossero problemi. <<Mi scusi, ma sua lingua è difficile. Un po'>> cercò di scusarsi l'uomo.

<<Non si preoccupi, sono io che sono impreparato su una lingua magnifica come la vostra>> parlò piano, scandendo ogni parola che diceva. <<Mi illustri come può ciò che avete nel menù>> gli sorrise, ed il cameriere illustrò le pietanze.

<<Direi che un Geri Riha¹ possa andare bene>> ordinò la pietanza, ed iniziò a mangiare del pane lì vicino durante l'attesa. Gli venne servita dell'acqua, e dopo un buon quarto d'ora poteva finalmente gustarsi quel piatto prelibato. Lo trovò speziato, con un rimando dolce. Ma gli piacque, era buono.

Gustò quel pranzo, il quale il prezzo era compreso nel suo soggiorno. Dopo ciò si alzò, convinto di dover fare una passeggiata per digerire al meglio quel piatto abbondante di carne. Si diresse verso la sua stanza, e lavò i denti. Per uscire usò la porta finestra, portando con se le chiavi della stanza.

Passeggiò lungo il viale a cui alla sua sinistra aveva l'oceano. Il sole gli batteva sugli occhi, ma con la fretta si era dimenticato di portarsi dietro gli occhiali da sole. Il vento faceva muovere le foglie delle palme, l'odore di sale era forte. Un luogo così paradisiaco sarebbe stato difficile da dimenticare. Nella sua testa gli era parso il pensiero di regalare a sua moglie un viaggio per il prossimo anniversario; era da molto che non viaggiavano, ed una pausa dal lavoro avrebbe fatto bene.

La spiaggia non era del tutto deserta, vi si trovavano varie coppie di novelli sposini, o semplici amici. Era l'ora di punta, dunque non era poi così affollato. I bambini non erano lì presenti, regnava il silenzio più assoluto.

Ma il silenzio iniziava a fargli paura. Eleonor era silenziosa, e per quelle volte che comunicava aveva i crolli emotivi, e rischiava di impazzire del tutto. Per questo era spaventato dal silenzio, per lo stesso motivo per cui lo era anche lei: pensieri.

Doveva affrettarsi, nel bene e nel male il tempo scorreva fin troppo velocemente. E di tempo ne aveva perso fin troppo. Già trecentosessantacinque giorni erano andati in fumo, non poteva aspettarne altri.

Si avvicinò ad una donna che teneva per mano suo figlio. <<Scusi>> richiamò la sua attenzione. <<Sto cercando mia nipote: Elizabeth Martin>> la donna scosse le spalle, era impossibile che non la conoscesse. Ma d'altro canto forse non era di quella zona.

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