Epilogo

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Sabato 30 novembre

Quattro anni prima

<<Ehi. Come stai?>> le chiese appena salì a bordo del mezzo. <<Stanca, oggi a letteratura ha spiegato tre autori. Ad un certo punto ho chiesto di morire>> il ragazzo trattenne a stento una risata. <<Tu ti diverti ma io stavo davvero morendo>>.

<<Cosa ti va di mangiare?>> le chiese cambiando argomento. <<Non so, tu di cosa hai voglia?>> chiese lei nuovamente. <<Avrei voglia di parlare con te e basta, in questi tre mesi ti vedo strana Els. C'è qualcosa che non va?>> non era sciocco, prima o poi avrebbe capito cosa facesse stare male la sua compagna.

<<Non c'è niente che non va. Sono solo molto stressata dalla scuola, tutto qui>> cercava di essere più convincente possibile, non le andava di farlo preoccupare per una simile sciocchezza: come lei sosteneva.

Sam ci era riuscita, l'invidia l'aveva divorata. Invidiava Eleonor in qualche modo, voleva avere la sua intelligenza e l'ottima carriera scolastica che tirava avanti.

Era strano il suo comportamento, non le mancava niente: sua madre le aveva donato tutto l'amore possibile, ed anche la sua era un'ottima carriera scolastica con altrettanto futuro da dottoressa, a cui aspirava.

Al suo fianco aveva un ragazzo, con cui adorava passare del tempo; ma non accettò mai che la sua <<amica>> potesse portare un anello (ciò che lei non aveva). Era inaccettabile a parer suo. Un oggetto che simboleggiava l'amore che una persona provava per un'altra. Lei non lo aveva, e dunque a detta sua non doveva possederlo neppure la giovane ragazza dai capelli rossi.

Doveva essere la prima in ogni cosa, doveva essere lei al centro dell'attenzione di tutti. Il solo pensiero che per un'istante ci potesse essere l'altra ragazza, la faceva uscire fuori dai gangheri. Eleonor non aveva alcuna intenzione di rubarle il trono: odiava avere i riflettori su di lei. Non era interessante, aveva solo un altro modo di esprimersi diverso da tutti.

Fu fatale per quest'ultima quando la sua amica aveva notato il prezioso oggetto: fu scandalo. Sam non perse tempo a tormentarla, era ossessionata dal sapere chi glielo avesse donato. Un oggetto così prezioso era da custodire con massima cura: perché donarlo proprio a lei?.

In poco tempo capì, ed iniziò a continuare il suo tormento ad alta voce, coinvolgendo anche i compagni della classe. Eleonor capì quanto potesse essere crudele Sam; Max non fu da meno, sostenne la bionda ed ammise che fu deluso dal comportamento di Eleonor. Ma quest'ultima aveva davvero la colpa di tutto? Oppure aveva solo la sfortuna, in qualche modo, di amare ed essere amata?.

Ignorava quanto poteva quelle bizze fatte dai suoi compagni. E per un po' tenette nascoste le vicende al suo compagno. Ma egli non era stupido, avrebbe capito prima o poi tutto quanto.

<<Ti va di andare a quel ristorane cinese poco fuori città? Non mi va di cucinare>> propose la giovane. <<Mi sembra una scelta perfetta>> fece marcia indietro, prendendo una strada opposta per arrivare poco fuori città.

Il telefono della ragazza iniziò a squillare interrompendo quella calma apparente che si era creata nella nuova auto del ragazzo. <<Scusa>> disse prendendo l'oggetto da dentro il suo zaino. Lo silenziò togliendo il volume ed ignorando i vari messaggi da parte dei suoi compagni.

<<Posso accendere la radio?>> chiese al compagno. <<Sì certo, ho inserito nuove canzoni nella chiavetta, ti piaceranno>> la avvertì. <<Al telefono chi era?>> chiese osservando quanto fosse cambiata per un attimo l'espressione di lei. <<Nessuno, solo il gruppo scolastico che chiede i compiti. Solite cose>> mentì. Si sentì come al solito una bugiarda codarda: odiava mentirgli, lui sapeva ogni cosa di lei, avrebbe sicuramente scoperto anche quello.

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