Martedì 16 febbraio
<<Che vuol dire che non ti risponde, è impossibile>> Lizzy era sconcertata dalle parole dell'uomo. <<Ho chiamato molte volte in questi giorni, ma risultava occupato>>alzò le spalle. <<Prova adesso>> gli disse.
Endrick compose nuovamente il numero del Signor Grey, ma ancora una volta risultava occupato. <<E' impossibile. Chiamo Skyler e mi farò dire se il suo caro ragazzo lo ha scritto corretto>>.
<<Perché non chiami James direttamente?>> le chiese. <<Perché con i numeri fa schifo, ed è a lavoro>> disse semplicemente. Compose il numero della ragazza, che si era fatta passare nei giorni precedenti.
<<Lizzy dimmi tutto>> la sua voce era energica come al solito. <<Puoi controllare che il tuo ragazzo abbia scritto giusto il numero di Connor?>> le chiese gentilmente. <<Certamente>> si sentirono vari rumori di sottofondo di cose che si muovevano.
<<Ci sono, detta pure>> Lizzy iniziò a dettare tutti i numeri, che risultarono essere giusti. <<Hai detto sette Lizzy?>> chiese Skyler riferendosi alla decima cifra. <<Sì>> confermò. <<No, è un nove>> quasi si mise a ridere. <<Grazie mille>> chiuse la chiamata.
<<L'ultima cifra è un nove. Quel fenomeno deve smettere di scrivere numeri, non sa leggere nella sua calligrafia>> rise. Composero assieme il numero, attendendo la risposta.
Era un uomo d'affari, era improbabile che non rispondesse al telefono. Provarono una seconda volta, e fu quella buona.
<<Pronto Connor Grey, come posso aiutarla?>> rispose una voce al di là della cornetta. <<Signor Grey, mi dispiace disturbarla durante il suo lavoro. Ma volevo parlarle di una cosa abbastanza urgente, ha del tempo da dedicarmi?>> Lizzy incrociò le dita.
<<Certamente, posso sapere con chi sto parlando?>> un sospiro di sollievo da parte della ragazza lo fece proseguire. <<Sono Endrick Marks, un amico di Lizzy, so che la conosce>> ci furono vari secondi di silenzio. <<Sì, come posso aiutarla?>>.
<<Io lavoro allo Psychiatric Center, qui a Manhattan. Volevo chiederle a proposito di Eleonor Cliver>> la chiamata non si chiuse, ma soggiunse del silenzio. <<Che cosa volete sapere dottore?>> chiese, la sua voce non era più sicura, stava leggermente tremando. <<Amavate quella ragazza signore?>> voleva sentirsi dire il fatidico sì.
<<Immensamente, come una figlia. Perché si trova in un manicomio?>> non sapeva neppure lui la verità, era all'oscuro di tutto. <<Ha subito della violenza verbale durante gli ultimi anni di Liceo. E nel mentre ha tentato di uccidersi più volte>> posò una mano sulla fronte, per sorreggere il peso che portava.
<<Lizzy è lì con lei?>> chiese. <<Sì, sono qui Connor>> parlò la giovane. <<Che cosa dovrei fare io?>> chiese. <<Eleonor crede che Remington sia morto nell'incidente, non sappiamo il perché, non vuole parlare di quel giorno. Ci chiedevamo se potesse incontrarlo. Sarebbero nuovamente felici Connor, e io voglio che lo siano>> sembrava così facile a parole.
<<Dov'è suo figlio Signor Grey?>> chiese Endrick con calma e cautela. <<E' a casa in questo momento, ci siamo trasferiti tre anni fa>> disse. <<Come sta?>> chiese Lizzy. <<E' un morto che cammina. Non si è più ripreso>> i due giurerebbero di aver sentito un pesante sospiro, come per placare un immediato singhiozzo.
<<Dove siete adesso?>> chiese ancora una volta Endrick. <<Ci siamo trasferiti a Brooklyn>> confessò. <<Sarebbe disposto a prendersi un giorno libero, per venire a parlare con me qui a Manhattan?>> chiese ancora Endrick. <<Sì, verrò questo sabato. Ma sappiatelo, non porterò con me mio figlio>>.
<<No, vorrei incontrare solo lei. Grazie mille>> la chiamata si interruppe, e Lizzy sorrise felice. <<Siamo a cavallo Endrick. Stai salvando la mia amica, manca poco al traguardo>> gli disse. <<Non riesco a crederci. E' un anno che cerco di capire come fare. Aveva ragione Eleonor come sempre: avevo bisogno di te>> ammise.
<<Spero che appena sarà fuori da lì vada via, il più lontano possibile con lui. Perché un briciolo di felicità è ciò che le serve>> ammise Lizzy, dando voce ai suoi pensieri. <<Dovrà compilare delle carte, inizierò a procurarmele. Spero anche io che vada via con lui. Qui non ha più niente>>.
<<Per il momento è un traguardo che Connor collabori, amava da morire quella ragazza Endrick. Remington era felice di portarla da suo padre alcuni weekend. Sai l'aiutava con i suoi scritti>> sorrideva al ricordo dei vecchi tempi.
<<Remignton com'era quando era in sua compagnia?>> chiese lui. Voleva analizzare per una volta sotto il punto di vista di Eleonor, provare ad usare i suoi ragionamenti. <<Tutt'altra persona. Era molto geloso di lei, ma non in senso possessivo. Non era invasivo, non controllava mai il suo cellulare: si fidava cecamente della ragazza che aveva al suo fianco. Bastava la sua presenza per farla felice>>.
<<Darò l'anello al padre, lo porterà a Remington, così sarà costretto a tornare qua per affrontare tutto per un'ultima volta>> spiegò alla ragazza.
<<Ieri ho incontrato Max e Sam al bar vicino all'Università. Non sono cambiati più di tanto>> Endrick non aveva intenzione di fare domande. Sapeva perfettamente cosa avesse combinato quella ragazza. <<Resto col beneficio del dubbio>> rispose facendola ridere.
<<Io devo andare, devo risolvere un conto in sospeso con i miei genitori>> si alzò dalla sedia dell'ufficio dell'uomo. <<Dove stai alloggiando? Non te l'ho mai chiesto>> si rese conto di questo dettaglio. <<Da mia cugina. Ci si vede strizzacervelli>> lo salutò, non lasciandolo contraccambiare.
Endrick si alzò, uscendo anche lui dal suo ufficio. Passeggiò per il corridoio, illuminato dalle luci a neon bianche. Molti pazienti stavano parlando nelle loro stanze, alcuni erano silenziosi, altri urlavano. Ma oltre a loro, nessuno alloggiava in quelle stanze.
Raggiunse una finestra, e guardò la strada. Provò ad immaginare quanto coraggio fosse servito ad Eleonor per lanciarsi dal terzo piano del suo palazzo, ed essere ancora viva. Gli vennero i brividi, e spostò lo sguardo altrove.
Osservò i numerosi palazzi della grande città, trovandoli monotoni, ma affascinanti. Ed il pensiero tornò ad Eleonor; quella ragazza doveva scappare da quella città che tanto l'aveva odiata. Meritava più di una stanza chiamata seicentosessantasei.
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Brain's Rules ||Le Regole Del Cervello
Mystery / ThrillerNon si diventa pazzi per puro caso. Qualcosa o qualcuno ci spinge alla pazzia. Ed è proprio ciò che è successo alla diciasettenne Eleonor. Endrick Marks noto psicologo dello Psychiatric Center di Manhattan, dovrà farsi in quattro per scovare i segre...