Sabato 13 ottobre
Tre anni prima
<<Quindi il mio appuntamento migliore sarà in un pick up?>> chiese la ragazza salendo a bordo del mezzo. <<In parte>> sorrise lui. <<Avevi detto che sarebbe stato il mio appuntamento migliore>> lo rimproverò lei sorridendo. <<E sono ancora di quel parere>> confessò.
Il viaggio le sembrava interminabile. Il ragazzo aveva acceso lo stereo, e stavano cantando come meglio potevano le canzoni che conoscevano entrambi. Eleonor ogni tanto si perdeva ad osservare le meravigliose luci di Manhattan, e Remington era costretto a richiamare la sua attenzione.
Ma tutte quelle luci le sembravano nuove, e ne rimaneva affascinata ogni qual volta che i suoi occhi vi si posassero sopra. <<Non mi hai detto dove siamo diretti>> continuò a dire la giovane. <<Smetti di ripetermelo, siamo quasi arrivati>> spense la radio, notando che ormai l'attenzione della ragazza si era riportata su altro.
Spense il pick up davanti ad un edificio abbandonato. Si può dire che di quell'edificio, ne era rimasto solo un muro bianco. <<Vuoi uccidermi per caso?>> chiese sentendo la paura salire nel suo corpo. <<No, dai scendi>> le sorrise. Ma lei rimase all'interno del veicolo, così lui fu costretto ad andare ad aprirle la portiera. <<Se avessi voluto ucciderti, lo avrei fatto da tempo>> scherzò lui.
Una volta convinta a scendere, la guidò nel retro. <<Tutto ciò è molto strano lo sai?>> gli chiese salendo sul retro del mezzo. <<Lo so, togli la coperta>> salì anche lui, posizionandosi al suo fianco. Eleonor scoprì l'oggetto misterioso, che si insediava sotto la coperta di lana rossa.
Il ragazzo mise in funzione quella vecchia macchina da ripresa, e al suo interno ci inserì un rullino. La ragazza si accomodò poggiando la schiena al vetro del pick up. Immagini bianche e nere si illuminarono sul muro bianco in rovina. <<Pretty Woman>> sussurrò la ragazza, riconoscendo i personaggi di Vivian ed Edward.
<<Sorpresa!>> disse il ragazzo al suo fianco, vedendola felice. <<Remigton non potevi farmi sorpresa più bella>> si voltò verso il ragazzo. <<Te lo avevo detto. Ma tu hai la brutta abitudine di non credermi>> coprì i loro corpi con la coperta.
La sera iniziava a fare freddo, mancavano tre settimane all'arrivo di novembre; tutto a Manhattan iniziava a diventare più freddo.
<<Come facevi a sapere che è il mio film preferito?>> gli chiese. In risposta il ragazzo alzò le spalle, <<me lo hai detto una volta. L'ho solo ricordato>> sorrise. Si voltarono a guardare il film. Lei affascinata, ripeteva in labiale ogni battuta dei personaggi, e lui ogni tanto si permetteva di osservarla.
Eleonor non era mai stata una ragazza romantica. Non aveva mai sognato il principe azzurro di Cenerentola; preferiva di gran lunga Dimitri, il compagno di Anastasia. Non aveva mai cercato il <<vissero per sempre felici e contenti>>. Voleva godere a pieno ogni giorno della sua vita, ed aspettava il ragazzo giusto, con cui avere dei progetti futuri.
Voleva l'avventura, viaggi in luoghi misteriosi. Voleva chiudersi nelle librerie di ogni città mai visitata. Voleva fuggire dalla monotonia di Manhattan. Studiava per amore per la letteratura, voleva diventare una scrittrice; ma non una scrittrice di storie d'amore. Avrebbe voluto dare ai suoi personaggi la vita che aveva sempre sognato.
Al suo contrario Remington aveva un lavoro, ed una vita sempre piena di nuove avventure in compagnia del suo migliore amico James. Ogni estate andavano via per qualche giorno in varie città. Cambiare aria faceva bene, lo avevano sempre sostenuto. Una volta conosciuta la ragazza avrebbe portato anche lei con loro.
