Capitolo 3

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Giovedì 11 gennaio

Fu tardo pomeriggio quando Endrick andò a visitare come suo solito Eleonor. Questa volta trovava qualcosa di diverso in lei; era come al solito immobile poggiata ad una delle pareti della stanza.

<<La camicia>> sussurrò l'uomo dando voce ai suoi pensieri. Come aveva potuto non notarla?. <<Dottor Marks non voglio repliche, ha cercato di scappare ancora>> puntualmente il collega più odioso al mondo lo aveva raggiunto, posizionandosi al suo fianco. <<Non replico stia tranquillo>> ottima presentazione per una visita.

<<Perché ha cercato di aggredirvi?>> voleva sapere il movente, almeno aveva un qualcosa in cui fingere di credere. <<Ha cercato di scappare. Stava gridando un nome e voleva seguirlo>> Endrick annuì; sapeva di quale nome si trattasse, ne era a conoscenza.

<<D'accordo, ora potete lasciarci soli>> detto ciò entrò nella stanza. <<Buon pomeriggio Eleonor; si può quasi dire buona sera>> rise un poco sedendosi come al solito davanti a lei. <<Come state?>> le chiese. <<Peggio di ieri ma meglio di domani>> rispose la ragazza.

<<Sapete dirmi per caso se avevate un amico caro, oltre a Remington e Lizzy?>> vide un piccolo sorriso farsi spazio sulle sue labbra rosee. <<James>> mormorò rauca. <<Che rapporto avevate con lui?>> chiese con sguardo indagatore.

<<Sorrideva sempre. Ballavamo, cucinavamo>> il suo sguardo era perso nel bianco della parete, non stava seguendo la domanda che gli era stata posta. <<Sapete dirmi qualcos'altro?>> voleva di più.

<<Era spavaldo, alto come un gigante. Era un gigante buono>> sembrava assurda la descrizione, anche se corrispondeva esattamente al ragazzo che aveva conosciuto. <<Andavate molto spesso a casa sua?>> chiese. <<Mi occupavo della cena, mentivo a mia madre per andarci>> annuì.

<<Eleonor, vorrei porvi questa domanda: avete più visto James dopo l'incidente?>> voleva sapere il punto di vista della ragazza, cosa fosse accaduto a lei quel giorno. <<James sta bene?>> chiese però. <<Sì sta bene>> confermò.

<<Lo avete più visto dopo l'incidente?>> porse nuovamente la domanda. <<Lui mi odia. Ho fatto del male al suo amico>> era turbata, lo si sentiva dalla voce, e dal volto che prese espressione.

<<No, non vi odia>> voleva rassicurarla ancora, farle capire che non tutti le davano la colpa dell'accaduto. <<Se lo vedete qui accanto a me, che vi da la colpa, non ascoltatelo. Guardate me, non lui>> ricordò il discorso con Lizzy: lei non comunica tramite la paura, ma con la paura.

<<Anzi, ascoltatelo, e riferitemi ciò che vi sta dicendo>> cambiò del tutto consiglio. Non avrebbe potuto eliminare il demone dalla sua testa, ma poteva farlo lei stessa deviandolo. <<Sta dicendo che sono stata una stupida. Che non avrei mai dovuto conoscerlo>> iniziò a raccontare.

<<Cos'altro?>> chiese ancora osservandola. <<Non dovevo accettare l'appuntamento. Non mi sarei mai dovuta presentare nell'officina. Ho sbagliato tutto sin dall'inizio>> concluse. <<Okay. Secondo voi ha ragione?>> stava ragionando con lei.

<<Non lo so>> rispose. <<Perché non lo sapete? Voi avete preso quelle decisioni Eleonor. Vi ricordate se vi ha mai supportato James in una di quelle?>> i ricordi positivi erano la sua unica arma di difesa. Endrick sapeva che ce n'erano molti, erano solo nascosti, tenuti prigionieri dai fantasmi cattivi che giravano per la sua testa.

<<Mi faceva dei complimenti quando indossavo dei bei vestiti per gli appuntamenti>> le fece segno di continuare. <<Guardavamo molti cartoni animati della Disney, cantavamo ogni canzone>>. <<Che cosa sta succedendo al fantasma Eleonor?>> chiese l'uomo.

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