Capitolo 2

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Martedì 9 febbraio

<<So a chi rivolgermi Endrick, ci stiamo andando proprio ora>> era sicura di poterlo trovare lì. <<Sono stufo di tutti questi appartamenti. E se non ci fosse?>> chiese ancora con un velo di ansia. <<C'è>> rispose semplicemente lei.

Salirono le scale fino al terzo piano, l'ascensore era rotto, e dunque dovettero fare del movimento. <<E' questa>> disse Lizzy bussando alla porta. Ad aprire venne una ragazza da lunghi boccoli color nocciola.

<<Buongiorno, posso aiutarvi?>> era carina, timida e solare. <<Scusaci, credevo che qui abitasse...>> fu interrotta da un'altra presenza. <<Chi è Skyler?>> un ragazzo si avvicinò alla ragazza. <<Lizzy>> disse lui.

<<Ciao James>> rispose al saluto, sotto lo sguardo confuso di Endrick e della presunta Skyler. <<Possiamo entrare per fare due chiacchere?>> chiese ancora la ragazza. <<Certamente. Lo sai: mi casa es tu casa>> li fece accomodare.

L'appartamento era come Lizzy lo ricordava, solo molto più in ordine. Non c'erano più le giacche sparse in giro.

Si sedettero al tavolo della cucina. <<Skyler lei è una mia vecchia amica: Lizzy. Lizzy, lei è la mia ragazza: Skyler>> presentò le due ragazze. <<James, Skyler, lui è Endrick Marks uno psicologo>>.

<<Puoi spiegarmi il perché della tua visita dopo tre anni?>> chiese James offrendo un bicchiere d'acqua ai due ospiti. <<James posso darvi del tu?>> chiese Endrick; il ragazzo acconsentì. <<James, io non sono qui per infastidire nessuno. Sono uno psicologo dello Psychiatric Center qui a Manhattan>> non capiva ancora dove voleva arrivare.

<<Mi occupo di Eleonor Cliver>> il cuore del ragazzo smise di battere per un secondo. <<Forse è meglio se ti siedi James, la situazione è più grave di quello che pensi>> suggerì Lizzy. Fece come gli era stato detto, e fece segno all'uomo di continuare.

<<Che rapporto avevi con Eleonor?>> chiese Endrick per tastare il terreno. <<Era come una sorella, era sempre qui che girava per casa. Alcune volte veniva in officina a portarci il pranzo>> disse girandosi fra le mani il bicchiere. <<Perché è in un manicomio?>> la voce gli era notevolmente cambiata. <<Da quanto non la vedi?>>.

<<Dall'incidente>> ammise. <<Ha tentato il suicidio quattordici volte in due anni>> disse Lizzy schietta. Skyler rimase sconcertata, nonostante non conoscesse la ragazza. James scoppiò in lacrime; era affezionato a quella ragazza.

<<Perché siete qui? Lizzy per quale assurdo motivo sei qui?>> chiese guardandola negli occhi. <<Voglio sapere dov'è Remington, non posso più vivere con la consapevolezza che la mia amica stia morendo>> ammise con gli occhi lucidi. <<Lo hai fatto per tre anni. Tutti noi lo abbiamo fatto per tre anni ignari di tutto>> Skyler gli portò una mano sulla schiena, per dargli conforto.

<<James ricordi di questo?>> Endrick posò tra le mani del ragazzo l'anello. <<Fu un regalo di Remington, non lo toglieva mai era troppo importante per lei. Lo girava per nasconderlo agli occhi dei suoi amici>> ripeté ciò che gli era già stato riferito da Lizzy.

<<Crede che Remington sia morto>> disse Lizzy freddamente. <<Che cosa?>> chiese il ragazzo. <<No, è impossibile. Non ci sentiamo ma so per certo che è ancora vivo. Ero con lui quando lo avevano dimesso dall'ospedale>> guardava l'uomo con gli occhi fuori dalle orbite.

<<Avete il numero del vostro amico?>> ricevette una risposta negativa. <<Endrick, dopo l'incidente ci siamo divisi tutti. Nessuno sa più niente di nessuno>> ammise. <<Come sapete che è vivo allora?>>.

<<Tramite il padre. Hanno cambiato città, Remington era stufo di vivere qui. L'ho visto scomparire da un giorno all'altro, ma ho capito lo stesso e l'ho lasciato andare>> era palesemente colpito nel cuore. <<Possiamo avere il numero del padre?>> chiese Lizzy, James annuì e chiese alla sua ragazza di portargli carta e penna.

<<Hai visto Eleonor?>> chiese James alla sua vecchia amica. Lei annuì <<non la riconosceresti>> Skyler tornò. <<Se vuoi, e se possiamo, andremo a fare visita alla tua amica>> gli disse la ragazza. <<Possiamo Endrick?>> chiese Skyler all'uomo. <<Certamente>> acconsentì.

<<Questo è il suo numero. Probabilmente dovrete prima incontrare lui di Remington>> li avvertì. <<Va bene qualsiasi cosa, pur di tirare fuori quella ragazza dall'inferno>>.

<<Grazie infinite James, ti devo molto>> Lizzy gli si avvicinò, abbracciandolo. <<Com'è potuto accadere tutto questo?>> dette voce ai suoi pensieri. <<Cosa sapete di Max e Sam?>> chiese lo psicologo.

<<Se sotto ai loro piedi ci fossero due taniche di benzina, stai pur certo che gli avrei dato fuoco io stesso>> c'era rabbia nei suoi occhi. Una rabbia repressa e mai esplosa. <<Chi mente non è realmente tuo amico. Non è così?>> annuì. <<Gli amici veri li riconosci, sono quelli che nel momento del bisogno sono lì, anche se tu non li hai chiamati>> guardò Lizzy. <<Proprio come la ragazza che oggi mi ha fatto visita dopo tanto tempo>> concluse.

<<Tirerò Eleonor fuori dal limbo in cui è stata messa>> ormai era convinto delle sue parole. Niente e nessuno lo avrebbe fermato.

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