Capitolo 11

27 5 0
                                    

Giovedì 28 gennaio

<<Ho capito come funziona la testa di Eleonor>> ammise guardando la giovane davanti a se. <<Ce ne hai messo di tempo>> lo guardò divertita. <<Lo so, ho impiegato troppo tempo, ma non è stato facile con una paziente del suo carico>>.

<<Dunque la tua conclusione?>> chiese la ragazza incuriosita dalla grande scoperta del dottore. <<Ragiona con la paura giusto? Ma è possibile anche distrarla da ciò>> ella risultò sorpresa. <<Come prego?>> chiese sul punto di ridergli in faccia.

<<Ieri hai visto quando le ho letto parte dei suoi scritti. Rispondeva spiegandomi i concetti a seconda di come ragionava la sua testa>> la ragazza sembrò pensarci su. <<Come una specie di Sherlock Holmes solo senza omicidio e un Watson>> intuì, ricevendo una risposta positiva da parte di Endrick.

<<Lei analizza le parole, segue un filo logico che la sua testa le mostra. Come l'uomo che riesce a dirti il calcolo più difficile al mondo>> tentò di spiegare. <<Tutti la credevano pazza, e invece è tutto il contrario>> lui sorrise. <<Segue solo la sua testa. Dopo il trauma subito è come se fosse andata in tilt. Adesso ciò che nascondeva è diventato reale. Ha solo paura dei mostri sotto al letto; e loro se la stanno sbranando viva>>.

Lizzy deglutì, sapeva che doveva ammettere la verità, ma non sapeva come fare. <<Tutti le abbiamo mentito Endrick. Nessuno è innocente come sembra>> perché includeva anche se stessa adesso? <<Non troverai niente nei suoi scritti. Solo frasi che la sua mente filosofica le diceva>> disse lei ancora. <<No, qualcosa c'è. E tu puoi iniziare a raccontarmi qualcosa di Remington>> ancora quel nome era sulla bocca di tutti.

<<Era mio amico, passavamo poco tempo insieme dato il suo lavoro, ma quando potevamo andavamo a spassarcela in luoghi tranquilli>> sorrise al ricordo. <<Che intendi per: spassarcela?>> lei rise un poco, aveva frainteso. <<Andavamo fuori città, ci portavamo dietro due birre e guardavamo le stelle. Erano piccoli momenti di fratellanza. Sono dell'altra sponda dottore, lui sarebbe stata l'ultima persona con cui mi sarei frequentata>> sorrise divertita dall'uomo.

<<Mi spiace interrompere i vostri studi, ma volevo chiede alla nostra cara ospite se voleva restare a cena da noi>> la moglie di Endrick entrò nello studio del marito. <<E' gentilissima signora, ma credo che tornerò a casa>> le sorrise. <<Se ti preoccupi di disturbare sappi che ti sbagli di grosso. Insisto cara>> continuò a sorridere la donna. <<Mi sa proprio che rimarrò per cena. Grazie ancora signora>>.

Uscì dallo studio soddisfatta, lasciando che i due continuassero a discutere sulla stabilità della ragazza. <<Ogni volta che le ho chiesto di Remington si rifiutava di parlare. Le uniche cose che diceva erano: è colpa mia, l'ho ucciso io>> affermò l'uomo. <<Si sente in colpa per quello che è successo. E' stata colpa del fato, non sua>> disse la ragazza.

<<Che cosa successe quel giorno Lizzy?>> chiese l'uomo guardandola, mentre abbassava lo sguardo verso le sue mani. <<Stavano litigando per dei messaggi che aveva ricevuto Eleonor. Un'altra macchina gli è finita contro>> sintetizzò l'accaduto. <<E' tutto quello che so Endrick. Parlarne è difficile anche per me>>.

<<Guarda qui, ha scritto tanto dopo l'incidente>> continuavano a sfogliare quelle pagine con tanto ardore di scoprire qualcosa di nuovo. <<Avete perso una cara persona, capisco il dolore di entrambe>> disse ancora. <<Mi spiace farti sapere che sono ignorante nelle altre lingue>> prese uno tanti fogli in mano, e ne rivelò il contenuto.

Con una calligrafia elegante, dall'inchiostro nero, vi erano delle scritte: αγάπη mortem.

<<La prima è in greco, si legge: agápi. Significa amore, mentre la seconda è in latino: morte>> tradusse quelle due parole con brividi che gli percorrevano la spina dorale. <<Amore morto, in sostanza. Ha usato due lingue diverse però>> continuò lui. <<Remington aveva il padre laureato in lettere. Aveva molti libri di greco in casa, ed anche di latino. Adoravano le lingue antiche>> spiego Lizzy con un leggero tremore nelle parole.

<<C'è qualcosa che vuoi dirmi?>> per un attimo gli era parso il pensiero che ella potesse nascondere qualcosa. <<Sì>> ammise lei chiudendo gli occhi. <<Che cosa?>> chiese ancora lui. <<La verità Endrick. Devo dirti la verità>> ammise ancora.

<<Qual è la verità Lizzy?>> aveva intuito cosa volesse dirgli, e sapeva quanto fosse difficile. <<Io non so dove sia lo giuro. Ho perso i contatti con lui dopo l'incidente>> non era ciò che si aspettava, e dunque la lasciò continuare.

<<E' vivo. Remington è vivo Endrick>> alzò lo sguardo verso il suo amico, e lo vide impressionato. <<Che vuol dire è vivo?>> chiese cercando di mantenere la calma. <<E' andato via da qui. Non so davvero dove possa essere>>.

Aveva confessato, ormai era giunto al traguardo. Ringraziò Dio in silenzio, nonostante non andasse mai in chiesa, e non avesse mai chiesto un miracolo; lo ringraziò comunque.

<<Allora cerchiamolo Lizzy>>.

Brain's Rules ||Le Regole Del CervelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora