Lunedì 23 ottobre
Sentiva i suoi polsi chiedere aiuto. Quelle fasce di pelle non smettevano mai di essere strinte. Non poteva muoversi, anche il suo busto era imprigionato. La sua mente fluttuava nei suoi più vasti ricordi. Gli occhi erano aperti, e guardavano spaventati ogni possibile angolo del soffitto, ormai imparato a memoria.
<<No! Aiutatemi!>> prese ad urlare, come se qualcuno le stesse facendo del male. <<Lasciatemi vi prego!>> le luci si accesero nel corridoio. <<Portatemi via!>> era disperazione quella che volava per la stanza. <<Portatemi via!>> iniziava a muovere il corpo in modo frenetico.
Due infermieri entrarono in fretta in quella stanza. Sciolsero quelle catene dal corpo di lei. La fecero cadere a terra, non curanti delle sue urla. <<Aiutatemi!>> urlava piangente.
Continuava a dimenare il corpo, intorpidito a causa del freddo. <<Per Dio, fermati!>> la mano di un infermiere colpì ardentemente il suo volto, facendole male più del dovuto. Anche quella sera la sedarono, placando i suoi istinti di fuga e pazzia, e la avvolsero in una camicia bianca, anti forza.
<<Portiamola in isolamento. La seicentosessantasei è libera. Le farà bene>> trascinarono la ragazza fino al quinto piano, dove risiedevano le stanze di isolamento. Gettarono il suo corpo all'interno della stanza.
Era bianca, imbottita in tutti e quattro i lati. Il volto della ragazza era rilassato, il corpo ricoperto di lividi aveva assunto una posizione naturalmente scomoda. I due infermieri se ne andarono, blindando la stanza, avrebbero dovuto avvertire la mattina dopo il Dottor Marks.
La mattina dopo l'uomo la trovò seduta un angolo della stanza numero seicentosessantasei. I capelli le ricadevano a ciocche davanti al volto. Gli occhi erano colmi di paura.
<<Eleonor che cosa vi è successo?>> le chiese fuori dalla stanza. <<E' venuto a trovarmi>> disse lei; un sussulto colpì l'uomo. <<Chi è venuto a trovarvi?>> la ragazza alzo il volto, trovandosi però davanti ad un totale e completo bianco.
<<Eleonor chi vi ha fatto visita?>> insisté il dottore. <<Non dovevo fargli del male>> la ragazza di guardò attorno, come per cercare un appiglio, ma non trovava le mani. Il busto era tutt'uno con le braccia, e tutti i tentativi di alzarsi le furono vani.
<<Perché è legata? Non bastavano più le catene?>> chiese alzando la voce contro il Dottor Richards. <<Ha una forte infermità mentale, vuole che aggredisca qualcuno?>> non gli parve possibile che lei potesse fare del male a qualcuno. Non ne aveva le forze.
<<Liberatela da quella cosa immediatamente>> ordinò al dottore. <<No, chiunque entri lì dentro si ritroverà nella tana del lupo>> le parole del dottore risuonavano come una scusa non plausibile. <<Ho detto di liberarla>> lo psicologo rimase fermo, non facendosi catturare dalla persuasione delle scuse inutili.
Il Dottor Richards non batté ciglio, ed entrò nella stanza della giovane per toglierle quell'indumento malefico. Uscì poco dopo con la veste in mano <<è contento?>> chiese blindando nuovamente la stanza. <<Ora può parlarle se è contento>> si allontanò di poco dall'uomo.
Il Dottor Marks aprì nuovamente lo sportellino da cui sbucavano fuori tre fori. Avrebbero comunicato tramite quelli. <<Eleonor come state oggi?>> la ragazza non batté ciglio. <<Eleonor vi va di parlarmi?>> chiese nuovamente. <<Non ho niente da dirle dottore>> mormorò. <<Voglio solo tornare a casa>>.
<<Vi ricordate com'era Lizzy? Vi va di descriverla per me?>> aprì il taccuino sperando in una risposta da parte della giovane. <<Aveva i capelli corti, color avorio, dalle punte turchine>> disse con sguardo impassibile. <<Non vi ricordate altro di lei?>> l'aveva nominata più volte, non era possibile che si fosse dimenticata della sua figura.
<<I ricordi fanno male dottore, per questo l'uomo cerca di dimenticarli>> questa frase al dottore, parve tutt'altro che nuova. Era un detto molto comune, ma l'aveva sentita in particolare da qualcuno, ma non ricordava chi.
<<I ricordi fanno male, o le persone che non vuoi ricordare?>> chiese lui. <<Le persone non si dimenticano dottore, non è nella natura>> sembravano ad una lezione di filosofia; ma quella sicuramente sarebbe stata una lezione macabra.
<<Com'era Lizzy, Eleonor?>> chiese ancora una volta. <<La pelle era mulatta, mi ricordava sempre il cappuccino>> un flebile sorriso le si posò in volto; voleva smettere di ricordarla, ma era più forte di lei avere il suo volto davanti.
<<Vi ricordate dove abita?>> chiese l'uomo colmo di speranza. Quella volta Eleonor gli riferì ciò che voleva, con un poco di sforzo la ragazza stava riuscendo ad andare nella retta via.
<<Voglio andare alle Maldive>> disse. L'uomo appuntò ciò che aveva detto, ma non era ciò che voleva sentirsi dire. <<Dove si trova la casa di Lizzy?>> chiese nuovamente, ma lei non sembrò cambiare opinione. <<Voglio andare alle Maldive!>> ripeté con forza nella voce.
<<Va bene Eleonor, ci vediamo domani>> il dottore si congedò. Prese l'ascensore, e si fermò al piano terra. Appena giunto fuori respirò a pieni polmoni l'aria fresca di ottobre. Non riusciva a capire che cosa non andasse bene; stava finalmente capendo, ma d'un tratto la sua mente si è rabbuiata, impedendo altro sforzo mentale per capire.
Poggiò la cartella della ragazza sul cofano della sua auto, e ne studiò il contenuto. La scuola in cui andava era poco distante da lì; poteva chiedere informazioni riguardo a Lizzy.
Una volta messo in moto il veicolo guidò verso il liceo. Nessun alunno era fuori dall'edificio, le lezioni erano iniziate da un po'. Si diresse verso la segreteria, con dell'insicurezza che si poteva notare dalla camminata.
<<Mi scusi sto cercando una ragazza>> disse alla donna al di là del vetro. <<Certo mi dica pure il nome e il cognome>> il dottore esitò qualche istante. <<La ragazza si chiama Lizzy, frequentava questa scuola un anno fa>> la gola divenne improvvisamente arida.
<<Mi spiace ma qui non risulta nessuna Lizzy. Aspetti un secondo>> la donna si allontanò per un'istante, giunto il tempo di chiamare la sua collega. <<Mary, quest'uomo dice che una certa Lizzy veniva in questa scuola un anno fa>> l'uomo annuì, confermando le parole.
<<No, nessuna Lizzy. Provi nell'altro istituto, la segreteria è qui dietro>> il dottore ringraziò, e corse a svoltare l'angolo. Camminò lungo il cancello, e vide dei ragazzi allenarsi a football.
<<Salve vorrei chiederle un'informazione>> la giovane ragazza gli sorrise. <<Sto cercando Lizzy, veniva in questa scuola>> c'era una nota insicura nelle sue parole. <<Certo controllo un attimo. Il cognome lo sa?>> chiese la ragazza. Ma l'uomo negò; era troppo sapere anche il cognome, gli ci era voluto così tanto per sapere il nome.
<<Sono spiacente, ma qui non risulta alcuna Lizzy>> era affranto.
Chi era Lizzy? Infondo stava seguendo una pista dettata da una ragazza con qualche rotella fuori posto, non poteva credere a tutto ciò che gli diceva.
<<Grazie mille>> sorrise, e si voltò per andare via. <<Scusi!>> sentì urlare dietro di se. Voltandosi notò che era un ragazzo. <<Sta cercando Lizzy?>> un barlume di speranza si accese improvvisamente nei suoi occhi. <<Sì, sapete chi è giovanotto?>> il ragazzo annuì. <<Veniva in questa scuola due anni fa, poi si è trasferita>>. Molte domande si aprirono nella mente dell'uomo.
Come mai due anni fa e non lo scorso anno?
<<Si chiama Elisabeth Martin. Non so dirle dove si è trasferita di preciso>> alzò le spalle. <<No mi avete aiutato più di quanto pensiate. Grazie infinite giovanotto>> il ragazzo gli sorrise, prima di tornare nella propria aula.
Il Dottor Endrick Marks torno all'interno della sua auto. Doveva trovare Lizzy, dato che sapeva della sua esistenza. Doveva riuscire ad estorcere altre informazioni a Eleonor, o non sarebbe mai potuto riuscire ad aiutarla. O forse bastava semplicemente chiedere agli amici della giovane. Era pur certo che una soluzione doveva trovarla.
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Brain's Rules ||Le Regole Del Cervello
Tajemnica / ThrillerNon si diventa pazzi per puro caso. Qualcosa o qualcuno ci spinge alla pazzia. Ed è proprio ciò che è successo alla diciasettenne Eleonor. Endrick Marks noto psicologo dello Psychiatric Center di Manhattan, dovrà farsi in quattro per scovare i segre...