Voleva dare ad Eleonor quella vita che desiderava. Proveniva da una buona famiglia, e nonostante il padre fosse benestante non aveva mai avuto bisogno dei suoi soldi; voleva guadagnarseli da solo, lavorando duramente. Ed aveva la fortuna di avere nella sua vita James, a lui doveva tutto: la casa che avevano comprato insieme, il lavoro, e la meravigliosa vita che si erano costruiti.
<<Come hai fatto ad averlo?>> chiese la ragazza, alludendo al marchingegno. <<Trucchi del mestiere>> rispose: suo padre. Gli aveva raccontato che serviva a James per fare colpo su una ragazza, la solita scusa banale. Ma il padre non era stupido, si accorgeva quando il figlio gli mentiva. Era solito torturarsi gli anelli che portava alle dita.
<<Devi smettere di chiedere favori a James>> lo rimproverò. <<Chi ti dice che si tratti di James?>> posò lo sguardo su di lei. <<Mi arrendo non voglio saperlo>> il film finì, lasciando una scia di felicità nella ragazza.
<<Magnifico, come sempre>> sospirò sorridendo. <<Quindi?>> chiese lui. <<Lo ammetto, l'appuntamento migliore di sempre>> il ragazzo alzò in alto un pugno, come segno di vittoria. <<Non ti esaltare tanto, chi ti dice che ne accetterò un altro?>> lui la guardò con sguardo di sfida. <<Chi ti dice che ti chiederò di uscire ancora?>> le chiese.
Nel profondo Eleonor si sentì mancare il respiro. <<Perfetto, perché io non volevo più uscire con te>> mentì. Parlavano, nel tentativo di far cedere l'altro. <<Perfetto, perché ho conosciuto una ragazza, e mi piace molto>> si sentì ancora più ferita. <<Perfetto, adesso accompagnami a casa per favore>>.
Eleonor si alzò, e scese dal cassone. Il ragazzo si accorse di aver esagerato, ma non era il suo intento ferirla. Stava solo giocando. Scese anche lui, e si avvicinò allo sportello del passeggero. Con l'ausilio della chiave abbassò i finestrini, posò le braccia sopra alla fessura, e accarezzò i capelli della sua amica.
<<Stavo scherzando lo sai vero?>> poggiò il volto sul braccio libero, ma lei non mosse neppure un muscolo. <<Els non volevo farti stare male sul serio>> finalmente si voltò il suo sguardo era leggermente stanco a causa dell'orario. <<Scusa me la sono presa per niente>> si scusò lei.
Lui sorrise dinanzi a quella tenerezza che il volto di lei esprimeva. Aprì lo sportello, e racchiuse il suo corpo in un abbraccio. Le sue braccia macchiate in nero nascondevano il volto della ragazza, facendone intravedere solo i capelli rossi. Le mani di lei stringevano il braccio destro, non avendo altro appiglio. Lui era dolce, nonostante la sua alta statura, e il suo corpo che incuteva timore. Era un gigante buono a detta della ragazza.
<<Torniamo a casa?>> chiese lui. Lei annuì lasciando libero il braccio del ragazzo. Sciolto l'abbraccio chiuse lo sportello. Coprì nuovamente la vecchia macchina, e si diresse verso il sedile del guidatore. <<Vuoi che venga a prenderti a scuola lunedì? Domani sono con James tutto il giorno in officina>> lei annuì nuovamente. <<Se vuoi domani passo a portarvi il pranzo. Devo andare in libreria>> fu lui ad annuire. <<Molto volentieri>>.
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Brain's Rules ||Le Regole Del Cervello
Mystery / ThrillerNon si diventa pazzi per puro caso. Qualcosa o qualcuno ci spinge alla pazzia. Ed è proprio ciò che è successo alla diciasettenne Eleonor. Endrick Marks noto psicologo dello Psychiatric Center di Manhattan, dovrà farsi in quattro per scovare i segre...