Capitolo 4

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Lunedì 15 febbraio

<<Ciao ragazzi>>. La sua attenzione fu catturata da un gruppo di ragazzi, seduti all'interno di un bar al caldo. <<Tu che ci fai qui?>> le chiese Sam con fare spocchioso. <<Ma come non ti sono mancata?>> chiese con fare sarcastico Lizzy. <<No per niente>>.

<<Come mai sei corsa via da dove eri?>> le chiese Max. <<Sai, a differenza vostra un cuore ce l'ho>>era calma, ma lo sarebbe stata per poco. Con i suoi due rivali difronte, era complicato non agire d'istinto, ma doveva ragionare, e giocarsi al meglio le sue carte.

<<Noi ce lo abbiamo un cuore, altrimenti saremmo già morti>> ed ecco che la stupidità di Sam prendeva il sopravvento; certe volte sapeva essere ottusa, ed Eleonor lo aveva imparato nel corso dei suoi anni.

<<Vedo che sei rimasta la solita imbecille. Complimenti>> sorrise maligna Lizzy. <<Senti razza di depravata, cosa vuoi?>> Max iniziava a perdere la pazienza, non gli era mai rimasta particolarmente simpatica Lizzy, e più volte ne aveva parlato con Eleonor. <<Solo vedere come state, e vedo con molto dispiacere che non avete perso il vostro sorriso>>.

<<Perché non dovremmo sorridere?>> chiese Sam confusa. <<Io non sorrido da tre anni. Fatti due domande bambolina>> si riferiva alla ragazza, che da ormai due anni era chiusa in gabbia. <<Dove vuoi arrivare?>> chiese ancora.

<<Ma come fate a dormire la notte, pur sapendo che a causa vostra, una ragazza è chiusa in un manicomio?>> aveva finalmente svelato il perché era lì. <<Io dormo come un angioletto, perché ho la coscienza pulita>> ghignò Sam. <<Se fosse stata colpa nostra, a quest'ora saremmo in carcere e non qui a berci un tè dopo le lezioni>> disse ancora, indicando il resto del gruppo.

<<Perché non dovrebbe essere colpa del tuo amico? Infondo è lui che ha fatto l'incidente. Il trauma cranico deve averla fatta peggiorare>> Max aveva inserito il dito nella piaga, sapeva dove tastare il territorio per far uscire Lizzy dai gangheri; ma non questa volta. No, lei sarebbe rimasta calma, col sangue freddo.

<<Perché il mio amico sarebbe andato all'inferno per lei. Perché il mio amico non le ha mai voltato le spalle, nessuno di noi tre lo ha fatto. Tranne voi e tutta quella scuola>> era calma, le parole erano stare scandite perfettamente una dopo l'altra.

<<Non le abbiamo voltato le spalle, era troppo ottusa e nerd per noi>> disse Sam, prendendo una ciocca di capelli fra le dita. <<Troppo ottusa dici? Ma tu sai chi è Socrate? E Platone? Freud?>> iniziò a chiedere. <<Eleonor saprebbe porre in una tesi e un antitesi tutto ciò che questi filosofi hanno detto nella loro vita. Spenderebbe ogni centesimo del suo tempo per analizzarti ogni singola parola che tu le dici; dicendone la provenienza, la definizione esatta, e l'anagramma>> era ancora calma.

<<E' la ragazza più intelligente che io conosca, è più colta di tua madre che ha studiato giurisprudenza>> indicò il ragazzo. <<Ed è più colta del padre del mio amico. E dunque vi chiedo: vi sembra ancora ottusa?>> concluse il suo discorso lasciando gli amici dei due ragazzi a bocca aperta dallo stupore.

<<E se essere colti vuol dire essere nerd: allora potere ai nerd>> lasciò del tempo ai due per controbattere. <<Chi ti credi di essere Elizabeth, la giustiziera della psicopatica?>> chiese il ragazzo. <<No, sono solo un'amica incazzata nera con gli spregiudicati che le hanno fatto del male. E sono qui per dirvi una cosa: la nerd sta per uscire dal manicomio, e non vedremo l'ora di ballare sulle vostre lacrime>> si alzò dalla sedia. Con passo sicuro uscì dal locale, fu soddisfatta di aver finalmente detto le cose come stavano; per troppo tempo era rimasta in silenzio ad osservare.

Era tempo di parlare, di denunciare la violenza commessa in passato, per poi archiviare tutto.

Brain's Rules ||Le Regole Del CervelloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora